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Qualcuna/o si potrà stupire della mia attenzione per LOVESICK di Luana Vecchio (Edizioni BD): i temi di questo fumetto sono feticismo, autolesionismo, sadismo, masochismo, pornografia, cannibalismo. Cosa può tutto ciò se non disgustare una “normale” persona cisgender e eterosessuale? Mi viene da pensare che sia proprio per compensare psicologicamente tutta la mia cisgendericità, tutta la mia eterosessualità, tutta la mia (apparente?) “normalità”, che adoro storie morbose e “sporche” come quella di Luana Vecchio, autrice con poche storie pubblicate “sulle spalle”, ma che si fa conoscere – passando anche per editori importanti come la Image che per prima a livello mondiale ha pubblicato questo fumetto – con un opera che certo non può lasciare indifferenti.

LOVESICK è il sito, nel Dark Web, dove Domino (la giovane donna ritratta in copertina) offre a pagamento spettacoli in streaming con BDSM, torture, red room e snuff movie. Insomma le persone – tutte in modo rigorosamente consensuale – vengono durante questi spettacoli umiliate, torturate ed uccise. E alla fine i loro corpi – in alcuni casi addirittura prima del trapasso – vengono divorati da “appassionati” di cannibalismo. Luana Vecchio si riferisce esplicitamente alle “dolcett girls”, ragazze e donne che accettano di essere uccise, cucinate e mangiate che derivano dai fumetti di Dolcett, misterioso autore – forse canadese – le cui storie rappresentano stupri, esecuzioni (impiccagione, decapitazione) di donne, il loro impalamento e la successiva grigliatura.

I fumetti di Dolcett, apparsi agli inizi degli anni ‘90 sono grezzi e in bianco e nero, scansionati e riproposti negli angoli oscuri presenti già da allora in Internet. Certo, se ne trovano successivamente versioni (orrendamente) colorate ed altre rifatte in 3D al computer. Ma tutte queste nuove versioni perdono la grezza, malata brutalità degli originali. Per certi versi sta indubbiamente qui la distanza tra i fumetti di Dolcett e LOVESICK: in quest’ultimo leggiamo di un mondo a parte, un mondo dello spettacolo – per quanto morbosamente perverso – che si comporta seguendo le sue interne regole. Le storie di Dolcett sono invece ambientate nel reale apparentemente quotidiano ed è per questo che, assieme alla loro estraniante essenzialità, sono tanto più disturbanti. Esattamente del resto come quelle di Miguel Angel Martin che con opere come Psycho Pathia Sexualis ha scatenato polemiche dentro e fuori il settore su quello che sia accettabile o meno rappresentare nel fumetto. Nel 2016 scrissi su Giornale Pop un pezzo nell’immanenza della pubblicazione di Total Overfuck (NPE) di Martin che conteneva anche Psycho Pathia Sexualis, originariamente portato in Italia da Topolin nel 1995, edizione di cui venne ordinato il sequestro. Rispetto a Dolcett, Martin è più “inclusivo”: non sono solo le donne a finire torturate e uccise, ma anche maschi e bambine/i.

Alla fine Luana Vecchio non sfonda questi steccati: le sue vittime sono (quasi) tutte vittime consenzienti, felici di farsi torturare, uccidere e pure mangiare. Alla fine la sua è la storia dell’amore tra Domino, fin da adolescente attivissima su forum BDSM, rapita da Jack che inizialmente vorrebbe solo mangiarsela – Jack ha un rapporto omosessuale con Vic con cui vorrebbe dare la “scalata” ad un gruppo elitario di cannibali che si ritrova in feste sfarzose per gustare assieme i propri cibi preferiti – ma lentamente viene catturato dal modo in cui la sedicenne gli si offre, completamente remissiva, ad ogni suo (turpe) desiderio. Tra Domino e Jack inizia una dialettica di attrazione e repulsione che porta entrambi negli abissi dell’abiezione e dell’assassinio. Per Domino, una volta riavuta la libertà, è ormai impossibile pensare ad altro che a perpetuare per proprio conto violenza e soprusi creando il proprio sito – LOVESICK – e sfruttando per promuoverlo proprio il video realizzato da Jack per ricattarla se lo avesse denunciato. LOVESICK non ha un vero finale: sia Domino sia Jack paiono persi nelle rispettive ossessioni, gemelle eppure incompatibili. Resta il paradosso della narrazione di un rapporto tossico in cui ciascuno dei due partner manipola l’altro e assieme non possono che distruggersi a vicenda.

Come sottolineato sopra, si tratta di un fumetto dalle tematiche disturbanti, ma che consente al lettore di mantenere sempre una distanza dalle abiezioni rappresentate mostrandole come eccezionali e relegate in pratiche da Dark Web o da malate associazioni segrete. La bravura più grande di Luana Vecchio è nella rappresentazione di Domino adolescente, apparentemente distaccata da tutto quello che succede e che le succede, eppure è lì che guarda Jack – punto di vista che in quel momento e in quell’inquadratura s’identifica col nostro punto di vista di lettori – e quello che lui (noi) le stiamo facendo e le stiamo facendo fare con uno sguardo che sembra chiedere: “e poi?” lasciando interdetti tanto noi lettori quanto Jack che non si aspettava di trovarsi di fronte, in quel corpo apparentemente acerbo ed ingenuo, una personalità altrettanto ossessionata della sua.

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Lo stile grafico utilizzato da Luana Vecchio è allo stesso tempo deliziosamente classico (con un erotismo mai volgare e tendente piuttosto al romance) e sottilmente ma efficacemente dinamico (con la gabbia della tavola “sbilenca” che crea già da sola il movimento). Gli show trasmessi online sono sporchi e disturbati imitando video a bassa risoluzione e rallentati dall’uso di VPN per non far identificare i visualizzatori.

Alla fine consiglio di leggere questo fumetto? Si può consigliare un fumetto (un’opera) che tematizza (senza condannarli esplicitamente) tortura, omicidio, cannibalismo? Risponde, nel fumetto, la stessa autrice:

Qualche tempo fa ho letto il commento di un ragazzo che si chiedeva cosa avesse mai da offrire questo fumetto all’umanità…

Direi assolutamente NIENTE!

Questo è un fumetto nichilista, non ha nulla da offrire.

L’arte è anche intrattenimento, smettiamo di aspettarci che ci debba sempre educare o che debba per forza trasmettere messaggi positivi.

Leggere fumetti non è come andare a scuola.

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Luana Vecchio

Onestamente non sono del tutto d’accordo con Luana Vecchio: l’arte educa sempre (se è arte), ma non con la moraletta spicciola appiccicata alla fine. L’arte educa strappandoci dalla nostra comfort zone e mettendoci a disagio, costringendoci a confrontarci con ombre e luci che sono anche dentro di noi a nostra insaputa. E Luana Vecchio, col suo affondare nel Dark Web per le ricerche per il suo fumetto ci offre – trasfigurata nella storia – quanto di umano c’è anche nelle ossessioni più turpi e disgustose agli occhi delle persone “normali”. Per questo LOVESICK è molto più educativo di tanti altri fumetti bravi e “puliti” e pertanto non solo va consigliato, di più: va prescritto, e proprio di più e maggior fermamente proprio a coloro che lo troveranno disturbante e disgustoso.

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2 risposte a “LOVESICK: BDSM e cannibalismo a fumetti”

  1. Avatar Libri letti nel 2024 – ossessioni e contaminazioni by francesco mazzetta

    […] Luana Vecchio LOVESICK (BD, 2024) […]

  2. Avatar Perversioni a fumetti: Dolcett – ossessioni e contaminazioni by francesco mazzetta

    […] sempre interessato alla rappresentazione artistica delle perversioni umane: vedere per esempio il post di un anno fa su LOVESICK o la news su Giornale Pop relativa all’uscita della nuova edizione di Psycho Patia Sexualis di […]

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Dove il paradosso contamina i rapporti umani, compare la malattia.

~ Watzlawick, Beavin e Jackson