“Creepy but Cute” è la tagline del nuovo videogioco PRIM. Ho chiesto a Gemini (l’assistente IA di Google) di tradurmela ed ecco la sua risposta:
La frase inglese “creepy but cute” è un po’ difficile da tradurre letteralmente in italiano, in quanto combina due concetti apparentemente contrastanti.
Ecco alcune opzioni che potrebbero rendere l’idea, a seconda del contesto:
Più letterali:
“Pauroso ma carino”
“Spaventoso ma adorabile”
Più espressive:
“Da brividi ma irresistibile”
“Inquietante ma affascinante”
A seconda del contesto, potresti anche usare:
“Con un che di inquietante ma comunque simpatico”
“Con un fascino oscuro ma irresistibile”
La scelta migliore dipenderà molto dal contesto in cui usi questa espressione. Per esempio:
Se stai descrivendo un personaggio: “Il protagonista è un personaggio creepy but cute, un tipo misterioso e affascinante che nasconde un lato oscuro.”
Se stai descrivendo un oggetto: “Quella bambola ha un’espressione creepy but cute, con gli occhi grandi e un sorriso un po’ inquietante.”
Inoltre, tieni presente che questa espressione è spesso usata per descrivere personaggi o oggetti che hanno un aspetto un po’ inquietante o bizzarro, ma che allo stesso tempo suscitano simpatia o attrazione.

Direi che, per quanto tutte siano adeguate, la risposta perfetta nel nostro caso è l’ultima, ma non in riferimento a un oggetto ma proprio al personaggio di PRIM che è una ragazzina che ricorda un po’ Mandy, la protagonista del cartone animato targato Cartoon Network Billy e Mandy, soprattutto per il suo rapporto insolito col tetro mietitore e per lo humor nero sparso a piene mani.
PRIM è un videogioco per PC disponibile su Steam e su GOG pubblicato lo scorso 24 ottobre. Lo sviluppatore è Jonas Fisch, di Francoforte sul Meno, che ha fondato Common Colors nel 2020. Ha pubblicato 3 brevi giochi freeware: The Diary of a Roadie, Sidekick High e door. PRIM è il primo gioco che Fisch ha proposto in forma commerciale. Dopo il successo su Kickstarter nel 2021, con oltre 2.100 sostenitori che hanno raccolto circa 68.000 euro, Jonas ha unito le forze con Application Systems Heidelberg, editore già di un gioco poetico e bellissimo come LUNA: The Shadow Dust, che avevo a suo tempo recensito sul Manifesto.
La storia di PRIM ci narra di Prim, ragazzina figlia di Morwen, una fotografa, e di Thanatos, niente meno che il tetro mietitore. I due si sono incontrati durante un’esperienza di premorte avuta da Morwen dopo un incidente e si sono innamorati. Ma Thanatos non può vivere con Morwen nel mondo dei vivi, così Prim cresce sola con la madre senza sapere chi sia il padre fino a quando la madre muore. Morwen però supplica Thanatos di prendersi cura della figlia e così lui la rapisce e la porta con sé nel mondo dei morti. Il passaggio conferisce a Prim strani poteri e quando lei riesce a sfuggire al controllo paterno e a tornare nel mondo dei vivi dal suo unico amico Tristan, quando alla fine lo ritrova e lo abbraccia, questi nuovi poteri di cui non è ancora consapevole fanno sì che lui muoia. Disperata, supplica Keres, la sorella di Thanatos, di aiutarla e quella accetta, ma Prim dovrà riuscire a trovare l’anima di Tristan, il suo filo della vita ed una piuma di fenice per tentare di farlo tornare in vita. Di qui comincia la quest di Prim all’interno della landa dei morti in un’avventura grafica punta-e-clicca completamente disegnata a mano e in bianco-e-nero. Nel mondo dei morti non ci sono molti personaggi con cui interagire e non sono tanti (o troppo difficili) gli enigmi per un’avventura che si attesta tra le 3 e le 6 ore complessive. I personaggi – oltre alla protagonista – che ho amato di più sono senza dubbio le Moire (figure assimilabili alle Parche) che fungono anche da coro greco alla storia: si tratta apparentemente di tre sorelle gemelle con attitudini e gusti completamente diversi e inconciliabili, se non ché – come scopriremo ben presto – si tratta in realtà di un’unica persona con tre personalità buffamente distinte.
Nel suo girovagare per la landa dei morti Prim abbandonerà sempre di più il suo rifiuto adolescenziale del padre così come il padre stesso imparerà a conoscere e ad apprezzare la figlia (e sarà la fotografia, passione della madre, a suggellare il loro reciproco riconoscimento). E benché la storia ed il suo finale siano quelli caratteristici della narrativa per ragazzi, non si può alla fine non rimanere commossi: un po’ come nelle più belle storie di Neil Gaiman, non importa che gli elementi usati siano tutto sommato abbastanza banali e prevedibili, conta il fatto che con questo materiale l’autore abbia saputo imbastire una storia (interattiva) coinvolgente e sempre più appassionante man mano che vi si procede. Ad aggiungere comunque un po’ di varietà agli enigmi ci sono le partite a “pallaferetro” con cui è possibile giocare con diversi dei personaggi presenti, recuperando le carte dimenticate nei vari ambienti o facendosene regalare una quando si vince una partita. Si tratta sostanzialmente di carte che riproducono personaggi contraddistinti da quattro diversi valori tra cui ne dobbiamo scegliere 8 per creare il nostro mazzo e di volta in volta puntare sul valore che speriamo essere migliore o meno peggio rispetto alla carta che giocherà il nostro avversario. In realtà giocare a pallaferetro non è indispensabile per risolvere il gioco, ma è un buon diversivo mentre magari stiamo ruminando su un enigma la cui soluzione non ci si presenta velocemente.











Link nel post:
pagina dedicata a PRIM su Steam: https://store.steampowered.com/app/1510470/PRIM/
pagina dedicata a PRIM su GOG: https://www.gog.com/en/game/prim
Common Colors su itch.io: https://common-colors.itch.io
la mia recensione di LUNA: The Shadow Dust sul Manifesto: https://ilmanifesto.it/polvere-e-ombra-piccolo-videogioco-poetico

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