Com’è andata l’edizione 2025 di PLAY, Festival del gioco (da tavolo e di ruolo)? È particolarmente lecito chiederselo quest’anno dopo il passaggio da Modena a Bologna. Tale passaggio è legato all’ampliamento degli spazi a disposizione per espositori e pubblico: “43.000 mq coperti, 4 padiglioni, 3000 tavoli di giochi raddoppiando di fatto gli spazi rispetto allo scorso anno” (dal comunicato stampa del 3 marzo disponibile sul sito ufficiale). Nel comunicato stampa di febbraio indirizzato alla stampa “generalista” viene annunciato che il Festival:
…per la prima volta si svolge presso il quartiere fieristico di Bologna e quest’anno raggiunge quote record con 43mila mq coperti, 4 padiglioni, oltre 200 espositori, 3.000 tavoli di giochi da provare gratuitamente e più di 700 eventi in programma. Attesi grandi ospiti come Phil Eklund, ingegnere aerospaziale e scienziato missilistico, nonché uno dei più originali e acclamati game designer.
[…]
…un centinaio di associazioni coinvolte, una cinquantina di ospiti tra cui star internazionali del gioco da tavolo…
Qual è stata dunque la risposta del pubblico? Se guardiamo le presenze riportate su Wikipedia restiamo perplessi: apparentemente si passa dalle 45.000 presenze del 2024 alle 34.000 presenze del 2025, perciò apparentemente con un sensibile calo. Però il dato, riportato anche nel comunicato stampa di Bologna Fiere Group, è specificato riferirsi non alle “presenze” ma agli “ingressi unici”. Qual è la differenza? Ad esempio io avevo un abbonamento per due giorni (che ho utilizzato il venerdì e il sabato): in termini di “presenze” si conta due, mentre in termini di “ingressi unici” si conta uno. A questo punto però non si può – con i dati a disposizione che contano cose diverse – fare un confronto con gli anni precedenti.
Sicuramente gli ambienti erano maggiormente “vivibili” anche nella giornata del sabato che, tradizionalmente, è quella di maggiore afflusso (ricordo che PLAY si è svolto da venerdì 4 a domenica 6 aprile) anche se la percezione soggettiva è stata quella di una folla consistente, soprattutto nella giornata di sabato. Dalle foto allegate è possibile vedere come tutti i tavoli di gioco fossero pieni, ed anzi era necessario avere prenotato il proprio spazio. Per l’autografo da parte di Stefano Tartarotti al suo 15 mondi da Cana (di cui scriverò in un prossimo post) ho atteso in fila un’ora.
A occhio e croce, con misura totalmente spannometrica, tenderei ad ipotizzare una sostanziale continuità con le edizioni precedenti (anche se non ho idea di quale sia stato il pubblico presente la domenica) e il cambiare il modo di contare il pubblico potrebbe essere un modo per nascondere la mancanza di un atteso significativo “boom”.
Il che mi spinge a chiedermi: il settore gioco da tavolo e di ruolo che, secondo il comunicato stampa citato sopra, con 800 nuovi titoli l’anno, rappresenta una quota significativa pari al 16% del mercato del gioco, ha raggiunto il massimo della sua possibile espansione? Non si tratta di un problema di “raggiungibilità” tra Modena e Bologna se pensiamo che in una Lucca disagevolissima da raggiungere con mezzi pubblici le presenze del 2024 di Lucca Comics & Games sono state 800.000 e i biglietti venduti 275.000. Forse che PLAY si dovrebbe aprire ad altre forme di gioco come quelle videoludiche (cosa che del resto già fa a livello di – seppur poco frequentati – talk professionali)?
Concludo esprimendo il rammarico di non poter esplorare la questione in modo maggiormente professionale sulle pagine del Manifesto. Fossi stato “autorizzato” dalla testata giornalistica, avrei avuto tutto il diritto di porre domande e sottoporre dubbi agli organizzatori. Purtroppo il Manifesto, all’avanguardia tra le testate giornalistiche generaliste ad occuparsi di (video-) giochi (grazie alla lungimiranza di Roberto Silvestri che negli anni ‘90 ha accolto le mie proposte di collaborazione in tale ambito) si ritrova oggi abbondantemente in retroguardia limitandosi a trattare un numero limitatissimo di videogiochi senza entrare nelle dinamiche anche commerciali e senza cercare di allargare lo sguardo a perimetri ludici limitrofi. Il caso PLAY (per altro sottoposto più volte alla redazione prima di desistere) è assolutamente interessante e degno di essere seguito. Tra l’altro, al di là del numero di presenze del pubblico, è estremamente significativo che il Festival non sia solo una “mostra-mercato” ma anche una vetrina della ricerca sul gioco per studiosi e Università (quest’anno c’erano, oltre a UniMoRe, almeno anche Genova e Torino) e per ricercatori e game designer attenti a ricercare l’inclusione nel e con il gioco.








Link nel post:
- Pagina dedicata alla stampa sul sito ufficiale di PLAY: https://www.play-festival.it/press/13973.html
- Pagina di Wikipedia dedicata a PLAY: https://it.wikipedia.org/wiki/Play_-_Festival_del_Gioco
- Comunicato stampa di Bologna Fiere Group: https://bolognafiere.it/e-boom-per-play-e-la-sua-evolution-a-bologna-oltre-34mila-visitatori-nella-tre-giorni-del-festival-del-gioco/

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