
Sono stato attratto dal titolo meraviglioso – E se i troll mangiassero i cookie – solo per scoprire che il libretto di Cristina Iurissevich è una sintetica quanto chiara ed esauriente guida alla vita digitale. Il titolo completo è E se i troll mangiassero i cookie. Spunti per sopravvivere nell’era digitale (pubblicato lo scorso novembre da Eris Edizioni) ed è decisamente sproporzionato per un minuscolo libretto di poco più di 60 pagine. Attenzione: sproporzionato nella lunghezza, ché il libro espone chiaramente e compiutamente (esemplare di come la sintesi non sia nemica della capacità di farsi capire) quanto promette. Cioè una guida ai rischi in cui è possibile incappare nella nostra sempre più massiva presenza online assieme alle contromisure per neutralizzarli o minimizzarli. Devo dire che da dipendente pubblico ho seguito vari corsi aziendali su queste tematiche ma nessuno aveva il pregio di essere limpido e coinvolgente quanto il libro della Iurissevich (che si occupa di critica alle tecnologie ed è specializzata nei loro aspetti estetici, come ad esempio le interfacce e da qualche anno insegna materie artistico-tecnologiche presso le accademie di belle arti di Napoli e Catania).
Non sto neanche a riassumere, altrimenti rischierei di dilungarmi più dell’aureo libretto riuscendo sicuramente ad essere più oscuro. Ma per farvi capire l’acume e la chiarezza della Iurissevich segnalo quest’unico punto. I rischi dell’ambiente digitale vengono riassunti in tre macrocategorie: riservatezza, libertà e beni. Eccezionale lo spostare l’attenzione dal tema della privacy a quello della riservatezza. La privacy è teoricamente tutelata da leggi che però diventa impossibile far rispettare se ogni cittadina e cittadino digitale non ha cura di tutelare la propria riservatezza, mettendo in campo misure che prima di tutto sono di buon senso e che non avrebbero bisogno di essere menzionate in riferimento alla vita nel mondo analogico. L’autrice tocca anche temi ritenuti scabrosi come la pratica del “sexting” e il “revenge porn” evitando moralismi e proponendo approcci e soluzioni ragionevoli.
In conclusione un libretto che dovrebbe essere distribuito nelle scuole (avrebbe fortuna anche grazie alle sue dimensioni) ma letto anche da genitori e da tutti coloro che si aggirano sui social senza una reale consapevolezza di quali siano le regole di questo mondo. E non sto pensando solo alla proverbiale “casalinga di Voghera” ma anche a stimati professionisti e professori che una volta sui social sono più pesci fuor d’acqua di qualsiasi ragazzina/o.
Link nel post:
- Pagina dedicata a E se i troll mangiassero i cookie sul sito di Eris Edizioni: https://www.erisedizioni.org/prodotto/e-se-i-troll-mangiassero-i-cookie/

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