ABSTRACT
Una discesa nel mondo dei fumetti di Dolcett che sono diventati il simbolo, nei recessi più oscuri della rete, di una serie di perversioni sessuali umane legate in particolare alla morte e al cannibalismo.
AVVERTENZE
Sei sei minorenne o comunque non sei legalmente responsabile delle tue azioni/letture EVITA di leggere questo post. Sconsiglio assolutamente la lettura anche a chi si senta disturbata/o e/o offesa/o da descrizioni e rappresentazioni di:
- sesso, anche non consensuale;
- torture, anche non consensuali;
- uccisioni;
- cannibalismo;
- incesto.
Nelle immagini a corredo del post utili per mostrare le caratteristiche dei “disegnatori” eviterò riferimenti grafici agli elementi sopra descritti (anche se ci sarà qualche parziale nudità), riferimenti però inevitabili nelle didascalie e soprattutto nelle descrizioni dei fumetti stessi. Per questo, se già in anticipo sai che queste cose ti disturbano, ti mettono a disagio, ti fanno arrabbiare, ti disgustano, NON proseguire con la lettura.
Fallo solo se, nonostante l’indubbio carattere perverso e disturbante di queste storie, sei interessata/o a esplorare un lato decisamente oscuro della rappresentazione “artistica” delle perversioni sessuali umane.
Inoltre anche se sei maggiorenne e le tematiche sopra riportate non le escludi per principio da opere di fantasia, fai estrema attenzione ai link nel post. Li ho tutti visitati ad agosto 2025 utilizzando una VPN e TOR. Se desideri cliccare ti consiglio di fare altrettanto e comunque di essere sempre estremamente cauto a scaricare materiale e a cliccare sui link presenti nei siti. Inoltre alcuni di questi siti potrebbero essere bloccati e/o tracciati dalla Polizia Postale.
MOTIVAZIONI
Perché un post su Dolcett? Perché è, da almeno 35 anni, un fenomeno oscuro della Rete. Perché sono da sempre interessato alla rappresentazione artistica delle perversioni umane: vedere per esempio il post di un anno fa su LOVESICK o la news su Giornale Pop relativa all’uscita della nuova edizione di Psycho Patia Sexualis di Miguel Angel Martin. Proprio a proposito di Psycho Pathia Sexualis, riporto qui parte dell’introduzione di Massimo Galletti (del Centro Fumetto Andrea Pazienza di Cremona): “Psychopatia Sexualis è un libro ambiguo e pericoloso. Racconta storie purtroppo vere, accanto ad altre purtroppo verosimili. Racconta forse la fogna più fogna, il male più male. […] leggendo un libro come questo non può non sfiorarti il sospetto che alla base di tutto ci possano essere anche intenti commerciali, forse addirittura pensieri repressi che camuffati da pamphlet sono diventati piaceri espressi”. Che poi è un ipocrita dire “ti faccio l’introduzione perché si tratta di un fumetto (con l’editore in vari modi collegati al Centro) ma secondo me è uno schifoso speculare su tendenze maligne e morbose”. Peccato che poi tutti rallentiamo e magari ci fermiamo davanti ad un incidente, che le maggiori percentuali di visualizzazione le corse le hanno alla partenza quando ci sono maggiori probabilità di un incidente, che le pagine più lette dei quotidiani sono quelle della cronaca nera (e i quotidiani normalmente sfruttano la cosa mettendo sempre in prima pagina episodi di nera con titoli ad effetto). Abbiamo più o meno tutti e tutte fantasie morbose e più o meno “guilty pleasures”, e la maturità sta appunto nel distinguere tra queste fantasie e azioni e comportamenti moralmente ed eticamente corretti. E i fumetti di Dolcett si ricollegano sia alle fantasie di “cannibalismo consensuale” descritte da Luana Vecchio in LOVESICK sia alle fantasie relative alle psicopatie sessuali (che comprendono stupri, torture e uccisioni) algidamente descritte da Martin. Il principio è lo stesso in fondo di quello su cui baso la difesa dei giochi sparatutto in prima persona: sono giochi e non realtà. Scrivo – ad esempio – queste righe dopo aver giocato per qualche ora a F.E.A.R. (videogioco del 2005 che sto rigiocando), ma non per questo mi sale il desiderio di uscire di casa con un fucile d’assalto sparando su chi mi sta attorno. Qualcuno potrebbe obiettare: bella forza, nel gioco sei un militare in missione contro altre forze militari! Forse allora per capire meglio il mio punto di vista è possibile andare a rileggersi la mia recensione di Postal 2 su FpsTeam:
…un titolo (un videogioco, un libro, un film…) va giudicato in maniera positiva o negativa principalmente considerando se sia riuscito o meno a raggiungere gli obiettivi prefissati. E dato che l’obiettivo di [Postal 2] è quello di metterci nei panni di uno spiantato schizzato che risolve i propri problemi con la violenza e con le armi non disdegnando atti disgustosi e perversi, in questo senso possiamo dire che [Postal 2] è completamente riuscito. Dipende poi dal giocatore, ovvero da noi, “quanto” il protagonista sarà violento, perverso e disgustoso. Fondamentalmente, come visto sopra, nessuno ci obbliga ad uccidere chi non ci attacca, nessuno ci obbliga ad entrare nelle case altrui per trafugare le armi, il denaro ed i medikit, nessuno ci obbliga a salire su un tetto con un fucile di precisione ed ammazzare tutti i passanti. Ma dato che i programmatori ce ne hanno dato la possibilità, perché non farlo? Si tratta infatti solo di eventi virtuali e confonderli con la vita reale è sintomo d’immaturità. Per questo sicuramente [Postal 2] non è gioco adatto a bambini o ad individui patologicamente suggestionabili, ma è altrettanto vero che si tratta di un gioco in grado di fornire inattesi momenti di divertimento a tutti gli altri, in particolar modo proprio quando deraglia nella demenzialità assoluta
Il medesimo principio lo applico per giudicare LOVESICK, Psycho Pathia Sexualis e l’opera di Dolcett (ma anche quella di Magnus, di Manara, ecc.). Il problema semmai è: quanti individui psicologicamente suggestionabili ci sono in giro se l’opera di Dolcett, invece di apparire in curate e prestigiose raccolte di fumetti d’autore, con un’adeguata disamina critica sia a livello estetico, sia a livello psicologico, continua ad essere divulgata dagli anni ‘90 nei recessi della rete, in gruppi e consorterie dedite (davvero?) ad asfissia sessuale, cannibalismo, snuff movie? Tra l’altro, forse anche oltre le intenzioni dell’autore, che pare abbia difeso le proprie opere come motivate esclusivamente dall’intento fantastico, “dolcettish” è diventato sinonimo di opere e interessi dedicati alla “ginofagia”, cioè al cannibalismo rivolto esclusivamente o prevalentemente ai danni di persone di sesso femminile. Cercherò di mostrare invece come questo elemento, sicuramente costitutivo dell’opera fumettistica di Dolcett, non sia da considerare, almeno da un punto di vista “artistico”, il principale. Infatti con questo mio post vorrei andare, per quanto mi è possibile, in controtendenza e provare ad esaminare, in maniera critica appunto, quest’opera.
Piuttosto: come sono arrivato a Dolcett? Internet alla fine degli anni ‘80 e all’inizio degli anni ‘90 non era quella che conosciamo oggi e, per certi versi, assomigliava piuttosto al Dark Web: c’erano le BBS con le loro raccolte di file e i gruppi di discussione, c’erano i primi siti web realizzati in maniera ancora sperimentale e amatoriale. Se Internet oggi è un centro commerciale di dimensioni globali, all’epoca era l’isola dei pirati dove era possibile trovare di tutto in modalità relativamente gratuita (dato che già ti dovevi svenare per potervi accedere tramite la normale linea telefonica), dai programmi, ai saggi e articoli, al materiale pornografico. Se la condivisione di video era ancora un affare proibitivo a livello di connessioni, caricare e scaricare foto o scansioni diventava sempre più facile. Da considerare anche che non esistevano “motori di ricerca” (considerate che i primi motori di ricerca per il web sono a disposizione dal 1993 e che Google compare solo cinque anni dopo – fonte Wikipedia) quindi ci si doveva basare su elenchi di indirizzi di risorse messi in rete da appassionati. Ovviamente la capacità professionale di cercare documenti aiuta e quando si capita su qualcosa di curioso (magari per pura serendipità mentre si stava cercando altro) diventa per me quasi automatico cercarne la fonte e reperire tutto il materiale da essa proveniente potenzialmente interessante. Non ricordo precisamente in quale occasione o contesto ho incontrato per la prima volta Dolcett e il destino delle opere di Dolcett sembra essere quello di non trovare una dimora. Le opere di Dolcett sono sempre state diffuse gratuitamente e quindi devono basare la loro presenza sull’ospitalità e sulla persistenza dei siti che le archiviano.
CHI È DOLCETT?
Chi sia in realtà Dolcett è ancor oggi – per quanto mi risulta, nonostante le ricerche compiute – un mistero. Lo testimonia anche (quella che si definisce) Karyn, una della modelle per le storie di Dolcett, che per svariati anni ha mantenuto un sito, LaCasa de Dolcett con l’archivio delle sue storie. Quell’archivio oggi è mantenuto all’interno di un sottodominio di Darkfetishnet.com. Prima però di riprendere quanto scritto da Karyn (che sia la reale modella per le protagoniste di Karyn’s Choice e Karyn’s Cookout o meno è meno interessante di quello che dettagliatamente scrive sui personaggi dei fumetti dolcettiani), è utile ripercorrere la genesi dei fumetti di Dolcett così come riportato da Retrotek. Tenete presente che ho effettuato delle ricerche incrociate per verificare l’attendibilità dei resoconti, ma stiamo parlando di opere e persone che si sono sempre per lo più mosse nell’anonimato e al di fuori dei circoli culturali ufficiali, per cui le prove di veridicità non possono essere che indiziarie (confrontando vari resoconti e facendo ricerche sulle persone menzionate). All’interno del sito Retroteks House of Gaspers c’è il resoconto più particolareggiato della genesi dei fumetti di Dolcett. Lo riporto qui tradotto (con l’aiuto di Gemini):
Era circa il 1983 quando una giovane donna minuta dai capelli mossi, chiamata “Penny”, incontrò per la prima volta Bill e Merle per realizzare un video casalingo intitolato Gasping. Non era un granché, ma fu l’inizio. Il video finì nelle mani di Lee Feldman, che si mise in contatto con entusiasmo con questa donna e organizzò un incontro. Lee scattò diverse foto e le passò a un suo conoscente di Toronto che ora viveva a New York. Lee lo conosceva solo con un nome: Dolcett. Lee usava molti nomi per e-mail e pubblicazioni: Lee Feldman, Burt Felman, Soloman Kane. (Il suo vero nome era Burton Leon Feldman). Lee sapeva che Dolcett era un artista affermato e gli chiese se poteva inviargli le foto di Penny che aveva scattato. Pensava che Dolcett potesse trarne ispirazione per uno dei personaggi dei suoi disegni. Dolcett rimase impressionato e chiese altre foto con temi diversi.
Non passò molto tempo prima che Penny iniziasse a ricevere posta da Dolcett. Erano lettere di apprezzamento e disegni che Dolcett aveva realizzato con immagini che somigliavano a Penny. Non solo uno o due, ma dozzine di disegni che Penny definiva “fantastici”. Nel 1985, Penny viveva a Las Vegas, dove incontrò diversi altri “appassionati” e il “Mucchio Selvaggio” prese d’assalto il lato oscuro di Las Vegas. Lee ideava scenari per servizi fotografici e passava le foto a Dolcett, che ora trascorreva molto tempo a creare disegni in bianco e nero, a colori, a carboncino e con altre tecniche. Dolcett e Penny iniziarono a lavorare su The Tightrope Zone.
Ogni volta che Dolcett creava un nuovo capolavoro, Lee, che aveva l’attrezzatura adeguata, lo scansionava lo pubblicava su Internet, aggiungendolo al suo archivio di Dolcett. A volte Dolcett partecipava a queste sessioni di asfissia e, sebbene all’epoca si lasciasse fotografare, Lee modificava l’immagine di Dolcett per proteggere la sua misteriosa identità. Per tutto questo tempo, Dolcett continuò a disegnare e Lee e ora anche altri lavoravano alla scansione delle immagini e alla loro pubblicazione online.
Nell’archivio di Dolcett è possibile trovare uno stupendo ritratto di Penny Larson a colori che ripropongo qui sotto (parzialmente censurato) assieme a foto delle sue performance di asfissia dall’archivio di Retrotek.


In considerazione del fatto che The Tightrope Zone viene individuato come la prima storia realizzata da Dolcett, riporto qui sotto alcune pagine della stessa. Nell’archivio già linkato c’è la storia completa, ovviamente non censurata, ma – come per le altre storie presenti nell’archivio e in generale recuperabili su forum di fumetti pornografici – con le varie vignette non impaginate ma riprodotte singolarmente. Tra l’altro ormai in rete sui detti siti si trovano quasi solo versioni piattamente e orribilmente colorate dei fumetti dolcettiani o, ancora più terribilmente, orripilantemente rifatte (come ad esempio The Current Affair) da evitare assolutamente. Versioni “impaginate” sono invece disponibili (in pdf o in cbz) sul sito Anna’s Archive (tra l’altro nella ricerca di Dolcett su questo archivio – un deposito non proprio legale di letteratura e fumetti – escono anche le opere letterarie di un nuovo genere che sento nominare per la prima volta: transgressive horrotica – di Regina Wells, che leggerei volentieri se la mia conoscenza dell’inglese fosse migliore). In The Tightrope Zone Penny Larson si perde in auto nel deserto, ma quando si ferma a Felman Flats per chiedere indicazioni, viene arrestata per non avere inserito l’indicatore di direzione. Il giudice le commina una multa di 25 dollari, ma non avendo lei contante, commuta la sentenza in pena di morte per impiccagione la mattina seguente. In aggiunta alla condanna è costretta ad essere portata nuda in cella dove riesce ad ottenere un vestito dal pastore solo in cambio di un rapporto orale. La mattina seguente Penny viene portata al patibolo e ripetutamente stuprata mentre sta soffocando ed infine impalata per non essere ancora morta dopo venti minuti dall’inizio dell’esecuzione. Dopo di lei vengono impiccate altre cinque donne, i cui cadaveri sono successivamente recapitati al ristorante per rimpinguare la riserva di carne, mentre quello di Penny Larson il giudice lo tiene come suppellettile per la propria casa.




Già la prima storia contiene quasi tutti gli elementi che caratterizzeranno i fumetti di Dolcett: sesso (consensuale ma più spesso non), morte (preferibilmente per asfissia) collegata all’elemento erotico, ginofagia (cioè la destinazione dei cadaveri al consumo alimentare). Nelle storie seguenti Dolcett immaginerà una lotteria in cui vengono estratti i nominativi delle donne da uccidere e una macchina automatica che macella la malcapitata e la prepara per essere posizionata direttamente sul barbeque.
La macchina in questione è la “Jessica 3000 Autospit” e viene descritta nella storia Merideth’s Last Interview. In questa storia la protagonista è la giornalista Merideth Vierra, che intende realizzare un servizio in stile “Mela Verde” sul famoso produttore di carne umana Merle Hill. Assieme ad un cineoperatore si reca quindi nell’azienda di Hill per mostrare agli spettatori del suo programma come le donne destinate a diventare piatti sulle tavole sono trattate. Per capire meglio cosa succede alle donne selezionate per il processo di macellazione, Merideth si spoglia come le altre donne e si fa depilare. Osserva le macchine per la decapitazione industriale e infine si fa mostrare il funzionamento dell’impalatrice automatica Jessica 3000 che, senza bisogno di intervento umano, blocca la donna, la impala e la svuota delle viscere. Merideth intende effettuare solo una prova dimostrativa, senza subire fino in fondo il processo di impalamento, ma Merle Hill, una volta che lei è bloccata sulla macchina, dopo averla costretta ad un rapporto orale, avvia la macchina e la mette poi allo spiedo, offrendone infine succulenti bocconi ai suoi ospiti.
Per “datare” la produzione di Dolcett (cosa non semplice perché nelle sue storie normalmente non ci sono riferimenti all’attualità) può essere estremamente utile una vignetta singola da lui realizzata e che riporto qui sotto parzialmente censurata.

In questa vignetta vediamo una donna che ne sta impiccando un’altra che chiama “Marla”. Marla implora la prima – a cui si riferisce come “signora Trump” – di risparmiarla assicurandole che non avrebbe mai più rivisto Donald. Dal che è possibile dedurre che la prima è la prima moglie di Donald Trump che vorrebbe uccidere quella che diventerà la seconda moglie di Trump, Marla Maples. Dato che il divorzio di Trump con Ivana avviene nel 1992 e che il gossip sulla relazione di Trump con la Maples circolava dal ‘90, è possibile datare la vignetta con relativa sicurezza nell’arco temporale che va dal 1990 al 1992. Qui sotto le foto di Ivana Marie Zelníčková e di Marla Maples.


LA VERSIONE DI KARYN
Forse vi sarete accorti che il nome di uno dei personaggi è ripreso dalle persone che circondavano Dolcett: Merle, che appare anche in un’altra delle fondamentali storie, Ali’s Bet, che però vedremo più avanti. Qui invece è il momento di riportare quanto (la presunta) Karyn spiega a proposito dei personaggi di Dolcett, per cui lei stessa è stata presa a modello (la spiegazione è contenuta nella pagina Dolcett: The Man, The Mystery… nell’archivio delle storie di Dolcett).
Nonostante alcuni tentativi di fare il “detective della rete”, Dolcett è rimasto per molto tempo un mistero quasi completo per me (e in larga misura, lo è ancora). Nel dicembre 1997 ho avuto il privilegio di ricevere un’e-mail da Dolcett (il fatto che questa persona fosse, in effetti, “il vero” Dolcett è fuori discussione: lo ha dimostrato senza ombra di dubbio). È una persona molto riservata e cauta (i nostri contatti iniziali sono avvenuti tramite un intermediario) e credo che sia sinceramente sorpreso da quanto sia popolare la sua arte! Sebbene abbia incluso un “autoritratto” nella sua storia, The Tightrope Zone, e i fan di lunga data noteranno che questo volto (il boia, “Mr. Dolcett”) sembra molto simile a uno che è apparso in molti dei suoi altri disegni, da quello che mi è stato detto non è così che Dolcett appare nella realtà. Tuttavia potrebbe non essere lo stesso per tutti i suoi personaggi. Anche se Dolcett stesso ammette che i personaggi nella sua arte tendono ad assomigliarsi un po’, alcuni di loro sono, in effetti, basati su persone reali.
Uno dei suoi soggetti preferiti (a giudicare dal numero di volte che è apparsa) è una certa Penny Larson. Penny, che ha “recitato” in The Tightrope Zone (per non parlare di una serie di altri lavori di Dolcett) è una donna bisessuale con fantasie di essere torturata/giustiziata in vari modi. I fan di lunga data di Dolcett ricorderanno che le storie e i disegni con Penny spesso includono l’uso di stecche da biliardo per l’impalamento… Dolcett mi ha detto che il commento di Penny ogni volta che questa cosa le veniva menzionata era sempre: “assicurati di passarci il gesso prima”). Penny vive attualmente nel sud della California e conosce Dolcett dalla metà degli anni ’80. Dolcett ha realizzato numerosi disegni su di lei (alcuni dei quali glieli ha dedicati), e lei mi dice che The Mob è basato su una storia che lei ha scritto [anche se in realtà The Mob non è proprio una storia ma una sequenza di quattro vignette dove l’alter ego di Penny viene stuprata e uccisa a colpi di pistola]. Inoltre, c’è stata una serie di immagini fotografiche di impiccagioni/asfissie apparse su Usenet (alt.sex.asphyx [è possibile scaricare le sottodirectory del “gruppo di discussione” Usenet “alt.sex” in formato compresso .gz da Archive.org: ATTENZIONE ARCHIVIO NON CONTROLLATO]) in cui lei è protagonista. Penny mi ha detto di aver voluto essere una modella di bondage professionista fin dal college. Da quello che mi è stato detto, uno dei gentiluomini mascherati nelle foto dell’impiccagione non è altri che Merle Hill (vedi sotto), e Lee Felman (vedi sotto) era il fotografo.
Un altro personaggio ricorrente è Lee Felman [Felman o Feldman come scrive Retrotek? In realtà ho trovato qualche ricorrenza nella forma usata da Karyn, ma secondo Retrotek era abituale per il personaggio il variare pseudonimi]. Anche Lee è apparso in diversi disegni di Dolcett e ho corrisposto via e-mail con un individuo che afferma di essere Lee (credo che lo sia). Tornando ancora a The Tightrope Zone, si può notare che Lee era lo sceriffo che ha arrestato Penny. Un altro disegno, che mostra una donna che viene strangolata nell’armadio mentre la sua amica le chiede in prestito una giarrettiera, è dedicato a Lee da Dolcett. Questo è uno di una serie di disegni che Dolcett ha realizzato basandosi sulla storia di Lee, Castle Whipcord [la storia potrebbe essere conservata qui]. Si dice che Lee sia interessato all’asfissia, ma non condivida l’interesse di Dolcett per l’impalamento, ecc. Lee è stato una fonte eccezionalmente ricca di materiale su Dolcett per i fan di Internet e mi è stato detto che ha molti altri Dolcett precedentemente “sconosciuti” in attesa di essere scansionati (a margine: ho sentito che Lee è stato molto malato negli ultimi mesi; questo potrebbe spiegare la scarsità di nuovi Dolcett in rete. Spero che tutti si uniscano a me nel fargli gli auguri!) [Retrotek sostiene di aver messo tutto il materiale scansionato di Dolcett nel sito The Dark Spot, ma questo sito è accessibile solo a seguito di registrazione non automatica e successivamente a libera donazione: escludendo la libera donazione non mi è stato possibile verificare la presenza di quanto dichiarato, per quanto vi siano dei messaggi relativi a – piuttosto che di – Retrotek]. Una delle immagini di Dolcett in cui appare Lee lo mostra sul punto di impiccare la sua segretaria per il suo compleanno (uno dei “benefit aziendali” speciali, secondo il dialogo). La segretaria somiglia molto a un altro volto ricorrente nel lavoro di Dolcett. Lee mi dice che la donna in questione è sua moglie, Ali.
Secondo Lee, Ali è un altro membro della cerchia ristretta di Dolcett, ma a differenza di Penny, è strettamente eterosessuale e monogama. Si dice che Ali abbia fatto da modella per il personaggio “Nena” in Housewife’s Hangup di Dolcett per ogni disegno tranne la scena lesbica. C’è anche una storia chiamata Ali’s Bet in cui lei è protagonista, insieme a Penny, Lee e altri personaggi abituali di Dolcett: Merle e Jessica Hill (vedi sotto). Ali è il soggetto di un disegno autonomo di Dolcett chiamato Garage Gallows).
Un altro personaggio ricorrente nel lavoro di Dolcett di cui si sa poco è una donna di nome Marsha. Marsha ha fatto dei cameo in numerosi disegni di Dolcett. Un personaggio che le somiglia molto (esito a dire con certezza che sia la stessa persona) è stato una volta chiamato “Ms. Grant” in un altro disegno di Dolcett, anche se non si sa se questo sia un indizio del suo vero nome. Da quello che ho capito, Marsha era una conoscente di Dolcett di quando viveva a New York, molto interessata alle impiccagioni, ma che da allora si è allontanata dalla scena.
Alcuni dei primi lavori di Dolcett presentano un personaggio di nome Merle Hill. Anche lui è una persona reale, e in effetti ho ricevuto e-mail da Merle. Merle vive in Colorado con sua moglie Jessica ed è apparso in diversi disegni autonomi di Dolcett, così come in Merideth’s Last Interview (mi è stato detto che è stato lui a suggerire la storia a Dolcett; è anche colui che ha avuto l’idea per Feast Day). Riferimenti a Merle si vedono a volte in altri disegni di Dolcett anche quando Merle stesso non c’è (“Hill’s Fine Meats” a volte adorna i camion da macellaio che stanno raccogliendo o scaricando donne). Jessica, che Merle dice condivida il suo interesse per il cannibalismo, è apparsa in un piccolo numero di disegni di Dolcett e nella storia Ali’s Bet.
Un altro personaggio che credo sia basato su una persona reale è Joanne, di The Execution of Joanne. Da quello che sono riuscita a raccogliere, Joanne era, all’epoca, una studentessa d’arte che viveva a Londra, in Inghilterra. È molto interessata alle impiccagioni e al cannibalismo e The Execution of Joanne si basava su una sua fantasia. A quanto pare è (o era) una conoscente di Penny Larson e ha inviato a Dolcett numerose fotografie che lui ha usato per i suoi disegni. Assomiglia a personaggi in diversi altri disegni di Dolcett, ma non è noto se quei disegni fossero di (o basati su) Joanne.
Una delle modelle più recenti di Dolcett è Karyn (sono io!). Karyn è apparsa in Karyn’s Choice e Karyn’s Cookout, così come in una serie di disegni autonomi, che Dolcett ha realizzato per ringraziarla dei suoi sforzi nell’assemblare La Casa de Dolcett. Anche se alcune persone avevano precedentemente suggerito che Karyn fosse in realtà Dolcett, non è così. Dato che sono io Karyn, penso di poter affermare senza timore di smentite che Karyn è una fan devota di Dolcett, che è assolutamente entusiasta di poter servire come modella per i suoi disegni, ma il suo unico contributo all’arte di Dolcett è un po’ di dialogo e forse un’idea o due (o tre o dieci).
Un’altra relativa “new entry” nella lista delle “Dolcett Girls” è Kay Milton. Kay, che ha anche usato lo pseudonimo di “Madame X”, dice di essere un’esibizionista e di divertirsi a farsi fotografare nuda, e ha fatto da modella per suo marito (un fotografo) per un certo numero di anni. È stata la protagonista di A Current Affair, che Dolcett ha disegnato basandosi su un’idea di storia che lei aveva suggerito e su alcune foto che suo marito aveva scattato, e di Dinner by Design. Kay dice che i suoi interessi si concentrano sull’uso di armi, elettricità e asfissia durante il sesso.
L’arte di Dolcett spazia su una serie di interessi. L’asfissia (specialmente l’impiccagione) e la ginofagia (il mangiare donne), specialmente dopo l’impalamento, sembrano essere i soggetti più frequenti, ma l’esecuzione tramite armi da fuoco, elettrocuzione, decapitazione e diverse torture più esotiche (come l’uso di miele e formiche) sono incluse nel suo portfolio. Ho sentito dire che Dolcett ha iniziato a creare questi capolavori come sfogo per le sue fantasie, e Dolcett stesso dice che li crea da quando ha imparato a disegnare. Copie di alcune delle sue opere sono arrivate sul mercato commerciale, ma non era questa la sua intenzione. Dolcett produce la sua arte interamente per il proprio divertimento: non ha MAI venduto nessuna delle sue opere; le regala e basta.
Dolcett è un artista generoso e dedito. Gli piace concentrarsi sui pensieri/sentimenti del personaggio centrale mentre viene “spenta”, e il suo tema preferito è la “vittima consenziente”. Dolcett mi ha scritto: “Ho esplorato quasi tutto a un certo punto, ma una volontaria eccitata è sempre stata la preferita. Di solito non lavoro da un punto di vista sadico e i veri aspetti della tortura e del dolore non fanno parte delle mie fantasie, anche in quelle più pesanti”. Cosa posso dire di più? Ho sempre pensato che le donne nell’arte di Dolcett fossero fondamentalmente partecipanti consensuali, anche quando la trama indicava che non lo erano… Ho anche detto che pensavo che l’arte di Dolcett si avvicinasse alle donne con un atteggiamento di riverenza e apprezzamento – certamente MAI con un atteggiamento di odio o rabbia – e penso di essere stata confermata.







Grazie a Karyn abbiamo già un elenco delle opere di Dolcett, di protagonisti e protagoniste abituali, e delle tematiche utilizzate. Un elenco più esteso è possibile riprenderlo dalla voce “Dolcett” su Anarchopedia:
- Club X
- Fantasy BBQ
- Merideth’s Last Interview (la protagonista, Merideth Vierra, è la versione della giornalista e conduttrice televisiva statunitense Meredith Vieira)
- Ali’s Bet
- The Execution of Joanne
- Current Affair
- Feast Day
- Head or Tails
- Housewife’s Hangup
- Lunch Date
- Tightrope Zone
- Volunteer Pig
- Dinner by Design
- The Roasting Grotto
- Texas Twister
- Karyn’s Choice
- Karyn’s Cookout
DOLCETT E L’IRONIA
Karyn sostiene che “le donne nell’arte di Dolcett fossero fondamentalmente partecipanti consensuali” ed è sostanzialmente vero per tutte quelle le storie che, nonostante rappresentino scene di violenza e morte, hanno un tono – se possibile – leggero ed ironico (come è possibile vedere nelle pagine riportate da The Tightrope Zone). Lo è particolarmente per un terzetto di storie: Head or Tails, Ali’s Bet e The Current Affair.
In Head or Tails Dolcett racconta di come Jake, che lavora producendo cadaveri femminili per la produzione di cibo, si presenti alla porta di sua nipote Carrie (la figlia della sorella della moglie: quindi tecnicamente non siamo qui in zona incesto) annunciandole che il suo nome è stato estratto. Jake le fa scegliere tra tre tipi di esecuzione: impiccagione, decapitazione, elettrocuzione. Carrie sceglie la seconda considerandola la più veloce e che implica minore sofferenza ed esprime come ultimo desiderio la richiesta di un rapporto sessuale che lo zio le concede velocemente mentre la lega e la prepara. Una volta decapitata (ed aver fatto di nuovo sesso col cadavere), porta Carrie alla moglie per farlo arrosto sul barbeque, svelandole che il suo nome non era affatto stato estratto. La moglie non sembra troppo addolorata per la sorte della nipote, anzi afferma che si mangerebbe pure la sorella.

Ali’s Bet è la storia decisamente più complessa e divertente di Ali che si lamenta col marito desiderando un’auto nuova. Il marito le propone una scommessa: lanciano una moneta e se Ali vince ottiene un’auto nuova, se perde ottiene ugualmente un’auto nuova ma deve sopravvivere ad un gioco il successivo sabato: entro sabato deve dimagrire 10 libbre (approssimativamente 4 chili e mezzo) e, per ogni libbra non persa deve rimanere impiccata per 5 minuti. Ali accetta e sfortunatamente perde la scommessa. Il resto della settimana Ali lo trascorre tra dieta ferrea e palestra, ma comunque riesce a dimagrire solo di 6 libbre e quindi dovrà restare appesa alla corda per venti minuti. L’impiccagione avviene ad una festa tra amici dato che anche Penny (Larson) ha fatto e perso la medesima scommessa. Tra di loro c’è pure Merle, che è il grigliatore ufficiale e spera di avere entrambe sulla sua griglia. Dopo che Ali e Penny sono state spogliate e preparate (per Ali anche con un terzetto sessuale in pubblico non proprio gradito), vengono entrambe impiccate. Mentre Ali e Penny stanno agonizzando, i presenti al party si divertono di fronte a loro con un po’ di sesso di gruppo. Alla fine solo Ali riesce a sopravvivere alla prova, così si unisce agli altri per il party mentre Penny arrostisce sullo spiedo. Ali’s Bet in varie delle versioni presenti in rete, compresa quella nell’archivio già segnalato, è “censurata” perché si pensa che Dolcett abbia preso come modella per le sue fattezze la moglie (come raccontato anche da Karyn). Per vedere una copia della storia non censurata è possibile andare sul blog di Marcel Lee, che oltre a questa riporta altre otto storie di Dolcett in formato agevolmente leggibile online (cioè non c’è niente da scaricare).




Infine The Current Affair, che è una delle mie due storie preferite di Dolcett (assieme a The Execution of Joanne). Già il titolo gioca sull’ambiguità della parola “current” che, in inglese come in italiano, ha il duplice significato di attuale e di corrente elettrica. Protagonista della storia è Kay Milton, una donna avvenente ma un po’ superficiale a cui la sua amica Jenny chiede di prendere il suo posto in una serata di beneficenza della The Dolcett Assoc. dato che il suo volo è stato cancellato e non può riuscire ad arrivare in tempo. Quello che Jenny ha riferito a Kay è che deve effettuare una specie di performance di sottomissione. L’organizzatore le spiega che questa però è solo una parte della serata: i partecipanti hanno complessivamente donato 10.000 dollari ognuno per assistere al primo utilizzo di una nuova sedia elettrica. Kay (non proprio la più sveglia della sua classe) ammette di essere sempre stata eccitata dall’elettricità, ma chiede se riuscirà a terminare in tempo per vedere suo marito. Tutto il dialogo tra Kay e l’organizzatore nelle prime pagine della storia è degno della migliore dark comedy. Comunque sostanzialmente la sedia elettrica non ha una calotta che va sulla testa del condannato friggendogli il cervello, ma piuttosto è costituito da elettrodi collegati o infilati a seni vagina e ano. La scarica iniziale è piuttosto bassa e ciò, invece di infastidire Kay, la fa venire per ben due volte (con sua suprema vergogna nel farlo davanti ad un pubblico). Ma poi il voltaggio (o l’amperaggio: nel fumetto non è specificato e io di certo non sono un esperto in materia) viene bruscamente alzato e Kay inizia a friggere. Dopo venti minuti arriva il marito proprio quando lo show arriva al suo finale e la potenza della sedia viene portata al massimo terminando Kay. Ovviamente per raccogliere altri fondi il suo corpo viene messo all’asta col cartello pubblicitario “femmina appena folgorata (ancora calda)”. Evitate le versioni colorate o ridisegnate che non solo assolutamente al livello dei disegni originali di Dolcett. Di The Current Affair è pure stata realizzata anche una versione filmata con attori reali: Dolcett Tales 1 (assieme ad altre versioni di opere dolcettiane, come è possibile immaginare dal titolo) dalla casa di produzione Peachy Keen Films (anche solo la sigla: PKF) Studios dedita a violenti video pornografici e fake snuff movie. Il video è del 2011 e non è più disponibile sul sito ma è caricato integralmente sulla piattaforma Motherless.com col titolo Dolcett Tales – Electric Chair (ATTENZIONE: L’ACCESSO A QUESTO SITO È BLOCCATO DALLA POLIZIA POSTALE ED È POSSIBILE ACCEDERVI SOLO TRAMITE VPN: si tratta di una sorta di PornHub in cui è possibile trovare immagini e video di tutte le immaginabili perversioni sessuali). Il video è orrendo e gli attori sono cani, ma il dubbio è che anche avendo avuto maggiori risorse per la messa in scena e per la scelta di attori che sapessero recitare, il risultato sarebbe stato comunque pessimo perché il mondo di Dolcett ha un senso solo all’interno del medium bidimensionale dei fumetti in cui è lasciato al lettore l’immaginazione del contesto.

DOLCETT TRAGICO
Ma non tutte le opere di Dolcett hanno un retrogusto comico dietro la rappresentazione di morte e ginofagia. Ce ne sono almeno un paio che sono grandiosamente tragiche: Housewife Hangout e The Execution of Joanne. Entrambe hanno una trama apparentemente semplice: nella prima Nena è una moglie che tradisce spudoratamente il marito e questo fa organizzare in segreto una festa sessuale in suo onore alla fine della quale però si vendica impiccandola. Nella seconda Joanna è nel braccio della morte del riformatorio londinese. Sa quindi cosa la attende ma non ne conosce il motivo e questo fino alla fine è per lei (e per il lettore o la lettrice) motivo di sconcerto e più profonda disperazione. Passano i giorni fino a quando il suo nome esce sulla lista delle esecuzioni del giorno dopo. Essendo la prima della lista i secondini la sottomettono al loro rituale di stupro prima di condurla alla forza. In quel mentre arriva però il padre di Joanna da cui questa spera di essere salvata. Il padre però le spiega che non è li per salvarla ma per assistere alla sua esecuzione e non solo scommette con gli altri presenti quanto la figlia sopravviverà all’impiccagione, ma prima della stessa la umilia stuprandola egli stesso. Dolcett riesce a catturare perfettamente lo sconcerto e lo sgomento, la profonda disperazione di Joanna che prima di tutto si chiede a cosa sia dovuto il destino che le è riservato. Forse è utile dare credito a Karyn e pensare che la storia non sia interamente di Dolcett, tanto ha un registro diverso rispetto alle altre. Comunque è anche da sottolineare che The Execution of Joanna è, per quanto mi è dato di sapere, una delle due storie in cui esplicitamente nelle opere di Dolcett viene rappresentato il tema dell’incesto. Il secondo è Lunch Date dove madre e figlia ricevono l’avviso che sono state selezionate per essere macellate e, piuttosto che essere impalate e arrostite vive, chiedono al marito/padre di rientrare dal lavoro per essere decapitate da lui. Prima però dell’esecuzione chiedono e ottengono entrambe di esaudire un ultimo desiderio sessuale.


DOLCETTISH ED EPIGONI
Molti si sono ispirati a Dolcett e i siti che contengono fumetti porno hanno più o meno sempre qualche autore “dolcettish”, che si rifà cioè alle storie e ai temi di Dolcett. Fino all’anno scorso era anche attivo il sito (che oggi è possibile vedere solo archiviato su Internet Archive) “Dolcett Academy” che raccoglieva le opere di artisti che si ispiravano esplicitamente a Dolcett. Intanto però le opere erano (e per lo più sono) tutte realizzate mediante la modellazione 3D: personaggi e ambienti si assomigliano pertanto un po’ tutti (fatta salva l’abilità e il tempo dedicato da ogni autore) e soprattutto molte delle storie si focalizzano in maniera fin troppo dettagliata sulla minuziosa rappresentazione dell’uccisione e o della preparazione più o meno culinaria della donna di turno. Quello che è la forza di Dolcett – il sapere creare una storia con pochissimi ingredienti e con alfabeto grafico tutto sommato limitato e ripetitivo – è rarissimo da trovare nelle nuove storie che spesso… non hanno alcuna storia, sono solo un espediente per mostrare la donna di turno impiccata piuttosto che inserita nella cervelloticamente elaborata macchina per macellarla e cuocerla in modo automatico. Pura pornografia quindi, senza nessuno degli elementi comici o tragici che ho cercato di sottolineare nelle opere di Dolcett. Le storie di Dolcett riescono ad essere “calde” ed empatiche, grazie anche al loro essere “disegnate”, mentre quelle degli epigoni sono mediamente “fredde”, e non solo perché realizzate graficamente al computer. La differenza potrebbe essere dovuta al fatto che Dolcett si divertiva assieme a modelle e produttori di porno (per quanto morbosi), e riproduceva quelle persone affidandosi anche alle loro fantasie e ispirazioni, mentre le “nuove” storie sembrano essere semplicemente le visualizzazione di fantasie solipsistiche?
CONCLUSIONE
Torno a Psycho Pathia Sexualis di Miguel Angel Martin (che attualmente è raccolta nel volume Total OverFuck di NPE) per un confronto. L’opera è stata originariamente pubblicata da Martin nel 1992 e quindi è contemporanea ad almeno alcune delle storie di Dolcett. Martin opta per uno stile grafico molto “fumettistico”, quasi da cartone animato per bambini, e questo rende le sue storie di sesso e violenza ancor più allucinanti. In più il mood dei personaggi si avvicina a quello dei protagonisti di America Psycho di Bret Easton Ellis: perennemente annoiati anche quando compiono i delitti più efferati. Nel fumetto di Martin il lettore e la lettrice sono immersi nella più completo vuoto empatico e le emozioni, che siano di eccitazione o raccapriccio sono loro a doverceli mettere. In Dolcett la situazione è esattamente all’opposto: i disegni sono sostanzialmente realistici e se c’è un minimo effetto caricaturale, questo viene riservato ai personaggi maschili (e soprattutto ai loro organi sessuali ingranditi – soprattutto il glande – anche se però senza esagerare): i personaggi femminili sono resi invece con grande attenzione e cura sia nella rappresentazione anatomica, sia nella raffigurazione dei sentimenti. In più – se escludiamo i già menzionati tragici Housewife Hangup e The Execution of Joanna, tutti si svolgono in un clima di festa e divertimento, in alcuni casi con l’autolesionistico consenso delle malcapitate vittime. Un altro elemento che li differenzia è che, mentre quello di Martin è un progetto professionale, estetiche e tematiche realizzate per promuoversi come autore grafico e di fumetti, quello di Dolcett è sostanzialmente un hobby: qualcosa realizzato per regalarlo ad amici e a compagni di passioni (e perversioni) che sono loro poi ad aver diffuso senza però che in alcun modo l’autore ne avesse o ne volesse un ritorno economico o professionale.
Un elemento negativo in Dolcett è piuttosto l’adesione e la perpetuazione di un’ottica patriarcale: solo le donne sono uccise e mangiate. In realtà fa giustificare ai suoi personaggi il cannibalismo in risposta alla sovrappopolazione mondiale e la scelta di utilizzare esclusivamente le donne avviene perché (in Dinner by Design è Kay Milton a sostenerlo in una sua ricerca accademica) “il corpo di una donna è naturalmente più tenero e più carnoso in alcune zone”, ma in realtà è evidente come non lo eccitino altrettanto scene di esecuzioni compiuti sui maschi. In questo Martin è decisamente più “democratico”: le vittime nei suoi fumetti sono equanimemente maschi e femmine, adulti e bambini.
In conclusione è assurdo che non ci siano studi critici sull’opera di Dolcett e che questa non sia ancora raccolta in una edizione critica che la sottragga ai circoli internet legati alla perversione sessuale e la analizzi sia da un punto di vista estetico sia da un punto di vista di sociologia culturale, dato che indiscutibilmente è il prodotto culturale di una ben precisa nicchia della società umana.
Link nel post:
- Mio post su LOVESICK: https://ossessionicontaminazioni.com/2024/07/02/lovesick-bdsm-e-cannibalismo-a-fumetti
- News su Psycho Pathia Sexualis: https://www.giornalepop.com/torna-il-censuratissimo-psycho-patia-sexualis-di-martin
- Mia recensione di Postal 2 su FpsTeam: https://www.fpsteam.it/postal2.htm
- DeviantArt: https://www.deviantart.com
- Voce Motori di ricerca su Wikipedia: https://it.wikipedia.org/wiki/Motore_di_ricerca#Lista
- Archivio dei fumetti e disegni di Dolcett: https://necrobabes.darkfetishnet.com/dolcett/main.htm
- Sezione del sito Retroteks House of Gaspers dedicata a Dolcett: http://houseofgaspers.com/patiodrawings/Dolcett/indexenter.html
- I fumetti di Dolcett scaricabili da Anna’s Archive: https://annas-archive.org/search?q=Dolcett
- Sito di Regina Wells: https://hrhdegenetrix.com/
- Dolcett: The Man, The Mystery… di Karyn: https://necrobabes.darkfetishnet.com/dolcett/who.htm
- Archivio dei gruppi alt.sex di Usenet: https://archive.org/download/usenet-alt.sex ATTENZIONE: ARCHIVIO NON CONTROLLATO!
- Castle Whipcord di Lee Felman (o Feldman): https://www.nyx.net/~anon5ab7/cw/
- The Dark Spot (sito su cui Retrotek sostiene di aver caricato tutto le scensioni dai disegni originali di Dolcett): http://thedarkspot.com/
- Voce “Dolcett” su Anarchopedia: http://eng.anarchopedia.org/Dolcett
- Voce “Meredith Vieira” su Wikipedia: https://it.wikipedia.org/wiki/Meredith_Vieira
- I post con storie di Dolcett sul blog di Marcel Lee: https://marcellee.com/?s=dolcett
- Sito di PKF Studios: https://www.pkfstudios.com/updates/
- Video integrale di Dolcett Tales: Electric Chair (versione live di The Current Affair) [ATTENZIONE: L’ACCESSO A QUESTO SITO È BLOCCATO DALLA POLIZIA POSTALE ED È POSSIBILE ACCEDERVI SOLO TRAMITE VPN]: https://motherless.com/DE91971
- Dolcett Academy su Internet Archive: https://web.archive.org/web/20240904122000/https://dolcettacademy.com/
- Pagina dedicata a Total OverFuck sul sito di Nicola Pesce Editore (NPE): https://edizioninpe.it/product/total-overfuck-ed-brossurata/

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