
Scrivo queste righe appena conclusa la lettura dei 15 volumi che contengono le avventure del Dr. Slump, Arale & Co. nella “Perfect edition” di Star Comics. Lettura iniziata lo scorso dicembre.
Dr. Slump è un manga scritto e disegnato da Akira Toriyama pubblicato in Giappone dal 1980 al 1984 sulla rivista Weekly Shōnen Jump che ottenne un immediato successo tanto che nel 1981 venne prodotto anche un anime, e nel 1997 un remake. Nel 1982 la serie vinse il premio Shogakukan per i manga nella categoria shōnen e shōjo (fonte: Wikipedia). La scomparsa, l’anno scorso, di Toriyama e il contemporaneo allestimento del settore manga della biblioteca mi hanno spinto a colmare il vuoto della conoscenza di questo autore. In realtà ho visto parecchi episodi delle varie serie anime di Dragon Ball ma gli unici che mi sono piaciuti erano quelli della prima serie, chiaramente ispirati al classico cinese di Wu Cheng’en Il viaggio in Occidente o Lo scimmiotto. Ricordavo invece la prima serie di anime dedicato ad un altro famoso personaggio creato da Toriyama – il Dr. Slump, appunto – trasmessa in televisione negli anni ‘80. Di quell’anime ricordavo lo strambo villaggio Pinguino, il protagonista – geniale scienziato Senbee Norimaki (detto Dr. Slump) ossessionato dal sesso – e la sua “creatura”: un potentissimo e indistruttibile robot con le sembianze di una ragazzina di 13 anni battezzata Arale (e fatta passare per la sorella minore del primo). Ricordavo la serie come piena di humor demenziale e, volendo approfondire la conoscenza di Toriyama, mi sono visto preferire la serie maggiormente “scanzonata”.
In realtà, se la serie è scanzonata e intrisa da una comicità demenziale e un po’ volgare ma adatta al pubblico giovane a cui si rivolgeva la rivista su cui era pubblicata, contiene contemporaneamente elementi narrativamente geniali ma anche i semi di alcune cose che non mi convincevano in Dragon Ball (e ovviamente sto parlando dell’anime).
Partiamo da Senbee Norimaki. È un inventore indubbiamente geniale: è lui a creare il robot più perfetto della serie e il suo rivale, il Dr. Mashirito, riesce al massimo a creare un robot uguale ad Arale (Caramelman 4 che, proprio per essere così simile ad Arale, si ribellerà ai sogni di conquista mondiale del suo costruttore e si ribattezzerà Obocchaman diventando il fidanzato di Arale). Ma contemporaneamente è ossessionato dal mondo femminile in modo abbondantemente preadolescenziale: il suo sogno più grande è riuscire a vedere le mutandine della professoressa Midori, sogno che non abbandonerà neppure una volta sposato con lei e con un figlio (che più d’uno dubita sia il suo dato che Senbee non ha molte conoscenze relativamente al ciclo riproduttivo umano). Questo crea, soprattutto all’inizio della serie, una sequenza irresistibile di gag, in particolare quando è costretto a nascondere le sue manie e le riviste sconce alla curiosità di Arale.
E passiamo ad Arale Norimaki. Una sorta di Frankestein al femminile curiosa di tutto e stupendamente ingenua, tanto da mettere in imbarazzo un po’ tutti i personaggi che incontra e con cui si confronta. Si vede benissimo nelle tavole che ne mostrano la nascita e che riporto dove Arale pensa di essere costruita con la finalità di combattere contro il male e si lamenta per non avere seno. Questo essere “piccola per la sua età” è un elemento che percorrerà svariati episodi dove vedremo Arale chiedere a Senbee quando diventerà grande, quando le si svilupperà il seno, mostrando interesse per quello delle altre ragazze e donne. Contemporaneamente il suo essere forte e praticamente indistruttibile, a parte le ovvie gag dell’arrivo a scuola e del confronto con gli altri ragazzi nelle attività sportive, spinge Toriyama ad affiancarla ad altri personaggi che cerchino di superarne le capacità: primo fra tutti il già citato Dr. Mashirito che la vede come l’unico ostacolo alla sua conquista del mondo, ma anche, tra gli alleati, Obocchaman e Gacchan, una sorta di neonato volante in grado di mangiare praticamente qualsiasi cosa. Paradossalmente, nel corso delle storie contenute nei 15 volumi, Arale, invece di crescere, diventa più piccola e infantile, sia graficamente che come caratterizzazione psicologica. Se ne rende conto lo stesso Toriyama che ad un certo punto mette a confronto il disegno iniziale con quello utilizzato nei capitoli finali. Alla richiesta di crescere e di ottenere attributi femminili si sostituisce una passione per le cacche ancor più ossessiva di quella di Senbee per le mutandine femminili.
A compensare questa sorta di involuzione di uno dei personaggi principali arrivano tanti personaggi secondari ma che occupano – a volte anche in maniera predominante in singoli capitoli – lo spazio narrativo con le loro caratteristiche paradossali e divertenti. Come Suppaman, parodia di Superman che proviene dal pianeta Okakaumeboshi, che si traveste in calzamaglia e mantello dopo aver mangiato una umeboshi, ma in realtà non ha alcun potere e si limita a fare il gradasso. Come gli amici di Arale – Akane, Taro e Pisuke – ognuno con i propri sogni e con le proprie manie. Come la famiglia cinese degli Tsun, dove il capofamiglia è un inventore donnaiolo come Senbee e i figli Tsukutsun e Tsururin sono dotati di misteriosi poteri. Ma c’è un personaggio presente praticamente in ciascuno degli episodi della serie ed è l’autore stesso (di solito sotto forma di piccolo androide ma anche disegnato come persona nascosta da una mascherina). E questo ci porta ad uno degli elementi più elettrizzanti della serie: la meta-narrazione. Ci possiamo già rendere conto di questo elemento dalle prime pagine qui riportate ed esattamente quando la barista vede qualcosa di strano nel volto di Arale: non ha le narici. Allora Senbee è costretto a ricordarle che si trovano in un fumetto e che nessuno ha le narici! Toriyama, tramite la sua rappresentazione all’interno del fumetto, narrativizza anche gli sbagli commessi come quando ammette di aver fatto andare a scuola Taro Soramame un anno in più costringendolo a ritrovarsi alla fine con gli alunni più piccoli di lui.
I semi di quello che poi non mi piacerà in Dragon Ball li trovo quando Toriyama, evidentemente in assenza di idee interessanti, inscena tornei e gare che durano per capitoli e capitoli (anche più di quelli promessi e/o preventivati). Nonostante però episodi a volte un po’ forzati, non manca mai in tutti i volumi qualche idea brillante che mi ha visto scompisciarmi dalle risate di fronte a perplessi familiari o compagni di viaggio sul treno. Per questo Dr. Slump è una lettura che consiglio senza riserve. E che consiglio ancor di più se per caso non avete mai letto manga perché la sua consapevole ma leggera stupidità non potrà che farvi venire voglia di leggere altro (e poi però bisogna vedere se altro, di questo registro, c’è).
[Ricordo che la lettura delle pagine va fatta da destra a sinistra]




















Link nel post:
- Elenco dei 15 volumi di Dr. Slump. Perfect edition sul sito Star Comics: https://www.starcomics.com/ricerca-fumetti?q=dr.+slump&shop=0
- Voce Dr. Slump su Wikipedia: https://it.wikipedia.org/wiki/Dr._Slump

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