Il mangaka Ken Wakai mi ha incuriosito per entrambe le sue opere finora pubblicate in Italia: Videogame Girl e Studentesse, entrambe pubblicato dalla fiorentina Toshokan ed entrambe quest’anno (il primo albo di Studentesse in realtà è uscito alla fine del 2024). Videogame Girl è un unico albo mentre Studentesse è costituito da una serie di 9 albi di cui finora pubblicati solo 3. Le poche informazioni dettagliate su Wakai (che non siano in giapponese) sono quelle messe a disposizione da Toshokan:
Ken Wakai è un mangaka che predilige le storie con personaggi femminili, spesso ritratti in atteggiamenti ingenuamente provocanti. A oggi il suo più grande successo è la serie in nove volumi “Studentesse” (in originale “Joshi Kausei”), uscita a partire dal 2013 per i tipi di Futabasha e diventata una serie tv nel 2019. La sua particolarità è la totale assenza di parole… perché, come recita il tagline dell’anime, “chi ha bisogno di dialoghi con tre protagoniste così carine?”.
Ovviamente sono assolutamente fuori target per il tipo di ammiccamento erotico presente in un manga che vede delle liceali come protagoniste. E infatti più che le mutandine della esuberante Momoko, m’intriga osservare la capacità di Wakai di costruire un “silent manga”. In un mio post del 2023 avevo già osservato la complessità di un fumetto completamente privo di testo: Step by Bloody Step di Simon Spurrier e Matias Bergara con i colori di Matheus Lopes (Editoriale Cosmo, 2023). In realtà Studentesse non è completamente privo di testo ma “solo” privo di dialoghi perché invece è possibile leggere insegne ed etichette oltre che le onomatopee dei rumori. Rispetto a Spurrier e Bergara, Wakai si facilita il compito realizzando storie estremamente brevi di divertenti e comuni situazioni quotidiane: Momoko che si addormenta sui mezzi pubblici, Momoko che deve andare dal dentista, Momoko, Shibumi e Mayumi che si misurano per vedere quale sia la più alta e la più “grassa”, Shibumi che non riesce a dormire perché Momoko russa e Mayumi si frega le coperte, ecc. Wakai presenta quindi situazioni in cui “le parole non servono” (per utilizzare la tagline della serie) anche perché le azioni rappresentate sono presumibilmente perfettamente conosciute da lettrici e da lettori e l’interesse è suscitato non tanto da esse ma da come sono vissute dalle protagoniste. L’assenza della comunicazione “parlata” rende però la decodifica di queste sia pur usuali scene, mai banale ed anzi intrigante. Capiamoci: il manga è leggero come una bibita gassata, ma come una bibita gassata più ne bevi e più ne berresti (e in più, fortunatamente, non induce obesità).









Discorso un po’ diverso per Videogame Girl: i disegni sono sempre all’insegna della carineria “giappo”, ma la storia risulta assai più interessante. Il narratore è l’orsacchiotto di peluche Kumazo che racconta le giornate della sua padrona, una giovane impiegata che divide le sue giornate tra ufficio e videogiochi tralasciando attività fisica, sonno, igiene alimentare e addirittura personale. Ovviamente già il fatto che il solo coinquilino della protagonista sia un orsacchiotto di peluche ci fa capire il livello della sua interazione con altre persone. La storia si struttura in brevi capitoli in cui osserviamo le varie fasi della discesa della giovane verso un comportamento da “hikikomori” con il rischio del completo estraniamento dalla vita sociale. Chi la salva è una giovane collega che, pur facendosi contagiare dalla passione per i videogiochi, li mantiene in una prospettiva “sana” ed equilibrata. Il mood della storia è “sospeso” esattamente come il carattere della protagonista che, se esplode emotivamente, è nella depressione per avere terminato un videogioco che la appassionava (e quindi dovere abbandonare il relativo mondo virtuale). La tematica e il fatto che sia sviluppata in una forma artistica di moda tra i giovani, ne fanno un’opera che potrebbe essere utilizzata a scuola per innescare, con ragazzi e ragazze, una discussione sulla “dieta mediale” ideale e su quella invece effettivamente osservata.









Link nel post:
- Pagina dedicata a Videogame Girl sul sito di Toshokan: https://toshokan.it/prodotti/videogame-girl/
- Pagina dedicata a Studentesse sul sito di Toshokan: https://toshokan.it/prodotti/studentesse/
- Mio post su La presunta accessibilità di fumetti e libri gioco: https://ossessionicontaminazioni.blogspot.com/2023/02/la-presunta-accessibilita-di-fumetti-e.html

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