INTRO

Sono arrivato lungo su Dredge, gioco “indie” per console e pc (su cui l’ho giocato) perché ne avevo intravisto la recensione mesi fa (n. 384 di aprile) di Edge ma, complice il voto non proprio entusiasmante assegnato (60), ho dovuto attendere i commenti entusiastici su un gruppo Facebook dedicato ai giochi legati all’immaginario lovecraftiano perché mi si accendesse la spia della curiosità. Poi sono andato ulteriormente lungo per il periodo di vacanze in cui il gioco si è inserito. Tuttavia nei giorni scorsi l’ho completato e voglio offrire qui, a chi eventualmente non l’abbia ancora provato, qualche riga di presentazione e commento.

13.

Premessa 1: il gioco, sviluppato dalla neozelandese Black Salt Games e pubblicato da Team17, ha ottenuto su Metacritic medie di voti da 80 a 86 a seconda delle piattaforme (e che quindi il voto di Edge non è stato particolarmente generoso).

Premessa 2: il tema principale di Dredge è la pesca. Al di là delle analoghe side quest in Far Cry relative a questa attività, la pesca, ludicamente interpretata, mi ha richiamato piuttosto alla mente un gioco online provato tanti anni fa: Oz Online. In realtà il gioco è ancora online, anche se sembra ormai riservato alla nicchia del pubblico orientale. In esso si arrivava (parlo al passato perché non ho idea di come funzioni attualmente, ed ho ben poche possibilità di scoprirlo dato che attualmente non prevede l’opzione della lingua inglese) in game con nient’altro che maglietta, pantaloncini e una canna da pesca. L’attività consisteva nel mettersi in riva a un fiume o ad un lago e pescare per poter comprare col ricavato canne migliori (con esche ed altri ammenicoli) ma anche vestiti ed acconciature in grado di distinguere l’avatar. La noia (non è evidentemente che il sottoscritto sia un grande amante della pesca) era temperata dalla possibilità di chattare con gli altri giocatori online, per cui Oz Online era una sorta di prova generale per la chat online 3D che ha fatto la fortuna di Second Life (anch’esso ancora disponibile online). Dredge ha qualcosa a che fare con Oz Online? Assolutamente niente: non solo è un gioco “single player” ma l’attività di pesca è tutt’altro che passiva utilizzando meccanismi da “rythm game” per poter effettivamente prendere il pesce.

1.

IL GIOCO

Entri in Dredge risvegliandoti senza memoria da un naufragio. Ti ritrovi al cospetto del sindaco di Midolla Maggiore che ti informa che sei stato salvato ma che la tua imbarcazione è distrutta. La comunità di Midolla ti aiuta assegnandoti una nuova imbarcazione che ripagherai con la tua attività di pescatore. Inizialmente ti ritrovi (ovviamente) con uno scafo piccolo, un motore piccolo e una canna basilare. Con il profitto della pesca giornaliera e col ritrovamento o con l’acquisto di parti per la ricerca ti è possibile migliorare progressivamente la tua imbarcazione ed acquistare motori, nasse e reti sempre più potenti e canne adatte ai vari tipi di fondali. Lo scenario in cui ti sarà possibile muoverti e pescare sarà un arcipelago costituito da cinque arcipelaghi più piccoli ognuno con caratteristiche peculiari e che quindi richiederà attrezzature specifiche di pesca: l’Arcipelago di Midolla costituito principalmente dalle isole di Midolla Maggiore e Midolla Minore, l’arcipelago di Spiaggiastorta, quello di Spina del Diavolo, quello di Scogliere Burrascose ed infine quello di Bacino Stellare, a cui si aggiungono isole sparse, esplorando le quali potremo trovare enigmatici personaggi che ci assegneranno compiti particolari il cui completamento sarà ripagato con parti per la ricerca o con testi il cui studio ci consentirà di migliorare le prestazioni del nostro peschereccio. Sostanzialmente ogni arcipelago ha il suo magazzino (in cui ogni volta ritroveremo quello che abbiamo depositato in qualunque isola lo abbiamo fatto), il suo pescivendolo che ci comprerà il pesce e ci venderà nuova attrezzatura e sarà in grado di riparare quella danneggiata, il bacino di carenaggio dove potremo applicare le parti di ricerca per creare nuova strumentazione. I pesci che pescheremo saranno per lo più quelli standard che tutti conosciamo (le cui caratteristiche saranno inserite in una apposita enciclopedia ittica) ma ogni tanto ci capiterà di pescare esemplari stranamente ed inquietantemente mutati. Le stranezze che iniziano col trovare i pesci mutati proseguono con la pesca notturna, caldamente sconsigliata da tutti i personaggi con cui interagiremo, dove ci capiterà di assistere a strani fenomeni come luci misteriose che dal mare si proiettano al cielo, imbarcazioni fantasma che navigano per gli arcipelaghi, strane luci che sembrano seguirci, rocce che spuntano dal mare assenti durante il periodo diurno o che si trasformano in mostruosità pronte ad attaccarci, ma anche di pescare specie non attive di giorno.

6.

La vicenda si colloca nel 1927: lo testimoniano le lettere e i documenti che troviamo su relitti in cui ci imbattiamo e che ci narrano di una strana storia di una coppia di giovani innamorati che si perdono tra i misteri nascosti tra le isole. Ed è su Midolla Minore che troveremo un collezionista le cui richieste ci faranno proseguire nella narrazione e ci condurrano infine ad uno degli epiloghi possibili. In realtà al collezionista non interessano però pesci, normali o mutati, ma particolari reperti che è possibile recuperare attraverso l’attrezzatura per il dragaggio (ed è questo che infatti Dredge significa letteralmente): attrezzatura che ci servirà non solo per recuperare i reperti per il collezionista, ma anche materiale come legname e rottami per migliorare le dimensioni e le prestazioni del nostro peschereccio, piuttosto che reperti di minor valore commerciabili o reperti necessari per concludere “side quest” che ci saranno assegnate dai personaggi che incontreremo sulle varie isole.

8.

Fondamentalmente il gameplay consiste per lo più nell’attività di esplorazione e navigazione (cercando di evitare gli stormi di gabbiani che ci mangiano il pescato, tornado marini e pesci in grado di danneggiare o affondare la barca), nella pesca dei pesci e nel dragaggio dei fondali (utilizzando varie modalità di pressione a tempo dei tasti, come in un “rythm game”). Man mano che acquisiremo attrezzatura e potenzieremo il peschereccio ci potremo muovere più agilmente e velocemente (anche di notte utilizzando i fari sempre più potenti), potremo evitare i pericoli con incantesimi, individuare da lontano le specie ittiche presenti, e distruggere barriere che ci ostruiscono determinati percorsi.

4.

GIUDIZIO

Un gioco “piccolo” ma estremamente piacevole, in cui la routine – per altro assolutamente non noiosa – della pesca viene “condita” in maniera giudiziosamente contenuta dall’aspetto narrativo, sempre attento a non porsi mai eccessivamente in primo piano ma a restare relegato alle conversazioni e ai documenti trovati e che richiedono di essere ricostruiti dal giocatore. L’elemento lovecraftiano è evidentemente nelle mostruosità che si palesano la notte, ma anche nell’ambiguità di quasi tutti i personaggi con cui ci dobbiamo rapportare. Da questo punto di vista – rispetto ai giochi da tavolo o ai videogiochi legati alle opere lovecraftiane – Dredge è più fedele allo spirito e al “mood” degli originali, portando il lettore/giocatore alla mostruosa rivelazione finale in modo estremamente graduale. Tenendo conto dell’ambientazione limitata – ci troviamo perennemente in mare e non sbarchiamo mai veramente sulle isole – il gioco è comunque vario e l’unico elemento stonato è la presenza della stessa pescivendola che si manifesta in ognuno dei negozi presenti per i vari arcipelaghi tranne che su Midolla Maggiore. Va bene che succede la stessa cosa anche in giochi ben più blasonati e con budget maggiore (come gli ultimi Resident Evil), ma una maggiore varietà (tenendo conto che si tratta di figure non animate) avrebbe potuto essere utile ad introdurre maggiori elementi ed altre side quest.

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In conclusione decisamente un’opera prima che costituisce un eccellente biglietto da visita per Black Salt Games da cui ora aspettiamo impazienti nuove prove e possibilmente conferme di bravura.

10.

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GOCCIA DI SAGGEZZA

Dove il paradosso contamina i rapporti umani, compare la malattia.

~ Watzlawick, Beavin e Jackson

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