Cominciamo dal titolo: Liberi tutti! Che è la versione italiana di “Juicy Ghosts”, cioè “fantasmi succosi”. Che c’azzeccano (come avrebbe detto un famoso magistrato e politico)? A dir la verità, in tutta onestà, posso anche capire che i curatori di Urania abbiano avuto delle perplessità ad usare il titolo originale “sic et simpliciter” tradotto in italiano. D’altra parte l’espressione usata al suo posto mi porta alla mente un gioco che nulla ha a che vedere col romanzo…

E dunque di che si parla nell’ultimo romanzo di Rudy Rucker, in originale pubblicato nel 2021 e in Italia nel n. 1738 di Urania uscito all’inizio di maggio 2025? Ricordiamo intanto che Rucker (nome completo Rolf Von Bitter Rucker) è pro-pro-nipote (nientepopodimenoche) di Hegel (e già basterebbe a garantirgli il mio rispetto), matematico e fondatore del “cyberpunk” (ulteriore motivo per ottenere il mio rispetto) che vira verso una narrativa da lui definita “transrealismo”. Rispetto ad altri autori della corrente cyberpunk come William Gibson e Bruce Sterling, Rucker è più legato alla verosimiglianza tecnologica (alla fin fine è un matematico) ma, a differenza di altri autori ancora come Greg Bear o John Shirley, le sue storie non sono calate in un cupo tecnopessimismo: nonostante l’elemento sociale sia sempre presente in esse, è sempre affrontato con una leggerezza e un’ironia sconosciute ai suoi compagni di scuderia. Per certi versi mi viene in mente la fantascienza che oggi definiremmo “cozy” anche se le sue storie in realtà – e in particolare questo Liberi tutti! – hanno sì un risvolto positivo, ma non lesinano al lettore conflitti e morte.

In realtà, quello narrativo non è l’elemento migliore di Liberi tutti! (e forse in generale della scrittura ruckeriana): manca quasi del tutto l’elemento drammatico che crea nel lettore e nella lettrice la suspense per i destini dei protagonisti. Liberi tutti! è quasi fino alla fine un lungo dipanarsi verso la creazione per gli esseri umani di “anime” immortali (ottenute registrando il flusso vitale in lifebox) svincolate (e quindi libere) dai server sui quali sono inizialmente conservate. In questo senso possiamo dire che la storia si avvicina ad essere “cozy”. Ma è da considerare il contesto sociale in cui Rucker ambienta gli avvenimenti: gli Stati Uniti del prossimo futuro in cui il presidente uscente dal secondo mandato – un Ross Treadle chiaramente ispirato a Trump – si candida per il terzo, forte del sostegno di apparati di danarosi sostenitori. Treadle, per assicurarsi la vittoria, diffonde un virus attraverso gli psidot (i dispositivi organici che permettono di trasmettere pensieri ed emozioni) che rende gli esseri umani contagiati dei suoi ferventi sostenitori. Contro di lui si muove un manipolo di hacker che non solo debella il virus ma che – dopo che le manovre di Treadle gli hanno consentito comunque di vincere – organizza anche il suo (triplice) assassinio. Teoricamente la storia potrebbe anche finire qui, ma a Rucker il plot politico interessa solo fino ad un certo punto: il vero centro della narrazione è costituito da come, per fronteggiare gli apparati che continuano a spadroneggiare anche dopo la scomparsa di Treadle, il nostro manipolo di hacker si spinga a creare non solo avatar – o meglio: fantasmi – degli esseri umani registrati nel cyberspazio, permettendo poi loro di controllare dal cyberspazio dei cloni, una volta morti i corpi originali, ma anche a renderli indipendenti dai server su cui sono stati originariamente registrati, rendendo così impossibile la loro cancellazione.

La storia si dipana attraverso vari personaggi e questo fa si che nessuno di loro sia più di tanto approfondito e/o credibile e reale. Ma in compenso alla fine lo scontro tra il Top Party (anche qui chiaro il riferimento al movimento conservatore Tea Party) e il Citadel Club da una lato e il nostro manipolo di hacker dall’altro si fa intricatamente grandioso e concede a lettori e lettrici quelle pagine drammatiche fino a quel punto negate. Se sei arrivata/o fino a qui a leggere, ti sarà però rimasto un dubbio: ok i fantasmi, ma perché “succosi”? Il succo è il collegamento tra i fantasmi e gli esseri viventi, in particolare gli esseri umani. I fantasmi che non sono collegati ad un essere umano non hanno il “succo”, sono sbiaditi, e quindi dovranno trovare un altro essere vivente (animale, umano o artificiale) con cui collegarsi e poter riceverne di nuovo il succo. Del resto questi fantasmi sono stati creati da uno scienziato pazzo e non potevano che essere un po’ pazzeschi…

In conclusione Liberi tutti! è un bel (ma non bellissimo) romanzo che ha le sue doti migliori nel non far capire a lettori e lettrici quanto di tutto il technobabble di cui è infarcito sia pura fantasia e quanto sia invece realtà o previsione scientifica, nel farlo divertire a pensare a quanto sia bello morire anziani e poi subito rinascere in un corpo giovane e pronto a fare sesso.

Rudy Rucker

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GOCCIA DI SAGGEZZA

Dove il paradosso contamina i rapporti umani, compare la malattia.

~ Watzlawick, Beavin e Jackson