La recente ri-pubblicazione a cura di Paolo Bettineschi per Morcelliana della relazione di Gustavo Bontadini su Gentile e la metafisica, che Bontadini presentò al Convegno tenuto a Roma nel 1975 e i cui Atti furono pubblicati due anni dopo col titolo Enciclopedia 76-77. Il pensiero di Giovanni Gentile, mi permette di tornare sulla figura di Giovanni Gentile, richiamata strumentalmente sia da chi lo vuole esaltare collegandolo al fascismo sia da chi, per lo stesso motivo, vorrebbe fosse dimenticato.

In realtà lo scritto bontadiniano è relativamente breve (meno di 100 pagine più altre 30 per il saggio introduttivo di Bettineschi) e probabilmente sconta nell’argomentazione una mancanza di approfondimento. La tesi bontadianiana espressa in questo scritto è che l’attualismo supera le critiche gnoseologiche alla metafisica e dando priorità assoluta al pensiero nel suo divenire, di fatto riapre lo spazio alla metafisica.

Quando l’idealismo sopprime il dualismo gnoseologico presupposto, toglie di mezzo il motivo criticistico che contrasta la possibilità della metafisica. (p. 56)

L’equivoco sta nel ritenere che l’esser chiusi nel pensiero costituisca, per sé, un limite, sta nel misconoscere la pura relatività del pensiero stesso (capace di trascendere le proprie stesse strutture tecniche, appunto rendendosene conto). Ritenere che la formula vincente dell’idealismo – «dal pensiero non si esce» – escluda l’essere dal pensiero, equivale a offrire una concezione materialistica del pensiero (…) tutta opposta all’intenzione idealistica. (p. 57-58)

Certo Gentile passava indifferente, anzi trionfalmente, dinnanzi al suo divenire, che, in quanto divenire del pensiero, egli designava come «quel non essere che è, quell’essere che non è», cioè dinnanzi all’enunciato più contraddittorio che si possa enunciare. Ma noi sappiamo il significato di questo paradosso, il quale va letto in chiave non-taletiana, cioè come riferito, non all’interpretazione del reale (piano taletiano), ma all’attività che produce l’interpretazione del reale, e che, come vitalità pensante, è sempre oltre i suoi conseguiti risultati (piano non-taletiano). La metafisica, instaurandosi sul piano taletiano, non ha nulla da temere da ciò che si verifica sull’altro piano: la contraddizione consiste nell’affermare e negare idem de eodem secundum idem, perciò il gentiliano «essere che non è» non può entrare in conflitto col parmenideo «essere che non può non essere» (…). (p. 64-65)

Per Bontadini perciò l’attualismo permette la riproposizione della metafisica – cioè della riflessione sull’essere – perché questa si colloca su un piano diverso rispetto a quello immanente del pensiero: si colloca su un piano trascendente in cui ha spazio anche la riflessione religiosa. In realtà penso che se Giovanni Gentile avesse potuto rispondere direttamente all’argomentazione bontadiniana, avrebbe avuto gioco facile nel mostrare come anche il piano trascendente su cui si collocano metafisica e religione è comunque un prodotto del pensiero, e quindi da ultimo va assunto comunque sul piano dell’immanente processo del divenire dello spirito. Tra l’altro Bontadini utilizza per analizzare l’opera di Gentile soprattutto Il sistema di logica come teoria del conoscere e tralascia del tutto invece il Sommario di pedagogia come scienza filosofica che è la prima vera opera teoretica di Gentile (nonostante la finalità apparentemente pratica e didattica) su cui si basa non solo la costruzione successiva, ma pure il rapporto tra Gentile filosofo e Gentile politico. Ma per una analisi approfondita della riflessione bontadianiana occorrerebbe una maggiore conoscenza delle sue opere e non basta l’approccio ad un intervento preparato per un convegno. 

Se da un punto di vista di studio e riflessione filosofica pertanto l’intervento bontadiniano può servire al più come pungolo ad ulteriori studi e approfondimenti, merita estrema attenzione un passo al suo interno che ritorna sulla questione “Gentile sì, Gentile no” a cui ho accennato all’inizio:

E qui si può parlare di una attualità dell’attualismo… Si tratta della fedeltà allo spirito filosofico, inteso come spirito antimistificatorio, antiideologico. Che l’uomo Gentile abbia concesso all’ideologia, abbia associato la verità a un proposito pragmatico o politico, non toglie che la sua dottrina abbia significato contrario. (p. 69)

A entrambe le fazioni che si oppongono l’una auspicando un recupero di Gentile e l’altra una sua rimozione esattamente entrambe per il suo essere stato “filosofo del fascismo”, occorre ricordare che prima di tutto Gentile come filosofo è stato l’elaboratore del concetto di idealismo attuale, concetto che è stato per lo più ignorato o rimosso ma di certo non superato. Forse può interessare – anche nel contesto bontadiniano di recupero della metafisica grazie all’attualismo – il confronto tra le due opere “maggiori” di Heidegger da un lato e di Gentile dall’altro che avevo pubblicato qui. Ho scritto invece qui sulla filosofia politica – teorica e pratica – di Gentile e del suo rapporto col fascismo in relazione al libro di Franzinelli Il filosofo in camicia nera: Giovanni Gentile e gli intellettuali di Mussolini. In conclusione l’auspicio mio personale non è tanto quello che si dedichino (o meno) vie cittadine o monumenti in onore al personaggio, ma che piuttosto lo si torni a studiare e ad analizzare per quello che di significativo ancor oggi può offrirci: la sua filosofia.

PS: altri miei post e articoli su Gentile in linkografia.

Link nel post:

Una replica a “La metafisica e l’attualità dell’attualismo”

  1. Avatar Fascismo vecchio e nuovo – ossessioni e contaminazioni by francesco mazzetta

    […] di Gentile era decisamente rimossa. Oggi invece che torna in auge per i motivi già esplicitati in un mio recente post (a cui rimando anche perché contiene in calce un elenco di link a miei post e articoli […]

Scrivi una risposta a Fascismo vecchio e nuovo – ossessioni e contaminazioni by francesco mazzetta Cancella risposta

GOCCIA DI SAGGEZZA

Dove il paradosso contamina i rapporti umani, compare la malattia.

~ Watzlawick, Beavin e Jackson