
Chi mi segue sa del mio interesse nel tempo per la filosofia cinese e per l’I Ching (o Yijing), testo sapienziale e divinatorio: ho già pubblicato sull’argomento diversi post (alla fine i link). Da un po’ di tempo ero tentato dalla lettura de Il morso che spezza. I Ching: figure della Tradizione per sopravvivere alla modernità, libro di Alessandro Zanconato pubblicato nel 2018. Perché “tentato”: dirà qualcuno? Cosa ti tratteneva? Il fatto che sia un libro pubblicato da Passaggio al Bosco, casa editrice legata agli ambienti di estrema destra e del neofascismo. Che, alla fine, era anche quello che mi incuriosiva. La spinta decisiva è stata il recuperare una “nuova traduzione integrale commentata dal cinese” dello Yijing. Il Libro delle Metamorfosi a cura di Paolo Giammarroni (Castelvecchi, 2021) alla cui lettura ho aggiunto anche quella di All’ombra dell’I Ching di Alejandro Jodorowsky (Feltrinelli, 2016) come “interpretazione creativa” dell’I Ching da affiancare a quella di Zanconato per capire meglio le prospettive possibili di lettura.
In estrema sintesi Zanconato sceglie alcuni esagrammi dell’I Ching che gli servono per illustrare la propria idea morale, etica, sociale e politica che si può riassumere nel rifiuto del “progresso” che ha portato alla liberal-plutocrazia dove (per dirla alla Hegel) tutte le vacche sono grigie, dove il femminismo ha portato alla confusione dei ruoli, dove lo scientismo ha portato al tramonto della saggezza, dove la finta democrazia (guidata dai potentati economici) ha portato al dominio del consumismo dell’effimero. Sostanzialmente Zanconato si richiama a quello che per lui è lo spirito sapienziale dell’I Ching per promuovere il ritorno alla Tradizione, alla Gerarchia con chiare distinzioni tra Bene e Male e tra maschile e femminile, richiamandosi esplicitamente e in modo continuo alle opere di René Guenon e di Julius Evola. Per la traduzione (ed il commento) del testo cinese si rifà all’edizione dell’I:Ching di Elena Judica Cordiglia (lo stesso fa per i commenti anche Giammarroni, pur giudicandola nella sua nota introduttiva “versione poetica e non letterale”: ho scritto di quest’edizione in uno dei post elencati in fondo). (Come chi mi segue già non fatica ad immaginare) dalla lettura di Il morso che spezza mi sorgono svariate perplessità (come del resto è naturale vivendo io in una bolla opposta a quella di Zanconato) ma prima di tutto mi interessa parlare della sua operazione di interpretazione del classico cinese. In particolare mi ha fatto metodologicamente storcere il naso il lavoro di selezione. Zanconato, nella nota introduttiva, anticipa l’obiezione:
La presente opera è una selezione di esagrammi, da noi ritenuti tra i più significativi ai fini della valorizzazione di quei principi eterni che promanano dalla Tradizione ed informano l’I Ching. Come tutte le scelte, essa è discutibile ma, non per questo, arbitraria. (p. 23)
Zanconato qui spiega ma allo stesso tempo svicola: svicola dal fatto che non è tanto discutibile la selezione di un esagramma piuttosto che di un altro (in realtà lo è, come vedremo, proprio perché non arbitraria, o meglio casuale) quanto perché è una selezione: I Ching è una serie di sentenze che ha un senso in quanto tale, è nella sua totalità che si può recuperare un’idea di mondo che, come cercherò di mostrare, non risiede (solo) nella Tradizione (o, se è per questo, nella Rivoluzione).

Ma, avendo di recente recuperato dei bastoncini per lo Shangai (utilizzati come se fossero gli steli di millefoglie nella convinzione che non sia tanto il materiale a fare la differenza, quanto il procedimento, rispetto al lancio delle tre monete, che ha anche differenti probabilità sull’uscita delle linee che vanno a comporre gli esagrammi), ho provato a chiedere all’I Ching stesso un responso, un parere su Il morso che spezza. Il risultato, privo di linee mobili (e quindi espresso in forma “definitiva”), è stato Terra (Judica Cordiglia) / Madre Terra (Giammarrone) / Il Ricettivo (La Terra) (Ferrero, vedere il mio post su I Ching: divinazione e meditazione) / Il Ricettivo (Wilhelm – tra l’altro chiamato Rudolph al posto di Richard da Giammarroni) / Lo Spazio (Eranos). Questo esagramma, espresso con tale fermezza, mi ha lasciato disorientato: di solito è interpretato in modo positivo, e infatti il commento iniziale per esso di Judica Cordiglia è:
Sei linee spezzate disegnano la profondità interiore, il mondo nascosto della psiche dove la coscienza porta la sua luce perché si realizzino pensieri e azioni. (p. 41)
Apparentemente un giudizio assai lusinghiero. Davvero l’I Ching mi da un responso così chiaramente positivo sul libro? Leggiamo la sentenza così come riportata nell’edizione di Wilhelm:
Il ricettivo opera sublime riuscita.
Propizio per la perseveranza d’una cavalla.
Se il nobile ha da imprendere una cosa e vuol precedere
Egli si smarrisce; se invece segue egli trova guida.
Propizio è trovare amici nell’occidente e nel meridione,
Rinunciare ad amici nell’oriente e nel settentrione.
Tranquilla perseveranza reca salute.
[Alla sua traduzione Wilhelm commenta:]
Il segno è composto di tutte linee spezzate. La linea spezzata corrisponde alla forza originaria ombrosa, tenera, ricettiva dello yin. La qualità del segno è la dedizione, la sua immagine è la terra. È il perfetto contrapposto del creativo: il contrapposto, non il contrario; un complemento, non una lotta. È la natura di fronte allo spirito, la terra di fronte al cielo, lo spaziale di fronte al temporale, il femmineo-materno di fronte al mascolino-paterno. Il principio fondamentale di questo contrapposto si ritrova, però, trasportato nelle condizioni umane, non solo nei rapporti fra uomo e donna, ma anche in quelli tra principe e ministro, o padre e figlio; anzi persino nel singolo uomo questa qualità sussiste nella coesistenza dello spirituale e del sensuale.
Eppure non si può parlare di un vero dualismo, poiché fra i due segni sussiste un chiaro rapporto di ordinamento per rango. Di per sé il ricettivo è naturalmente altrettanto importante quanto il creativo. Ma la sua qualità di dedizione caratterizza la posizione di questa forza primaria di fronte al creativo. Essa deve stare sotto la guida e lo stimolo del creativo; allora la sua opera è salutare. Diventa malvagia solo se essa esce da questa posizione e vuole affiancarglisi da pari. Risultano, allora, da ciò conflitto e lotta contro il creativo, che sono sciagura per ambo le parti. (p. 74)
Da qui già si intravede che il giudizio non è così positivo come sembrava inizialmente: il ricettivo, cioè chi o ciò che riceve (che nel nostro caso si può indubbiamente identificare come l’opera di Zanconato) deve stare sotto la guida e lo stimolo del creativo (che altrettanto indubbiamente si può identificare come il testo dell’I Ching) pena altrimenti lo smarrimento e la rovina. Ma cosa fa Zanconato? Subordina il testo dell’I Ching alla sua idea di Tradizione piegandone il significato fin dal momento della scelta degli esagrammi da presentare. Quindi mettendo davanti a I Ching l’idea di Tradizione, pare dirci il classico cinese, Zanconato lo precede portando il suo percorso allo smarrimento. Zanconato, nel suo commento all’esagramma, parla del ruolo della Donna (rifacendosi all’antica società patriarcale cinese) come Madre simboleggiante il mondo degli affetti e dei bisogni. E si duole per la cancellazione nella società contemporanea della divisione netta dei ruoli che porta alla confusione figlia dei bisogni indotti dal capitalismo consumistico. Per riaffermare l’autorevolezza di tale divisione Zanconato si rifà al Tao Té Ching nella versione di J.J.L. Duyvendak dove il principio femminile viene giudicato la radice del cielo e della terra. Radice, chiarisce Zanconato, estremamente importante ma comunque sottomessa al cielo e quindi subordinata al principio maschile. Peccato che Zanconato si “dimentichi” di notare che Duyvendak rimandi nel suo commento al cap. 61 dove si chiarisce che: “Con la sua tranquillità, la femmina prevale sempre sul maschio” (p. 39 e 140). E questo, onestamente, ce lo potevamo aspettare dal Tao Té Ching che priviligia passività e non-azione alla “creatività” yang del principio maschile.
Ma ho accennato ad un’altra interpretazione dello I Ching, quella di Alejandro Jodorowsky (regista, autore teatrale, letterario e fumettistico, oltreché studioso di “psicomagia”). L’interpretazione di Jodorowsky è esplicitamente poetica e personale: ogni esagramma diventa l’ispirazione per un componimento poetico che esorta all’esplorazione dell’anima interiore e al suo riallineamento ad una dimensione originaria dell’essere umano che si svincoli dalle incrostature della società contemporanea. Ispirato all’esagramma 61 relativo a La Veracità Intrinseca (Wilhelm) / La Verità Interiore (Ferrero) / Lealtà Profonda (Judica Cordiglia) / Centratura (Giammarroni) / Conformare il Centro (Eranos), Jodorowsky scrive:
61. Resurrezione quotidiana
Avidi rapaci che con ferocia agitano le carte
fanno di noi accumulatori di numeri,
con linee insanguinate si spartiscono la Terra
agitando stracci a stelle e strisce,
orgogliosi delle loro medaglie di plastica
dettano leggi che c’imprigionano l’anima.
Sacerdoti promiscui promettono eden vischiosi
affondando i lividi artigli in ogni atto vitale,
feroci banchieri vendono debiti a prezzi sinistri
usando il credito come un’esca assassina,
commercianti disumani c’innestano nel cervello
pubblicità velenose che occultano minacce astratte,
venditori di narcotici favoreggiati
da assassini in uniforme che fingono di combatterli,
artisti egocentrici che come cani si leccano l’ombelico all’infinito
politici spietati si fanno pubblicità a ogni battito di ciglia
mafiosi superbi con le valige piene di denaro depravato
vendono accumulatori di ego a sciocchi che si sentono vuoti,
imboscati in automobili di lusso che ululano platino,
gli avvelenatori del mare si ritrovano con gli avvelenatori dell’aria,
della terra, del sangue, per decretare quale lasso di vita
sia consentito a ciascun cittadino prima del pensionamento,
donne inacidite strillano moralità pietrificate per giustificare
le mani vischiose del prete che fruga
nell’innocenza dei loro figli bene ammaestrati,
lupi affondano le zanne per trarre i maggiori benefici
in contratti tutelati da una legge puttana
che giustifica il furto a chi compra illusioni,
bruti camuffati da militari impongono con le bombe
i loro sistemi di latrocinio, eserciti di leccaculo,
cravatte impeccabili sotto lingue sudicie,
si alzano di buon’ora, danno un bacio in fronte alle mogli
e si recano negli uffici dove con indifferenza
continuano a distruggere la trasparenza dell’aria e la fertilità della terra,
architetti assassini di finestre erigono falli di cemento
suddivisi in loculi dai soffitti bassi in cui si annidano
zombie che con le lunghe dita bianche picchiettano sui tasti
per riempirsi gli occhi di immagini fatte di cocaina,
televisori che infettano la vita con burattini
vanitosi, con quelle loro facce da centro del mondo,
seni come palloni per attrarre gli ingordi ottici,
labbra tumide come ostriche in calore, vulve depilate
mostrano labbra simili a orrende creature marine,
adolescenti che disprezzano il sublime con il loro orgoglio parassita,
pagliacci eletti presidenti
da masse che s’ingozzano di spazzatura visiva,
divoratori di spazio, di tempo, di immagini, di sogni zuccherosi,
falsi guru dal cuore purulento che vendono aspirine metafisiche,
dame eleganti che si picchiettano sul viso la placenta dei loro figli
visitano ospedali distribuendo viscere di gomma e rosari,
predicatori che proclamano la fine del mondo per poi raccogliere
i mobili che i credenti hanno buttato dalla finestra.
Nulla hanno a che vedere con la delicatezza, conoscono solo la forza.
Nulla hanno a che vedere con la dignità, leccano le suole del denaro.
[…]
Come raggiungere il sole che brilla
al centro di questo mare di ombre?
Un giorno, quando la stella
verserà la sua fede sulla fronte di ciascuno,
faremo rinascere gli animali,
restituiremo la terra a ciascuna pianta,
sostituiremo il denaro con i baci,
le parole più non saranno catene,
l’anima genererà un corpo di luce.
(p. 85-89)
Testo che, più che al corrispondente esagramma:
La sentenza
Veracità intrinseca: porci e pesci. Salute!
Propizio è attraversare la grande acqua.
Propizia è perseveranza.
L’immagine
Al di sopra del lago è il vento:
L’immagine della veracità intrinseca.
Così il nobile discute le faccende penali,
Per sospendere esecuzioni capitali
(Wilhelm, p. 251-252)
sembra allinearsi alle riflessioni zanconatiane:
Miriadi di individui si sentono liberi cittadini mentre lasciano correre senza misura i loro infimi impulsi, quando invece sono i sudditi di un Sistema che – unico nella storia millenaria dell’umanità – si regge e domina mediante il “Caos programmato”. Per tutte le società pre-liberali, il caos era la minaccia all’ordine costituito, mentre per la società moderna diventa la condizione necessaria del mantenimento del potere oligarchico-finanziario, sorgente e fondamento di ogni altra forza in campo; da tale assunto consegue che dal discorso pubblico debbano essere bandite, o quantomeno emarginate, tutte le concezioni etiche ispirate alla Tradizione e fondate sull’elogio della moderazione degli impulsi e della temperanza.
(p. 147, a commento dell’esagramma 60)

E allora perché l’I Ching richiesto di un giudizio per All’ombra dell’I Ching ha dato un ben diverso responso rispetto a quello offerto per Il morso che spezza? Per il libro di Jodorowsky il responso ottenuto è: Il Sovvertimento (La Muda [da intendere come Muta, cambio di pelle]) (Wilhelm) / La Rivoluzione (La Muta) (Ferrero) / Rinnovare (Judica Cordiglia) / Mutare pelle (Giammarroni) / Lo Spellarsi (Eranos) in cui il fenomeno della muta animale viene applicato al contesto sociale. Il commento di Wilhelm:
Sovvertimenti statali sono cose estremamente gravi. Bisogna intraprenderli esclusivamente in caso di estremo bisogno, quando non rimane altra via d’uscita. Non tutti sono chiamati a farlo, ma soltanto colui che possiede la fiducia del popolo, ed anche questi solo allorquando i tempi sono compiuti. Facendolo bisogna procedere nel retto modo, onde il popolo rimanga contento, e si evitino eccessi illuminandolo. Bisogna inoltre essere esenti del tutto da scopi egoistici e bisogna sopperire davvero ai bisogni del popolo. Soltanto allora non si avrà da pentirsi di nulla.
I tempi mutano e con essi le richieste. Così mutano le stagioni nel corso dell’anno. Così anche nell’annata cosmica vi sono primavere ed autunni di popoli e di nazioni, che richiedono trasformazioni sociali. (p. 215)

Il responso evidenzia poi tre linee mobili – la prima, la quarta e la quinta – che mutano nell’esagramma La Modestia (Wilhelm e Ferrero) / Accondiscendenza (Judica Cordiglia) / L’Umiltà (Giammarroni) / L’Umiliarsi (Eranos):
Modestia crea riuscita.
Il nobile porta a termine.
(Wilhelm, p. 115)
Come se l’I Ching avesse anticipato la mia successiva richiesta di giudizio per All’ombra dell’I Ching, sfrutta il relativo responso per chiarire il precedente. Jodorowsky, per quanto non possa dirsi completamente allineato alle intenzioni del classico, tuttavia lo utilizza in modo chiaro solo come fonte di ispirazione per proporre una propria visione di rivoluzione rispetto ai tempi moderni in cui viviamo. In questo senso è da intendersi l’accenno alla “modestia”: il non voler oltrepassare il maestro ma “semplicemente” offrire una propria visione poetico-politica ispirandosi a quello. Al contrario Zanconato peccherebbe piuttosto di superbia nel voler anteporre al classico un’idea – la Tradizione – a cui anche mediante la selezione degli esagrammi lo vuole piegare. Non un caso che proprio l’esagramma uscito per il libro di Jodorowsky – la Rivoluzione – manchi in quello di Zanconato che evidentemente non può aderire al commento wilhelmiano sulla necessità di sottomettersi ai desideri del popolo da parte del nobile. In realtà quella di Tradizione è un’idea astratta che non corrisponde a un’epoca realmente trascorsa. E anche se lo fosse, a quale dovrebbe riferirsi? Al Risorgimento? Al Rinascimento? Al Medioevo? All’Impero romano? Alle polis greche? E perché non allora all’epoca del matriarcato e della Dea Madre? Ma Tradizione non corrisponde in realtà a nessuno di questi periodi storici quanto ad una idea mitica di un passato che si declini in alcune parole d’ordine che Zanconato riporta nel suo testo: Femminile docilità, Gerarchia, Decisione, L’Ordine contro il Caos, Sacrificio, Radici, ecc. Un concetto di Tradizione come un ideale tempo fermo che non è nell’I Ching o nel Tao Té Ching perché in essi è presente piuttosto un’idea di ciclicità che unisce il fiume eracliteo all’eterno ritorno nietzscheano. Qualsiasi epoca per quanto grandiosa, è l’insegnamento essenziale dell’I Ching, è destinata inevitabilmente a corrompersi e a tramontare. Il saggio non è chi tenta (vanamente) di trattenere le situazioni o di ritornarvi a ritroso, quanto piuttosto chi sa riconoscere il cambiamento, sa adattarsi ad esso e sa indirizzarlo verso il migliore dei mondi possibili, nelle condizioni date, o – almeno – a contenere quanto più possibile i danni. Per questo, alla fine e nel suo modo sibillino, l’I Ching da tutto sommato ragione alla mia impressione iniziale: l’imbroglio di Zanconato è visibile prima di tutto nel metodo con cui affronta il classico, un metodo “cherry picking”: selezionare solo gli esagrammi che fanno comodo alla sua interpretazione. Diverso l’approccio di Jodorowsky che, per quanto personale e spesso distante dal classico, si impegna in un corpo a corpo totale. Alla fine risulta abbastanza evidente che più che divulgare il messaggio dell’I Ching, Zanconato stia adeguando la vulgata guenon-evoliana, discostandosene millimetricamente solo per difendere Jung dalla critica di Evola, in quanto è evidente che la fascinazione per l’I Ching è una componente importante della teoria psicanalitica junghiana degli archetipi. Ho allora la curiosa sensazione che il giudizio dell’I Ching su Il morso che spezza sia, in qualche strano modo, un po’ anche una presa in giro: etichettare come principio femminile il libro che sostiene (in suo nome) una netta divisione e una gerarchia tra i sessi per cui l’autore avrebbe senz’altro preferito il corrispondente yang e maschile. Ho scoperto poi che l’autore, che nella quarta di copertina si descrive come “dottore in Filosofia del Settecento presso l’Università di Roma “Tor Vergata” e l’Università di Nanterre (Parigi), è attualmente insegnante di Filosofia e Storia presso un liceo torinese” – e posso rivelare trattarsi del Liceo Scientifico Gobetti – è anche alla fine un collega, dato che è possibile scoprire dal sito del Liceo che il Prof. Zanconato è il responsabile della biblioteca scolastica. E questo purtroppo dovrebbe far vergognare tutti i colleghi e le colleghe bibliotecari/e (ma anche i professori non solo di storia e filosofia) perché il Prof. Zanconato – ancorché responsabile della biblioteca – è ben lontano dall’applicare tutte le strategie per verificare le notizie – promosse dall’information literacy – dato che sul suo account Facebook (si riconosce facilmente perché le uniche foto presenti sul profilo sono quelle dei suoi ultimi libri) condivide allegramente pagine con disinformazione sul cambiamento climatico, fake news sulla pandemia e qualsiasi notizia rintracciabile su violenze a e omicidi di maschi da parte di donne (alla faccia delle pagine in cui si scaglia contro i giovani incapaci di trovare un orientamento essendo travolti da troppe informazioni). In compenso scrive per la rivista (politicamente scorretta) Fuoco, nella cui redazione ci sono anche Marcello Foa, Massimo Fini, Federico Palmaroli (aka Osho), Marco Tarchi, Marcello Veneziani, Claudio Messora (aka ByoBlu), Diego Fusaro, Enrico Ruggeri, Simone Pillon, Gianni Alemanno e compagnia cantante (probabilmente Faccetta nera). Curiosamente però attacca Heidegger – accostandolo all’esistenzialismo sartriano – dimenticando (ribadisco: curiosamente, dato che stiamo parlando di un professore di storia e filosofia) che Heidegger – oltre che convinto nazista – è stato anche un filosofo che ha utilizzato l’ermeneutica, e sarebbe assolutamente interessante applicarla al testo yijinghiano, che proprio nella sua “oscurità” potrebbe rivelare molto più di altri l’Essere originario.
Per concludere un breve commento sullo Yijing di Paolo Giammarroni. Non posso ovviamente valutare la traduzione anche se per i commenti, come già osservato, Giammarroni si rifà spesso a quelli di Judica Cordiglia. Il grosso problema del libro è un altro: espone gli esagrammi non nell’ordine progressivo ma (dis-) ordinandoli per Case: la Casa del Creativo (che contiene gli esagrammi 1, 44, 33, 12, 20, 23, 35 e 14), la Casa dell’Abissale (29, 60, 3, 63, 49, 55, 36, 7), la Casa dell’Arresto (52, 22, 26, 41, 38, 10, 61, 53), la Casa dell’Eccitante (51, 16, 40, 32, 46, 48, 28, 17), la Casa del Mite (57, 9, 37, 42, 25, 21, 27, 18), la Casa dell’Aderente (30, 56, 50, 64, 4, 59, 6, 13), la Casa del Ricettivo (2, 24, 19, 11, 34, 43, 5, 8) e la Casa del Sereno (58, 47, 45, 31, 39, 15, 62, 54). Ora il problema è che non c’è un indice che va dal numero tradizionale dell’esagramma direttamente alla pagina che lo tratta per cui per ogni consultazione occorre comporre l’esagramma tramite la tabella dei trigrammi e individuare il numero relativo (p. 46), poi andare nell’elenco degli esagrammi e delle relative Case per individuare la casa dell’esagramma trovato (p. 47) ed infine andare all’indice per Case (p. 68-72), individuare nella Casa il nostro esagramma (come forse avete notato non sono in ordine numerico progressivo) e così finalmente scovare la pagina dove esso viene trattato. In conclusione diventa un lavoro più faticoso l’individuazione della pagina che non l’interpretazione dell’esagramma!


Bibliografia utilizzata:
I King (versione di Richard Wilhelm); Astrolabio, 1950
Tao Té Ching (versione di J.J.L. Duyvendak); Adelphi, 1973 (5. ed., 1983)
I:Ching (versione di Elena Judica Cordiglia); Edizioni Mediterranee, 1982 (ristampa 2006)
I Ching (versione di Eranos); red, 1996 (nuova ed. 2002)
Yijing (versione di Paolo Giammarroni); Castelvecchi, 2021
I Ching (versione di Daniele Ferrero); Giunti, 2022
Link nel post:
mio post su Contro la divinazione fast-food: lo “I Ching”: https://ossessionicontaminazioni.blogspot.com/2020/08/contro-la-divinazione-fast-food-lo-i.html
mio post su Homo ludens e I Ching: https://ossessionicontaminazioni.blogspot.com/2020/08/homo-ludens-e-i-ching.html
mio post su I Ching: divinazione e meditazione: https://ossessionicontaminazioni.com/2024/04/05/i-ching-divinazione-e-meditazione/
pagina dedicata a Il morso che spezza sul sito di Passaggio al Bosco: https://www.passaggioalbosco.it/il-morso-che-spezza/
pagina dedicata a Yijing a cura di Giammarroni sul sito di Castelvecchi: https://www.castelvecchieditore.com/prodotto/yijng/
pagina dedicata a All’ombra dell’I Ching sul sito di Feltrinelli: https://www.feltrinellieditore.it/opera/allombra-delli-ching/
sito della rivista Fuoco: https://leggifuoco.it

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