Mentre sto andando a rilento sul nuovo Silent Hill f, un po’ per esigenze lavorative e personali, un po’ perché non sono ancora riuscito ad entrare nella “storia” del gioco, esce la notizia che a gennaio uscirà al cinema Return to Silent Hill. Si tratta del seguito del Silent Hill di Christophe Gans del 2006. A mio parere Silent Hill resta la più riuscita trasposizione cinematografica di un videogioco. Pur senza tradire minimamente la storia e il decor del gioco, riesce a costruire una narrazione assolutamente terrorizzante. Peggio: disturbante, soprattutto nel granguignolesco finale. Il Silent Hill del 2006 ha già avuto un “seguito”, Silent Hill: Revelation del 2012 diretto da M.J.Bassett. Se il film di Gans si rifaceva esplicitamente al primo videogioco, quello di Bassett si ricollega non troppo fedelmente al terzo, fallendo però nel riuscire a creare un plot coerente e malato almeno quanto l’originale. L’arrivo ora di questo nuovo capitolo di Gans, vent’anni dopo il primo, potrebbe far dubitare del tentativo del regista di ritornare ad un periodo ispirato, dato che fra i due film c’è solo La bella e la bestia del 2014, successo al botteghino ma mediamente stroncato o snobbato dalla critica. Per ora di Return to Silent Hill abbiamo solo un trailer ma, per quello che si può vedere in 40” Gans sembra avere ritrovato la magia. Appuntamento allora al non troppo lontano gennaio per un’analisi approfondita di un film (da me e dai fan di Silent Hill) assai atteso, anche perché si ispira al secondo episodio videoludico: quello considerato il migliore dalla maggior parte dei fan.

Segnalo la mia recensione di Silent Hill di Gans su Sentieri Selvaggi il 7 luglio del 2006: https://www.sentieriselvaggi.it/silent-hill-di-christopher-gans

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GOCCIA DI SAGGEZZA

Dove il paradosso contamina i rapporti umani, compare la malattia.

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