ABSTRACT
Una discesa nel mondo dei fumetti di Demise, un epigono digitale di Dolcett che riprende le sue perversioni sessuali umane legate in particolare alla morte e al cannibalismo.
AVVERTENZE
Sei sei minorenne o comunque non sei legalmente responsabile delle tue azioni/letture EVITA di leggere questo post. Sconsiglio assolutamente la lettura anche a chi si senta disturbata/o e/o offesa/o da descrizioni e rappresentazioni di:
- sesso, anche non consensuale;
- torture, anche non consensuali;
- uccisioni;
- cannibalismo;
- incesto.
Nelle immagini a corredo del post utili per mostrare le caratteristiche dell’autore eviterò riferimenti grafici agli elementi sopra descritti, riferimenti però inevitabili nelle didascalie e soprattutto nelle descrizioni dei fumetti stessi. Per questo, se già in anticipo sai che queste cose ti disturbano, ti mettono a disagio, ti fanno arrabbiare, ti disgustano, NON proseguire con la lettura.
Fallo solo se, nonostante l’indubbio carattere perverso e disturbante di queste storie, sei interessata/o a esplorare un lato decisamente oscuro della rappresentazione “artistica” delle perversioni sessuali umane.
Inoltre anche se sei maggiorenne e le tematiche sopra riportate non le escludi per principio da opere di fantasia, fai estrema attenzione ai link nel post. Li ho tutti visitati ad agosto 2025 utilizzando una VPN e TOR. A differenza del post su Dolcett non linkerò siti che potrebbero essere “pericolosi” dal punto di vista della navigazione. Ma comunque se desideri cliccare ti consiglio di essere sempre estremamente cauto/a a scaricare materiale e a cliccare sui link presenti nei siti.
MOTIVAZIONI
Originariamente avevo pensato ad un post unico su Dolcett e Demise, l’unico epigono di Dolcett che mi sembra valga la pena di menzionare. Poi però quel post più che un post sarebbe diventato un “saggio”, almeno considerandone la lunghezza, così ho pensato fosse meglio sdoppiare i post. Nel post su Dolcett scrivevo che la forza di Dolcett – il sapere creare una storia con pochissimi ingredienti e con alfabeto grafico tutto sommato limitato e ripetitivo – tra i suoi epigoni è rarissima da trovare: le nuove storie spesso… non hanno alcuna storia, sono solo un espediente per mostrare la donna di turno uccisa piuttosto che inserita nella cervelloticamente elaborata macchina per macellarla e cuocerla in modo automatico. Demise, su cui sono incappato inizialmente all’interno di DeviantArt, in parte smentisce questa affermazione ed è per questo che ne faccio oggetto di trattazione aggiuntiva.
LE PERVERSIONI DI DEMISE
Le perversioni di Demise restano quelle di Dolcett, al limite si aggiungono modalità di morte delle sue modelle virtuali – l’annegamento nelle sabbie mobili e l’essere divorate da piante carnivore – e, in compenso, c’è un’attenzione e una morbosità molto minore nel rappresentare le sue modelle nell’essere cucinate e mangiate. La premessa delle storie è sempre la stessa: sull’Isola di Demise c’è una lotteria a cui partecipano tutte le donne presenti sull’Isola. Quando una donna viene estratta, viene uccisa (mediante soffocamento, decapitazione o impalamento) e poi arrostita. Ma a Demise interessa fino all’atto dell’uccisione e il resto lo lascia all’immaginazione dei suoi lettori. È anche vero che è necessaria un’avvertenza: ho seguito i lavori di Demise fino all’inaugurazione delle Island Adventures, che attualmente sono composte da 16 capitoli, ma già dopo i primi ho abbandonato per noia. Mi soffermerò dunque solo su alcune delle storie contenute nella sezione “Legacy Projects” del suo sito World of Demise. Sul sito si trovano tutti i suoi progetti che possono essere liberamente scaricati. I file però sono compressi e protetti da password e, per poterli visualizzare, è necessario iscriversi su Patreon e diventare un membro della sua pagina versando 80 dollari di Hong Kong al mese (circa € 8,76). Diventando membro è possibile scaricare dalla pagina su Patreon le password per scomprimere i file e poi sospendere il sostegno, almeno fino a quando Demise pubblicherà nuove storie (precedentemente Demise aveva un account su Fanbox – che è stato bannato – su cui metteva le password a rotazione proprio per evitare che gli utenti pagassero un solo mese di iscrizione, mentre per il momento l’iscrizione su Patreon da l’accesso a tutte le password).
Le storie sono:
- An Island Christmas
- Laura and Julie’s Last Night Out
- Dorothys Demise
- Dianna, Debbie and an Axe…
- Illusions
Elementi “dolcettish” sono la giustificazione dell’uccisione di donne con la lotteria culinaria, la predilizione per l’uso dei tre metodi ricordati (decapitazione, impalamento e impiccagione, mentre Demise non mette mai in scena l’elettrocuzione), l’utilizzo in alcune storie, dell’ironia. In compenso le donne demisiane, anche quando si offrono volontariamente al proprio destino, hanno sempre (tranne che in Illusion) alla fine la consapevolezza della propria sorte che le porta a tentare – inutilmente – di sfuggirle.
Da sottolineare anche che Demise non disegna: le sue storie sono realizzate con modellazione digitale. Perciò le sue opere non hanno un’artisticità comparabile con quella di Dolcett (o altri fumettisti). Anche il confronto con altri autori digitali ha senso solo fino a un certo punto dato che più che le capacità artistiche sono qui in gioco abilità tecniche. In più Demise utilizza dimensioni decisamente caricaturali soprattutto per i seni femminili ma anche per i peni maschili.
L’INGENUA DOROTHY
La prima storia che presento è Dorothys Demise, che è l’unica a escludere completamente l’elemento cannibalistico. Protagonista è la studentessa universitaria Dorothy che va ad indagare su una casa che si dice stregata. In cantina trova però non fantasmi ma attrezzatura per la produzione di droga. Prima che possa però andare a raccontare la cosa viene tramortita dal proprietario dell’attrezzatura che la uccide per evitare di essere denunciato. La parte interessante della storia tuttavia è che di fronte alla morte per decapitazione (con ceppo e ascia) Dorothy minaccia e implora il suo rapitore che ripetutamente si fa gioco di lei, prima facendole credere che la disponibilità ad un rapporto sessuale possa indurlo a liberarla, poi che la decapitazione sia una modalità indolore di esecuzione, ecc. Ovviamente l’elemento ironico è l’ingenuità di Dorothy che crede a tutte le bugie del suo rapitore. Fin dall’inizio Demise introduce l’elemento comico con i mugugni di Dorothy attraverso il bavaglio che le impedisce di urlare.














FESTA DI BENTORNATO
A Island Christmas è la prima delle tre storie in cui è introdotto il motivo dell’incesto. L’ambientazione è la già menzionata Isola di Demise e il protagonista è tal John Hopkins che torna a casa dal lavoro per trascorrere le vacanze di Natale assieme alla moglie e alle sue tre figlie. Scopre però che tutte e quattro sono state estratte dalla lotteria (che fortuna!) e quindi hanno deciso di riservargli un regalo d’addio (non proprio) natalizio: si uccideranno – da sole o a vicenda – davanti a lui. Per rendere le cose più interessanti prima della dipartita però tutte e tre consumano un rapporto sessuale con genitore (e anche saffico con la mamma, per non fare ingiustizie). Qualche piccolo sprazzo di comicità c’è anche qui quando le sorelle intente nel non agevole compito d’impalarsi una e di ghigliottinarsi l’altra, s’arrabbiano perché il padre si dimostra troppo distratto dall’attività sessuale con le sorelle rispetto alle loro fatiche. Il padre dal canto suo, lungi dall’essere affranto, si gode la disponibilità delle figlie, e quando tentennano nell’auto-esecuzione, da loro una mano.
LAURA E JULIE
A Island Christmas non è che una versione ampliata – più figlie, più modalità d’esecuzione – della storia già vista in Dolcett – Lunch Date – dove il padre tornava a casa in pausa pranzo per decapitare (dopo piacevole parentesi sessuale) la moglie e la figlia, entrambe selezionate alla lotteria. Senza più certe esagerazioni il medesimo canovaccio lo troviamo prima nel narrativamente essenzialeLaura and Julie’s Last Night Out e poi in un formato narrativo decisamente più complesso in Dianna, Debbie and an Axe...
In Laura and Julie’s Last Night Out assistiamo all’arrivo di Laura (la madre) e Julie (la figlia) a casa di Bill una sera. Le due gli riferiscono di essere state selezionate dalla lotteria e, potendolo, preferirebbero essere uccise da lui dopo una notte di sesso a tre. Dato che si tratta di due donne assai avvenenti (è Demise che le “disegna” così…) a Bill la cosa non pare vera e accetta senza tergiversare. Tutti e tre si ritrovano quindi nel seminterrato dove Bill conserva gli attrezzi del mestiere: una forca e una ghigliottina, ma prima del lavoro il piacere e i tre passano una notte bollente fino a quando arriva l’ora delle esecuzioni. Anche qui Demise non risparmia i tocchi di comicità con Bill che lascia alla figlia l’impiccagione della sempre più sgomenta Laura, con la figlia che suggerisce a Bill attività sessuali con l’agonizzante madre prima di dover anche lei infilare la testa nella ghigliottina ed iniziare a disperarsi a sua volta.

















AMORE MATERNO?
Il titolo completo di Dianna, Debbie and an Axe... comprende il sottotitolo a tale of motherly love ….or is it? cioè: “una storia di amore materno… o no?”. Sostanzialmente la storia si divide in tre capitoli. Il primo inizia con una rappresentazione di un torrido rapporto sessuale tra Dianna (la mamma) e Debbie (la figlia) interrotto dal postino che porta un avviso della lotteria. Il messaggio viene però travisato leggendo che l’estratta sia la figlia che, piuttosto di essere impiccata, chiede alla madre di decapitarla. La madre, per risparmiarle la sofferenza, acconsente solo per poi rendersi conto che la destinataria dell’avviso era lei e non la figlia. I due incaricati del “ritiro” del corpo vengono corrotti dall’avere comunque un corpo da ritirare e dal riscuotere una “mazzetta” sessuale da parte di Dianna. Il problema per Dianna è però ora come spiegare la cosa al marito…
Il secondo capitolo si svolge la sera stessa in un locale dove si svolge la festa di Tina, figlia di un amico, che ha invitato tutti ad assistere alla sua impiccagione dato che anche lei è stata estratta alla lotteria. Dianna racconta ad un marito sempre più adirato la cosa e gli chiede di andare via con lei dall’Isola. Il marito le da appuntamento per la mattina seguente.
Dianna – nel terzo capitolo – si presenta speranzosa di fuggire dall’Isola, ma il marito, con l’aiuto di due altri uomini, le ha dato appuntamento per impalarla e arrostirla. Dianna lo supplica e, considerando gli anni passati assieme, il marito si fa convincere a decapitarla piuttosto che ad impalarla. I tre uomini, non potendo più impalare Dianna, decidono di impalare la turista che era venuta ad assistere ai rituali dell’Isola.
Anche qui Demise dispensa scintille di nera comicità, ad esempio quando il padre di Tina inizia a pulire il cadavere dalle interiora prima ancora che la figlia sia del tutto morta, o quando la turista del capitolo finale viene presa in contropiede e da spettatrice si trasforma in protagonista.
ILLUSIONI
Illusions è un’opera diversa dalle altre, ma probabilmente è dovuto al fatto che qui la storia è accreditata a Mickey Jay piuttosto che al solo Demise, che invece si occupa della sceneggiatura e della parte grafica. Illusions racconta di Jo che si trasferisce in una nuova città e, navigando su Internet, si imbatte nella storia dell’“Illusions club” dove, un paio di volte l’anno si riunirebbero da tutto il mondo dei super ricchi per mangiare carne umana di donne appena uccise. Tutto fa pensare ad una leggenda urbana ma, in seguito al suo assiduo domandare a chiunque, riceve una mail che la invita ad una delle serate dell’Illusion club. Dopo una serata passata con le amiche decide di accettare l’invito e recarsi al club situato in una zona apparentemente degradata. All’ingresso Jo si ritrova però circondata da cameriere e velluti rossi. Si siede e ordina champagne mentre si svolge una puntata su una giovane donna nuda. Vince un magnate francese per cui la ragazza viene decapitata e cucinata. Jo reputa il tutto un effetto speciale, un’illusione, come da nome stesso del locale. Ma mentre la ragazza viene decapitata il presentatore annuncia che sarà proprio lei la seconda “ospite” della serata. Dopo che il corpo della prima ragazza viene portato via si svolge il secondo giro di puntate per decidere chi si mangerà Jo. Lentamente si rende conto che non si tratta di un gioco di ruolo, ma la cosa, invece di terrorizzarla, la eccita. Tanto più che il giro di puntate per aggiudicarsela è vinto da un affascinante californiano che, prima di farla decapitare, le concede un rapporto sessuale. Jo è l’unica donna delle opere di Dolcett che, prima di essere decapitata (o impalata, o impiccata), sorride eccitata nell’attesa che si compia il suo fato.
A differenza che nelle altre storie qui non c’è né lo humor nero (e un po’ scemo) né la perversione incestuosa. Resta un erotismo macabro ma patinato e in certi punti anche raffinato: quasi nulla in questa storia l’esibizione del corpo nudo femminile e il sesso orale col petroliere americano è quasi più disturbante che eccitante perché interrompe il mood sempre più onirico della narrazione.























CONCLUSIONE
Anche nelle opere di Demise, come in quelle di Dolcett, le uniche persone uccise sono di sesso femminile: riflesso distorto e malato del patriarcato. Purtroppo non è che mettendole all’indice si risolva qualcosa: non sono opere fantastiche (per quanto di fantasie indubbiamente malate e perverse) a spingere le persone ai femminicidi. Al limite una persona animata dall’intento di stuprare e/o uccidere donne può trovare nelle opere di Dolcett, Demise ed altri come loro, un trastullo ma di certo non la motivazione fondamentale per compiere atti nel mondo reale. Perché allora seguire le opere di Demise (o di Dolcett, o di Miguel Angel Martin, o di altri)? Perché ci dicono comunque qualcosa su di noi e sul nostro mondo: tutto ciò che è proibito lo è perché in qualche misura è desiderato. Il vero tabù allora in queste opere non è lo stupro o l’uccisione di persone (per altro tutte cose meno terribili in queste opere di fantasia delle notizie di analoghe situazioni reali che arrivano dai teatri di guerra) ma piuttosto un sesso liberato sia dalla rigida struttura religiosa e istituzionale da un lato sia dalla mercificazione della pornografia e del traffico di esseri umani per il mercato del sesso dall’altro.
Occorre però che sia onesto e non mi limiti ai moralismi sociologici. La passione per le perversioni a fumetti devo confessarla non solo per ricerche su usi e costumi sotterranei ma (probabilmente) anche per compensare la monogamia che ha le caratteristiche della (letteralmente) monotonia con una ricerca di dissonanze estreme che, grazie alle mie competenze professionali, riesce ad andare più a fondo di quanto normalmente accada.
Link nel post:
- Mio post su Dolcett: https://ossessionicontaminazioni.com/2025/08/26/perversioni-a-fumetti-dolcett
- DeviantArt: https://www.deviantart.com
- World of Demise: https://www.worldofdemise.com
- Demise su Patreon: https://www.patreon.com/u26724875

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