Mercoledì scorso(30 aprile) mi ritrovo su Facebook una notifica che mi avvisa che un mio post è stato censurato. Quale? Quello dove condividevo su Facebook un “tweet” (da X, ex-Twitter) di Marco Fattorini con la foto di Donald Trump al funerale di Papa Francesco: unico tra le personalità che affollavano la scena ad indossare un completo blu. Dato che tra le due piattaforme non è consentita la condivisione di contenuti con anteprima, nel post su Facebook avevo messo il link al tweet, aggiunto la foto allegata e ricopiato il testo (con mio commento finale tra parentesi).

Piccola curiosità: Trump aveva preso in giro Zelensky perché alla Casa Bianca non indossava un completo e oggi ai funerali di Papa Francesco sfoggia un vestito BLU.
(Sempre per la serie: ipocrita di m****a)

Qui lo screenshot del post censurato:

Qui il tweet originale di Fattorini:

E qui la foto scaricata dal tweet di Fattorini e poi ricaricata su Facebook.

Qui invece lo screenshot della contestazione di Facebook:

Cosa mi viene contestato? Facebook sostiene che la foto che ho caricato è stata alterata secondo fact-checker indipendenti. Nella fattispecie si tratta di Open, in effetti un sito estremamente affidabile per smascherare le fake news. Vado pertanto a leggere cosa dice sulla questione. David Puente informa come lo scatto originale sia stato modificato (“photoshoppato”) per mostrare, al funerale di Papa Francesco, diverse personalità in completo blu, e non il solo Presidente degli Stati Uniti. Come esempio riporta uno screenshot di un post, apparentemente ripreso da Facebook:

Ora il primo mio pensiero è stato: cosa ha che fare questo fact checking col mio post, dato che nella foto che ho caricato Donald Trump è l’unico a sfoggiare un completo blu? Ma, per sicurezza e tranquillità mia (e soprattutto perché sono fastidiosamente pignolo) ho ripercorso la fonte della foto, tanto più che l’ho pubblicata su Facebook direttamente io e non è una semplice condivisione (se ovviamente non è bene condividere post falsi, è assolutamente male diffondere – in prima persona – notizie false). Intanto chi è Marco Fattorini da cui ho ripreso foto e commento? Dal profilo X si evince che è un giornalista:

E, se andiamo sulla pagina dedicata a lui su Linkiesta, abbiamo le seguenti ulteriori informazioni:

1989, giornalista. È autore di #Cartabianca, programma di approfondimento di Bianca Berlinguer in onda su Rai Tre. Per la stessa rete ha lavorato a Tv Talk, Politics e Mi Manda Rai 3. Oltre a uffici stampa e organizzazione eventi, ha scritto per Il Sussidiario, L’Opinione, Notapolitica e Tempi. Dal 2012 collabora con Linkiesta.

Sembra un curriculum abbastanza affidabile, ma è improbabile che abbia scattato lui la foto pubblicata e purtroppo nel tweet non ne riporta la fonte. Ho allora cercato l’origine della foto con TinEye (un servizio che consente la “Reverse Image Search”: ricerca in oltre 74,8 miliardi di immagini per scoprire dove una determinata immagine appaia online e in più è un servizio che non traccia la ricerca e non salva l’immagine ricercata). In realtà trova diverse immagini abbastanza simili (come è normale, vista la folla di fotografi che sarà stata lì assemblata) ma quella identica alla foto condivisa da Fattorini e poi da me appare su svariati articoli ed è accreditata a “MANDEL NGAN / AFP via Getty Images” ed infatti ecco qui la foto originale il cui utilizzo è possibile acquistare per un prezzo che varia tra 175 e 475 dollari a seconda del formato.

TOPSHOT – US President Donald Trump (C) and First Lady Melania Trump (C/R) stand alongside leaders including France’s President Emmanuel Macron (L) and Finland’s President Alexander Stubb (2L) as they attend the late Pope Francis’ funeral ceremony at St Peter’s Square at the Vatican on April 26, 2025. (Photo by Mandel NGAN / AFP) (Photo by MANDEL NGAN/AFP via Getty Images)

Premesso che sfogliando su Getty Images le foto relative al funerale di Papa Francesco è evidente che Trump non era in effetti l’unico in completo blu, la foto riportata prima da Fattorini e poi da me era ripresa dall’originale e non era assolutamente ritoccata o modificata. Quindi lo zelo dimostrato dai censori che lavorano su Facebook non è dovuto al fatto che abbia pubblicato una foto modificata (cosa non vera) ma piuttosto che abbia pesantemente criticato l’ipocrisia di Trump (che obiettava sull’inadeguatezza dell’abito altrui solo per fare poi la medesima figura). Comunque da quanto riportato è evidente come il presunto “fact-checking” di Facebook non è assolutamente un fact checking ma una vera e propria censura dato che ha sanzionato la critica a Trump piuttosto che l’utilizzo di una fotografia che – come ho dimostrato – era assolutamente autentica. Avesse voluto il “team” di Facebook fare bene il proprio lavoro, avrebbe potuto/dovuto fare due cose diverse: segnalare che a fronte di altre fotografie Trump non era in effetti l’unico in completo blu e quindi “sanzionare” l’“insulto” “ipocrita di m***a”; chiedermi se avessi ottemperato agli obblighi relativi al diritto d’autore per la pubblicazione della fotografia. Ovviamente in caso sarei stato in difetto perché non avevo pagato allora (e non ho pagato ora) i diritti a Getty Images per la pubblicazione (come credo non lo abbia fatto neppure Fattorini). Ma la cosa posso supporre non sia tra le priorità di Facebook che utilizza tutto quanto pubblicato dagli utenti (ne abbiano i diritti o meno) per addestrare i propri algoritmi e IA. Che Facebook abbia “sanzionato” però il mio comportamento non stupisce se invece pensiamo all’entusiasmo di Zuckerberg in prima fila durante l’insediamento del secondo mandato di Trump (del resto in ottima compagnia). A proposito: la foto a corredo viene sempre da Getty Images (KENNY HOLSTON/POOL/AFP/Getty Images) ed è ripresa da Rolling Stones.

Ora però, se per caso non doveste più vedermi su Facebook almeno sapremo che il motivo è questo post e non come la volta precedente in cui il motivo del ban (che doveva essere di un mese e poi invece si è allungato a due anni e mezzo) non è mai stato spiegato. E se siete curiosi potete leggere qui il diario di quell’odissea.

Link nel post:

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