Mi stavo leggendo Dungeon Crawler Carl e mi appare davanti, tra le serie manga appena iniziate Tower Dungeon di Tsutomu Nihei (pubblicato nella collana Planet Manga di Panini Comics: sono finora usciti i primi due albi, mentre la pubblicazione del terzo è annunciata per il 30 novembre). Premetto di non avere finora letto nulla di Nihei, ma quando mi sono andato informare sulle sue opere precedenti, ed in particolare di Blame!, ho letto opinioni sia entusiastiche sia estremamente critiche. La cosa ovviamente mi ha molto incuriosito anche perché, pur non avendo letto Blame!, l’ho catalogato per la biblioteca e quindi inevitabilmente ho avuto modo di apprezzare la “linea chiara” (alla giapponese, ovviamente) e il tratto pulito dei disegni di Nihei. Ho così acquistato i primi due albi e iniziato la lettura di quest’opera, ancora “in fieri” anche in patria. Non essendo un esperto di manga, non pretendo assolutamente di offrire un giudizio su quest’opera, tanto più che è ancora in fase iniziale. Anche qui abbiamo un segno grafico stupendamente pulito, esaltato dai dettagli architettonici. Se posso segnalare una cosa che mi è piaciuta poco è la gestione delle scene concitate (tipo nelle battaglie), con disegni che mi paiono eccessivamente confusi e di difficile decodifica. Ma si tratta di un’impressione assolutamente personale condizionata dalla scarsa conoscenza del fumetto giapponese da un lato e dalla conoscenza nulla – fino ad ora – dell’autore.

Quello a cui desidero qui accennare è piuttosto la rappresentazione che del dungeon fa Nihei, anche confrontandolo con quella critica e ironica – ma tutto sommato tradizionale – di Dinniman. Nihei immagina che un negromante uccida il re e rapisca la principessa portandola in una torre fluttuante nel cielo. I primi tentativi da parte della guardia reale di liberarla hanno insuccesso e i guerrieri sono rimasti vittima delle trappole e dei mostri all’interno della torre. A fronte della progressiva scarsità di guerrieri, viene richiesto, ai villaggi limitrofi, l’invio di volontari o di derrate alimentari. Il giovane Yuva, senza nessuna esperienza di combattimento, ma dotato di una insospettabile forza, si offre volontario per il proprio villaggio, anche se viene accolto dai guerrieri della guardia con comprensibile scetticismo. Yuva però riesce a guadagnarsi il rispetto con una audace azione che salva la squadra ed altri guerrieri intrappolati nella torre. Con l’evolversi degli eventi però la maggior parte delle truppe viene riposizionata nella capitale per evitare i problemi di una possibile guerra di successione e a tentare di liberare la principessa restano solo due guerrieri e Yuva. La loro missione è però resa ancora più difficile dalla presenza di drakmetamor, oltre che di truppe umane rinnegate il cui unico scopo è quello di depredare i tesori del dungeon. In compenso nella torre non vi sono solo mostri o esseri che contrastano i nostri eroi, ma anche strani ma apparentemente pacifici abitanti disposti ad aiutare i nostri eroi.

Il mondo fantasy immaginato da Nihei è complicato dal fatto che sia il negromante sia il re e la principessa appartengono alla stirpe (già menzionata) dei drakmetamor, esseri potenti e in grado di trasformarsi in altre creature, tanto nobili quanto perverse e detestabili. Non sono per altro le uniche creature non completamente umane e del resto umano non è sinonimo di buono o alleato come dimostra la presenza dei predoni. Insomma una quadro apparentemente confuso in cui l’unico elemento certo sembra essere la buona volontà di salvare la principessa del forte ma ingenuo villico Yuva.

Quello dipinto da Nihei sembra quindi lontanissimo dal dungeon “classico” di Dinniman e in generale di D&D. In realtà Sia Nihei nei primi due albi del manga sia Dinniman nel suo romanzo (che comunque – ricordiamo – è il primo di una lunga serie) introducono degli elementi di “disturbo” per farci dubitare della “purezza” del dungeon e del meccanismo semplicistico dell’ammazza mostri-sali di livello-avanza nel dungeon. Non resta dunque che attendere i nuovi albi di Tower Dungeon e i nuovi romanzi dedicati a Carl per capire quanto questi due dungeon, per certi aspetti così diversi e per qualche altro così simili, possano essere accostati.

Tsutomo Nihei

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