whitepowerNei primi mesi del 2021, sconvolto dal tentativo di golpe dei sostenitori di Donald Trump appena accaduto negli Stati Uniti, mi sono letto il “libretto rosso” degli insorti: The Turner Diaries nella traduzione italiana della casa editrice Bietti (rititolato: La Seconda Guerra Civile Americana), e ne ho scritto un articolo per Il Manifesto, oltre ad una versione più ampia e approfondita che trovate su questo blog.

Qualche mese prima anche Stefano Tevini – wrestler, insegnante di sostegno e scrittore – su Quasi pubblicava un approfondimento sul testo di Andrew MacDonald/William Luther Pierce III ma, rispetto al sottoscritto (attento maggiormente all’ideologia implicita nella storia), si soffermava sul collegamento e sulle influenze dell’autore e del testo con la galassia dell’eversione suprematista. Tevini non si è però fermato lì ed ha appena pubblicato per Red Star Press il libro White Power dove esamina (come recita il sottotitolo) La letteratura come strumento di propaganda fascista: il nuovo immaginario del suprematismo bianco americano. In questo libro Tevini amplia l’analisi presente nel suo articolo e si rivolge non più solo ai The Turner Diaries, ma a tutta la serie di narrazioni che in qualche modo discendono da essa e vanno a costituire un immaginario, una matrice di sogni e idee, un brodo di coltura per tutta una nuova generazione di bianchi (preferibilmente maschi) che si sentono traditi dalle politiche sia democratiche sia repubblicane che mirano alla liberalizzazione, alla globalizzazione, e che sentono dominate dal capitale ebraico che mira alla sostituzione etnica della popolazione. Rispetto ai precursori, il cui razzismo si esplicitava tramite organismi quali il Ku Klux Klan ma che rimaneva all’opposto dell’ideologia nazista tanto quanto a quella comunista, il suprematismo attuale nasce dalla sconfitta americana nel Vietnam e dai reduci che si sentono traditi dalla propria stessa nazione. Formando gruppi estremistici, di varia natura e fede (anche religiosa: si va dal cristianesimo più retrivo al recupero del culto delle divinità norrene) che riescono a prosperare e a sfuggire alle maglie della giustizia (oltre per l’occhio di riguardo spesso ottenuto) tramite la strategia della Leaderless Resistance: cioè con piccoli nuclei privi di una struttura di collegamento unitaria (e quanto di questa strategia – mi chiedo – è derivata da quella descritta da Robert A. Heinlein in La Luna è una severa maestra?), che riescono a trovare questo collegamento piuttosto nell’immaginario di una narrativa che circola nelle fiere delle armi e nei canali aperti sulla Rete.

Se il testo principale è The Turner Diaries, seguono però altri di cui sempre di MacDonald/Pierce sicuramente Hunter più altri due che vanno a comporre il “Quartetto Turner”, la cui provenienza è incerta ma che sicuramente provengono da autori che fanno parte della National Alliance, la formazione politica creata e guidata da Pierce. La tematica prevalente in essi è una sorta di apocalisse che porti alla “liberazione” dell’uomo bianco e alla supremazia sul resto del mondo anche mediante l’utilizzo delle armi nucleari. Segue, in contrasto ad essa, il Northwest Quintet, scritto da Harold A. Covington, che si fa portatore di un obiettivo più limitato, ma anche più realizzabile: la secessione di alcuni stati in cui mantere la purezza della razza. A queste “saghe” seguono altre opere – praticamente fino alla contemporaneità – che Tevini elenca e riassume.

Ma estremamente interessante è il collegamento che illumina con gli atti eversivi effettivamente compiuti, spesso quasi copiando le situazioni narrate nei romanzi, come ad esempio l’attentato di Timothy McVeigh o quello di Anders Breivik, e il loro andare a nutrire un immaginario non solo statunitense, diffondendo il tema del pericolo della sostituzione etnica in tutti gli ambienti della destra eversiva del mondo occidentale. Proprio a questo proposito Tevini smonta la narrazione delle forze dell’ordine e dei media, di episodi isolati, di pazzi solitari: a sostenere tutti gli eventi eversivi c’è una rete, magari “debole”, poco visibile, ma non meno efficace, che si nutre anche delle narrazioni che veicolano idee, parole d’ordine, tecniche di guerriglia, ecc. E l’errore maggiore allora è proprio quello di ignorare queste manifestazioni come robaccia di nessun valore letterario che non vale la pena di leggere, dato che invece in tanti si nutrono di quello che contiene cercando addirittura di metterlo in pratica. Per questo, come scrivevo nel mio articolo, dobbiamo farci carico di immergere la testa in questa spazzatura per capirla e per capire come contrastarla e combatterla.

Per questo motivo riporto qui un elenco di link da cui è possibile scaricare tutti i testi principali ed alcuni di quelli secondari analizzati da Tevini. Metto subito le mani avanti dicendo che facendo ciò non sto promuovendo la pirateria: nella maggior parte dei casi sono proprio gli autori o i loro affiliati a mettere a disposizione le opere su Internet per aumentarne la diffusione (non essendo il motore economico il principale per la relativa creazione e pubblicazione), e infatti ho evitato siti accessibili solo tramite dark web, VPN o login: per la maggior parte si tratta di versioni elettroniche caricate su Archive.org. Dove non li ho trovati su questa biblioteca in rete tutto sommato affidabile, ho messo link solo dopo avere testato i siti (anche se per questi, meno che per quelli di Archive.org, non garantisco che possano restare stabili e attivi). Si tratta in tutti i casi delle opere originali in inglese dato che solo per il primo e maggiormente famoso e diffuso, The Turner Diaries, abbiamo la traduzione italiana.

IL QUARTETTO TURNER

NORTHWEST QUINTET

GLI EPIGONI DI TURNER

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Presentazione di White Power di Stefano Tevini con Elio Rosati e Saverio Ferrari a Book Pride 2024

3 risposte a “Il nuovo immaginario del suprematismo bianco (non solo) americano”

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