Forse varrebbe la pena di tentare un secondo lancio. Non può andare sempre male.

A volte continui a giocare una partita persa solo per restare in gioco, ancora qualche altro turno.

Ed eccoci arrivati a Nessuno gioca per per perdere che conclude (?) la trilogia ludico-thriller di Andrea Dado (dV Games & Stories). Ognuno dei libri è uscito in occasione di una PLAY: Nel dubbio prendo risorse nel 2023 e I punti si contano alla fine l’anno scorso. In questo terzo romanzo – meno slegato del secondo agli avvenimenti raccontati nei precedenti – Dado mette in scena la resa dei conti tra lo psicologo Stefano Scalcianti e il killer ludico DawidBowie. Rispetto ai precedenti, in Nessuno gioca per perdere viene esplorata la psicologia del serial killer anche risalendo al rapporto difficile con una madre tanto rispettata nel suo lavoro quanto dispotica in casa. Inoltre il riflettore è puntato pure sulla galassia di streamers che circonda il mondo del gioco da tavolo, sulle loro idiosincrasie e sulle modalità per mantenersi fedeli i fan (messaggio di cordoglio per una di loro assassinata da DavidBowie: “SONO SINCERO SEGUIVO I TUOI VIDEO PER LE TETTE E I GIOCHI IN QUEST’ORDINE MA MI MANCHERAI”).

Come già osservato per le precedenti due opere, il romanzo nella sua sintesi si perde approfondimenti di personaggi (solo apparentemente) secondari che invece potrebbero essere interessanti: sempre di più si sente la mancanza di un approfondimento del ruolo dell’adolescente Emma e delle sue amiche che invadono la casa di Scalcianti come porto franco dai rispettivi genitori sfruttando la sua collezione ludica. D’altra parte l’estrema sinteticità permette alla narrazione di filare dritta come un treno al suo epilogo evitando digressioni che potrebbero appesantirla.

Dire altro significherebbe spoilerare qualche elemento della storia che si va ad incastrare nel finale: posso dire che torna Archimede, il palestrato e scorretto giocatore di Puerto Rico, ma forse l’elemento più interessante è la presentazione di Alfa, un componente defilato del gruppo dei Mostri del Rock di cui DavidBowie fa parte. Nonostante Dado scriva in conclusione che “Questo terzo romanzo conclude la storia di Stefano Scalcianti e di DavidBowie”, mentre stava facendomi l’autografo mi confidava di essere al lavoro per il romanzo che uscirà a PLAY 2026: potrebbe essere Alfa il tramite per un nuovo capitolo della storia? Uno spin-off?

Manca poco ma ho il sospetto che la cadenza annuale delle uscite sia uno dei fattori che costringe Dado alla sua sinteticità. Spero che questo non finisca per far diminuire la creatività e l’efficacia delle sue storie. Ma per quest’anno siamo a posto e per il prossimo staremo a vedere…

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Dove il paradosso contamina i rapporti umani, compare la malattia.

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