
Una volta uscito dall’apnea di una lettura noiosissima come quella de Il terzo impero (non metto neanche il link: è il post precedente) avevo bisogno di qualcosa di leggero e piacevole che mi riconciliasse con l’atto della lettura. Qualcosa di confortevolmente conosciuto, senza per questo essere una rilettura. E Il pescatore di John Langan ha assolto perfettamente a tale compito. Si tratta di un romanzo horror lovecraftiano pubblicato originariamente nel 2016 che ha vinto il Bram Stoker Award for Best Novel e che è uscito qualche mese fa in edizione italiana grazie alla casa editrice Zona 42.
Il pescatore è un romanzo costruito a matrioska. A fare da cornice c’è la storia di Abe e Dan: entrambi hanno subito la traumatica perdita delle persone amate e trovano conforto dal passatempo della pesca che condividono. Questa storia si svolge approssimativamente tra gli anni Ottanta e l’inizio del 21° secolo (Langan non situa con precisione l’inizio della storia mentre da riferimenti abbastanza precisi relativamente alla sua conclusione). Al suo interno sta la storia di Reiner Schmidt, professore universitario tedesco in disgrazia costretto a trasferirsi negli Stati Uniti all’inizio del Novecento e a lavorare come operaio specializzato sui Monti Catskill dove si sta preparando la realizzazione di una diga per rifornire d’acqua New York. All’interno di queste due storie maggiori ve ne stanno altre minori che chiariscono eventi e motivazioni dei personaggi. E la bravura di Langan è di riuscire a maneggiare tutti i tasselli della storia in modo che il lettore non si senta mai perso o annoiato all’interno delle digressioni che compongono il romanzo.
Ho detto che si tratta di un horror lovecraftiano ma, a differenza dei racconti di Anders Fager di cui ho scritto qui, Langan non mira ad aggiornare l’immaginario relativo, anzi: tolta l’ambientazione quasi contemporanea, Il pescatore potrebbe tranquillamente inserirsi nel canone lovecraftiano. Non un caso che fin dall’inizio il narratore – Abe – dichiara che racconterà le vicende incredibili che lo hanno fatto quasi impazzire, proprio come uno qualsiasi dei narratori lovecraftiani. Di più: il nostro Abe è sì il narratore della storia ma, tutto sommato, non possiamo considerarlo il protagonista. Il pescatore del titolo infatti non è lui ma un misterioso stregone nato molto prima degli eventi relativi alla costruzione della diga che vuole “pescare” e soggiogare il Leviatano, mostro marino che vive nell’oceano primordiale della creazione. Tra la dimensione in cui vive il Leviatano e la nostra si aprono squarci attraverso cui è possibile passare ed uno di questi è proprio sui Monti Catskill (non lontano da Providence), lungo il fiume Dutchman nella cui vallata viene creata la diga e in cui Abe e Dan vogliono pescare. Ma non è lo Schwartzkünstler, lo stregone, il vero cattivo: anch’egli è vittima della perdita tragica della propria famiglia che gli ha instillato un desiderio di vendetta tale da convincerlo a soggiogare il Leviatano per avere il potere a sufficienza per soddisfarla. Il Leviatano stesso è una tipica divinità lovecraftiana, indifferente alle passioni e ai destini umani. Vive nell’oceano primordiale della creazione e in quanto tale è più vicino a Dio che al Diavolo, ma indifferente a bene e male ed alle creature giunte dopo di lui nella creazione. Lo Schwartzkünstler però, per soggiogarlo, ha bisogno di più forza di quanta disponga e la baratta con uomini come Abe e Dan inviando loro illusioni che sostituiscano le persone amate perdute. Un vero e proprio confronto con lo stregone non ci sarà con loro – alla fine semplici impiegati – ma con Reiner, che aveva perso il posto nell’università tedesca proprio per il suo studio proibito delle scienze occulte.
Se Il pescatore non può forse dirsi un capolavoro narrativo, è sicuramente un ottimo romanzo horror, sia che siate appassionati di Lovecraft e vi divertiate a trovarvi i riferimenti lungo il suo svolgimento, sia semplicemente che abbiate bisogno di una lettura di svago da ottenere con un horror di ambientazione, assolutamente non splatter, che vi porti in giro tra orrori che non vi causeranno gli incubi, ma che comunque vi faranno riflettere fino a dove un po’ tutti siamo disposti ad arrivare per colmare il vuoto lasciato dalla perdita di una persona amata.

Link nel post:
pagina dedicata a Il pescatore sul sito della casa editrice Zona 42: https://www.zona42.it/wordpress/il-pescatore-di-john-langan/
i racconti lovecraftiani di Anders Fager: https://ossessionicontaminazioni.com/2023/03/10/orrori-nordici/

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