thurston-moore-flow-critical-lucidity

Non sono un fan dei Sonic Youth dalla prima ora: li ho intercettati musicalmente solo a partire da Dirty del 1992. Da allora però lo sono diventato recuperando gli album precedenti e seguendo fedelmente le loro uscite musicali (comprese le sperimentazioni targate SYR) e i loro concerti italiani. Almeno fino alla fine degli anni ‘90: devo ammettere di non aver prestato particolare attenzione alle uscite avvenute nel nuovo secolo. Paradossalmente ho invece seguito con maggiore attenzione il Thurston Moore solista, fino a Flow Critical Lucidity uscito di recente assieme alla traduzione italiana di Sonic life. A memoir (per Baldini+Castoldi). Flow Critical Lucidity, pur rimanendo fedele – cosa non sempre accaduta nella produzione solista di Thurst – alla “forma canzone”, inserisce i rumorismi, il “noise” che da sempre è il “marchio di fabbrica” dei Sonic Youth. Ma lo spirito è ovviamente molto lontano dall’irreverente rivoluzionarietà sonora dei Sonic Youth. Per definire la cifra del nuovo album utilizzerei la frase “maturità sonica”, contrapposta alla “gioventù sonica” della band che ha fondato e di cui ha condiviso le sorti fino al 2011 quando la separazione coniugale da Kim Gordon ne ha reso inevitabile lo scioglimento. Nel senso che il furore e l’iconoclastia che hanno caratterizzato i Sonic Youth si convertono nell’ultimo Thurston Moore in una quieta, quasi accademica, sperimentazione sonora. Il noise non più arma di rivoluzione sonica ma lente per esplorare una nuova coscienza sonica. E non ripeto l’aggettivo a caso: è quanto fa Thurst (uso la stessa abbreviazione affibiatagli dai suoi amici) stesso nel suo memoir (in italiano: autobiografia). Che è interessante non tanto per capire l’evoluzione musicale del suo autore, le vicende legate alla sua band, le gioie e i dolori della sua vita personale, ma per avere uno spaccato cronachistico della scena musicale alternativa della New York dalla fine degli anni Settanta in poi.

sonic life

Intanto occorre osservare che Thurston Moore, per come si descrive in Sonic life, è il prototipo perfetto d’analisi per uno psicologo: altissimo, si nota subito in qualsiasi ambiente e la cosa va ad impattare sulla sua incredibile timidezza, tanto da affiancarsi durante l’adolescenza ad un amico del cuore palesemente gay. Nonostante l’orientamento etero, questo gli consente non solo di evitare approcci a e da parte di ragazze, ma anche le dinamiche cameratesche e testosteroniche tipiche dell’adelescenza maschile. Attratto ben presto dalla scena musicale newyorkese e da band come New York Dolls, Ramones, Stooges, Kiss e simili, non perde occasione per seguire i concerti in particolare presso due sale – CBGB e Max’s Kansas City – del downtown newyorkese, prima arrivandoci con un’auto scassata da Bethel, dove viveva con la famiglia, poi da un appartamento nel downtown dove si era trasferito dopo aver abbandonato gli studi universitari. Se l’approccio con le ragazze non è esattamente dei migliori – consideranto le “lasciate” raccontate – in compenso la sua presenza costante a qualsiasi avvenimento art- o punk rock della Mela lo introduce alla frequentazione di nomi importanti della scena non solo musicale: Patty Smith, Glenn Branca, Lydia Lunch, ecc. L’unica costante nella vita e nella carriera di Thurst sembra essere quella che l’ha marchiato fin da ragazzo: il rifiuto della scena prog/psichedelica/hippy e in generale pop e la ricerca di un’alternativa che incarna sotto l’etichetta punk, ma che comprende l’art-rock e il noise-rock in cui sono più specificatamente categorizzati i Sonic Youth. Rifiuto che parte dal kraut rock della gioventù per terminare con l’ostilità verso band come Soundgarden e Pearl Jam, accusate da Thurst di adattare il pop ai suoni pesanti del metal (anche se verso la conclusione del libro finisce per “riabilitare” Vedder) descrivendoli come versione aggiornata dei Led Zeppelin. E la storia raccontata in Sonic life non è quella dei Sonic Youth, ma piuttosto la descrizione del mutare della scena alt-rock principalmente newyorkese, ma poi anche inglese ed americana, la descrizione di come la formazione e la musica dei Sonic Youth – tutto sommato considerabile stabile nel corso degli anni – si rapporti a questa scena. In particolare paradigmatica la parabola dei Nirvana, descritti dal punto di vista dei Sonic Youth: una band che aveva iniziato in piccoli club di fronte ad un pubblico composto da qualche decina di persone, voluta fortemente ad accompagnare i concerti dei Sonic Youth (Thurst confessa di essere stato lui a incoraggiare la relazione tra Kurt e Courtney), per poi assimilarne la lezione e riproporla in un formato tale da scaraventarli all’apice dello star system musicale con la conseguente destabilizzazione e suicidio di Cobain. Chi volesse sapere la genesi delle canzoni e degli album dei Sonic Youth perciò rimarrebbe deluso: relativamente poco del testo è dedicato alla descrizione musicale delle canzoni e degli album. Da considerare che praticamente metà delle oltre 600 pagine del libro sono dedicate al periodo pre-Sonic Youth, in cui il gusto musicale di Thurst si è affinato dal maniacale seguire le band che gli interessavano a discapito della vita sociale e dei numerosi lavori infimi e precari che gli permettevano di sopravvivere. E anche dove i Sonic Youth arrivano al centro della scena, sono descritti piuttosto i rapporti con altri musicisti e band, soprattutto nella travagliata vita in tour. E la conclusione dell’avventura dei Sonic Youth coincide allora non solo con la separazione coniugale tra Thurst e Kim Gordon, ma anche con gli interessi dei due che progressivamente divergono: Kim rivolta sempre più verso le arti visuali e Thurst verso i libri che ha scritto o a cui ha collaborato come Mix Tape: The Art of Cassette Culture (2005) o No Wave: Post-Punk. Underground. New York. 1976–1980 (2008) che – sostanzialmente come Sonic life – sono dedicati alla scena musicale che ha amato e che l’ha formato. E che, fondamentalmente, sono ricerca storica, accademia. Come Flow Critical Lucidity dal lato musicale. La rivoluzione (almeno: quella rivoluzione) è finita: al rivoluzionario non resta che scriverne la storia.

Sonic_Youth

Post scriptum: mi rendo conto che qualcuna/o potrebbe leggere quanto sopra come un giudizio negativo. Tutt’altro: Sonic life è un libro affascinante che si legge senza soste come un thriller. Paradossalmente non è neppure necessario essere (stati) fan dei Sonic Youth per appassionarsene, proprio perché più che di Sonic Youth il libro parla della stupefacente scena musicale dell’alt- art- noise- punk-rock che va dalla fine degli anni Settanta in poi, con Thurst mai fermo ad idolatrare gli eroi della gioventù ma sempre attento e curioso a nuovi gruppi e tendenze che si affacciano alla scena musicale. Una storia della musica rock alternativa e vista dall’interno che si aggancia a qualunque cosa abbiate ascoltato (tranne forse il liscio) portando il lettore a scoprire i collegamenti tra le traiettorie di personaggi e formazioni apparentemente diversi e lontani, apparentemente accomunati solo dalla passione sonica.

thurston-moore

Link nel post:

4 risposte a “Maturità sonica”

  1. Avatar Libri letti nel 2024 – ossessioni e contaminazioni by francesco mazzetta

    […] Thurston Moore Sonic life. Un memoir (Baldini+Castoldi, 2024) […]

  2. Avatar Enri1968

    Lo sto proprio leggendo in questi giorni

    1. Avatar st2wok

      Fammi sapere cosa ne pensi

  3. Avatar I giorni del vino e delle rose: la storia dei The Dream Syndicate – ossessioni e contaminazioni by francesco mazzetta

    […] dei Sonic Youth. Per un motivo banale: di recente è uscita anche il memoir di Thurston Moore (che ho presentato lo scorso ottobre). Ma anche per un motivo sostanziale: lo stesso Wynn confronta la parabola delle due band. Entrambi […]

Scrivi una risposta a I giorni del vino e delle rose: la storia dei The Dream Syndicate – ossessioni e contaminazioni by francesco mazzetta Cancella risposta

GOCCIA DI SAGGEZZA

Dove il paradosso contamina i rapporti umani, compare la malattia.

~ Watzlawick, Beavin e Jackson