Black-Kiss-Omnibus_cover_NSUn paio di mesi fa, scorrendo le novità editoriali per gli acquisti in biblioteca, ho notato Mezzanotte dell’anima di Howard Chaykin pubblicato da SaldaPress. Di Chaykin, ormai trent’anni fa, avevo letto sulla meritoria rivista Nova Express ideata e diretta dal compianto Luigi Bernardi per la sua Granata Press, American Flagg, The Shadow e Black Kiss. Non ho conservato i numeri della rivista ed ho solo un vago ricordo delle storie, ma mi ricordo perfettamente l’emozione davanti allo stile grafico di Chaykin, contemporaneamente classico, ipercinetico e ridondante. È così che mi sono concesso l’acquisto del lussuoso Black Kiss Omnibus (SaldaPress, 2021) contenente sia il già letto Black Kiss, sia Black Kiss 2 e Black Kiss: nero Natale, di Mezzanotte dell’anima (SaldaPress, 2023) e di The Divided States of Hysteria (SaldaPress, 2023). In realtà nel catalogo di SaldaPress ci sono anche Satellite Sam (in 3 volumi) scritta da Matt Fraction e il primo volume dei tre di Sono solo fumetti, ma entrambi li ho lasciati ad un eventuale acquisto futuro. Da un punto di vista cronologico all’interno della produzione di Chaykin, le storie – tutte originali ed indipendenti da universi precostituiti (tipo DC o Marve, per capirci) si ordinano in questo modo:

  • Black Kiss (Vortex, 1988-1989)
  • Black Kiss II (Image Comics, 2012-2013)
  • Black Kiss Christmas Special (Image Comics, 2014)
  • Midnight of the Soul (Image Comics, 2016)
  • The Divided States of Hysteria (Image Comics, 2017)

[dall’edizione inglese di Wikipedia].

Mezzanotte-dellanima_cover_NSPrima di tutto notiamo che il primo Black Kiss “dista” almeno una ventina d’anni dalle altre opere, che sono invece tra loro temporalmente omogenee. Nonostante non vi sia una enorme differenza, si può notare un certo “ammorbidimento” nella rappresentazione delle figure umane e una maggiore cura dei dettagli, ma non di meno è sorprendente la continuità ed omogeneità non solo dello stile grafico ma pure di quello narrativo.

I soggetti delle storie, in sintesi.

Black Kiss è un noir-horror erotico in cui seguiamo le disavventure di Cass, musicista jazz braccato sia da mafiosi sia da non meno violenti poliziotti per il presunto omicidio della moglie e della figlia, che incappa nella rete di Beverly e Dagmar, così somiglianti da sembrare gemelle anche se la prima continua a sostenere di non dimostrare la sua reale età mentre la seconda ha un qualcosa in più lungo 18 cm tra le gambe.

In Black Kiss 2 viene narrata la storia, a partire dai primi del Novecento, di Eunice, giovane aspirante stella del cinema muto che viene trasformata in vampiro dallo sperma di un attore segnato da un demone durante una fellatio. Eunice cambia identità col passare dei decenni (fino a diventare la Beverly protagonista di Black Kiss) ma rimane sempre attratta da trans che cerchino di imitare il suo aspetto fino a quando, morta e risorta, ritrova proprio Cass, decenni dopo il loro primo burrascoso incontro, e se ne innamora.

In Black Kiss: nero Natale siamo testimoni di come Eunice ancora ragazzina viene venduta sessualmente dal padre e di come lei, una volta trasformata in vampiro, si vendichi, decennio dopo decennio, di tutti i suoi stupratori.

Mezzanotte dell’anima abbandona il soprannaturale per seguire Joel, veterano della Seconda guerra mondiale con sindrome da stress post-traumatico, che annega nell’alcol gli insuccessi come scrittore, facendosi mantenere dalla moglie. Lavoro che scopre però essere quello della prostituta e non quello d’ufficio che credeva. Joel si lancia così alla ricerca della moglie nella Grande Mela proprio mentre la stanno inseguendo pure i sicari della mafia irlandese, convinti che abbia ucciso un musicista da loro controllato.

The-Divided-States-of-Hysteria_cover_NSInfine The Divided States of Hysteria narra del disastroso caos in cui sono finiti gli Stati Uniti dopo che terroristi sono riusciti a far esplodere un ordigno atomico cancellando New York e mettendo in crisi la Borsa. Il colpevole viene individuato nell’agente C.I.A. Frank che pur avendo individuato il complotto non è riuscito a fermare gli attentatori. L’ultima chance di Frank è riuscire ad impedire un attentato ancor più devastante con l’unico aiuto di un gruppo di detenuti in qualche modo collegati ai vari esponenti del complotto ma che si detestano reciprocamente e si ammazzerebbero volentieri l’un l’altro.

In Black Kiss Omnibus c’è il saggio di Paolo Interdonato Tutte le manie di Mr. Chaykin. Come al solito (ho polemizzato con lui su questo fin dai tempi in cui collaboravamo entrambi a Schizzo) sembra che Interdonato scriva per mostrare la propria (comunque considerevole) erudizione piuttosto che per spiegare, divulgare, fare capire al lettore. Mi permetto perciò di integrare quanto scrive con due elementi. Uno l’ho accennato all’inizio ed è la storia editoriale italiana di Chaykin, legata all’inizio degli anni ‘90 alla rivista Nova Express. La seconda è la comparazione con gli altri artisti che hanno rivoluzionato il fumetto in quel periodo, e principalmente Frank Miller. Interdonato analizza minuziosamente la prima pagina di Black Kiss mostrando come l’apparente ripetitività dell’inquadratura e del soggetto nelle otto vignette che la compongono sia compensata dal flusso musicale, dalla segreteria telefonica che si attiva col suo messaggio preregistrato e dal gatto che disturbato dalla stessa si alza e se ne va. Nello stesso periodo Frank Miller utilizzava una tecnica analoga ma per una finalità completamente opposta. Se rileggiamo infatti in particolare Batman cavaliere oscuro o Elektra assassin troviamo numerosi esempi di vignette che si ripetono tutte uguali o con minime variazioni. Ma Miller, attraverso questa tecnica, vuole introdurre una sorta di tempo sospeso o di ripresa al rallentatore (come non ricordare la scena dell’assassinio dei genitori di Bruce Wayne?), con un effetto straniante sul lettore.

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Howard Chaykin

In Chaykin invece la ripetizione della scena non implica mai una sospensione o un rallentamento – ci sono comunque elementi all’interno che suggeriscono il normale scorrere del tempo – ma piuttosto suggerire che qualcosa di rilevante sta accadendo “fuori campo”: non a caso dopo le otto vignette ripetute nella prima pagina, nella seconda ci presenta subito, nella prima vignetta, una delle protagoniste: Dagmar. Mentre poi Frank Miller sostanzialmente abbandona l’espediente rifugiandosi su una sintassi grafica maggiormente tradizionale (fatto salvo Sin City in cui utilizza in modo originale il bianco e nero), in Chaykin – con diverse possibili variazioni, soprattutto legate all’accumulo – è una tecnica grafica che vediamo in tutte le opere esaminate. Un’altra caratteristica di Chaykin è il riempire all’inverosimile di elementi ogni vignetta ed ogni tavola, spesso con un sottofondo “sonoro” (la musica, la segreteria, i rumori, in The Divided States of Hysteria le trasmissioni radio ma anche le spiegazioni “fuori campo” su quanto sta succedendo in America). E se Black Kiss deve la sua fama più alla trasgressione esplicitamente mostrata (il personaggio transgender, i coiti anali e orali, i rapporti omosessuali, ecc.) che alla fluidità e coerenza narrativa, le altre storie, comprese Black Kiss 2 e Black Kiss: nero Natale, ma non compreso The Divided States of Hysteria, rinunciano al sovraccarico di eventi e personaggi, alla sovrapposizione di generi, per ottenere però una maggiore tenuta narrativa. Da questo punto di vista, l’opera più riuscita è senz’altro Mezzanotte dell’anima che si “limita” a proporre una storia hard boiled perfettamente oliata nei suoi meccanismi narrativi. The Divided States of Hysteria, per quanto narrativamente lineare, torna ad essere sovraccarica di intersezioni e sovrapposizioni tra le storie dei protagonisti, quelle degli autori del complotto, quelle della presidenza degli Stati Uniti a cui si aggiungono tutte le pagine che mostrano come la situazione politica e sociale del Paese stia precipitando nel caos. Ma tutto questo caos serve a mostrare quanto il protagonista di ognuna delle storie (tranne Black Kiss: nero Natale) – sempre disegnato come alter ego dell’autore (compreso il fatto d’essere ebreo) – sia sperso e apparentemente incapace di reggere la situazione e di volgerla a proprio favore. In particolare il Joel di Mezzanotte dell’anima, perso tra i fumi dell’alcol e ricordi fasulli della guerra. Alla fine l’happy end non arriva dalla soluzione del caso o dall’uccisione del cattivo di turno (ancora: tranne che in Black Kiss: nero Natale, ma, come si sarà ormai capito, questa è la storia più eccentrica ed insolita rispetto alle altre: per certi versi quella più convenzionale nel risolversi meccanicamente con la punizione dei colpevoli) ma piuttosto dal riuscire a trovare l’amore (ovviamente nel suo rivolto sessuale più o meno esplicito) in un/a “diverso/a”: una prostituta, un transessuale, una vampira, e quasi solo casualmente a risolvere l’intreccio. Nonostante tutta l’azione, rumorosamente esibita, scopriamo dunque che le storie di Chaykin riguardano i sentimenti. E forse lo si vede bene in tutti i fumetti presentati tranne che nel maggiormente famoso Black Kiss proprio perché questo li nasconde anche dietro la continua esibizione di una sessualità che Chaykin era ben consapevole risultare oltraggiosa alla maggior parte dei lettori dell’epoca.

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