
Come promesso nel mio post in cui ho presentato la recente novella Una lenta marea oscura di Adam Nevill, eccomi tornare sull’opera dello scrittore horror inglese (cosa per altro non molto complessa dato che in italiano – oltre alla novella citata – sono disponibili solo un romanzo e due film tratti da altre sue opere).
Oltre a Una lenta marea oscura, il lettore italiano ha – come dicevo – a disposizione solo il romanzo Il popolo rosso pubblicato da Watson edizioni nel 2022 (tradotto da The reddening, 2019) e due film tratti dai suoi romanzi: Il rituale di David Bruckner (2017, tratto da The Ritual del 2011) e Nessuno ne uscirà vivo di Santiago Menghini (2021, tratto da No One Gets Out Alive del 2014). Entrambi disponibili su Netflix e il secondo è stato realizzato proprio per questa piattaforma e vede Nevill anche nelle vesti di produttore esecutivo.
Procedo con l’esposizione in ordine cronologico delle opere originali.
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- IL RITUALE
Luke dopo una serata tra amici si attarda in un negozio assieme ad uno di essi. Ma nel negozio è in corso una rapina e l’amico viene brutalmente percosso e ucciso dai rapinatori mentre Luke si salva senza un graffio essendo rimasto nascosto dietro gli scaffali. Il gruppo di amici decide di rinsaldare i legami dopo il lutto con un’escursione sul Sentiero del re in Svezia, dove l’amico ucciso aveva proposto di andare assieme.
Durante l’escursione ritornano a galla però i dissapori personali in particolare verso Luke, più o meno apertamente accusato di avere lasciato morire l’amico senza tentare di difenderlo. Ad un certo punto però uno di loro, Dom, si ferisce ad un ginocchio, così decidono di abbandonare il percorso per tentare una scorciatoia addentrandosi nel bosco. Al suo interno iniziano però a trovare strane manifestazioni come animali morti “appesi” sugli alberi e rune incise sugli stessi. Per ripararsi dalla notte si rifugiano in un capanno abbandonato, ma Luke inizia a vedersi di nuovo nel market assieme all’amico ucciso e un altro escursionista si risveglia nudo di fronte ad una sorta di totem senza avere coscienza di esserci arrivato. Mentre i dissapori tra il gruppo si esasperano, inizia a manifestarsi una presenza che li “rapisce” ad uno ad uno, li uccide e li appende sugli alberi. Restano solo Luke e Dom – i due con una maggiore ruggine interpersonale – che vengono catturati da uno strano gruppo di persone che li vuole offrire in sacrificio al loro dio. Alla fine quest’ultimo si manifesta ed uccide Dom, ma Luke riesce a liberarsi e a fuggire scoprendo che il limite del bosco è anche il confine invalicabile per la creatura.
- NESSUNO NE USCIRÀ VIVO
Ambar è una giovane messicana che entra illegalmente negli Stati Uniti, dopo essere rimasta per lungo tempo al fianco di sua madre malata terminale. Fermatasi a Cleveland trova una lavoro in nero per mantenersi ed un alloggio economico in una palazzina che ospita solo ragazze. Spettatrici e spettatori sanno fin dall’inizio che ci sono misteriose e pericolose presenze in quell’edificio perché, prima ancora di incontrare Ambar, assistiamo ad un “rapimento” in una delle sue stanze. La palazzina sembra gestita dal trasandato Red ma si scopre la presenza in essa del fratello di Red, Becker, che Red sostiene essere mentalmente malato e da lui accudito.
Ambar cerca di ottenere un passaporto con la mediazione di una collega e presunta amica ma questa scappa con i suoi soldi. La disperazione di Ambar però è nulla quando la richiesta di restituzione della caparra per l’affitto consegnata a Red le si rivolta contro quando i due fratelli legano lei e le altre inquiline. Amber, che aveva già notato l’ossessione dei fratelli per le divinità azteche, scopre che le vogliono sacrificare ad una di esse che esce da una misteriosa scatola per divorare la testa della sua vittima. Quando è il turno di Ambar ad essere legata sull’altare, la divinità le fa rivivere i momenti passati con la madre morente. Ambar riesce però a ribellarsi all’illusione e a ricacciare indietro la divinità, liberandosi poi dei fratelli con le armi cerimoniali mesoamericane da loro conservate. Scopre però alla fine che comunque di non può uscire dalla casa e deve ricoprire ora il ruolo che prima era di Becker nei confronti della divinità.
- IL POPOLO ROSSO
Ambientato in piccoli centri fuori mano del Devon del sud, il romanzo racconta la storia di come le usanze cannibalistiche delle popolazioni preistoriche che abitavano le caverne di cui è disseminata la costa si siano tramandate fino ai giorni nostri in sintonia con esseri demoniaci presenti nel sottosuolo. Ne fanno le spese escursionisti solitari che non vengono più ritrovati e dati per suicidi o comunque annegati nelle gelide acque nell’oceano, ma in realtà catturati dagli abitanti della zona che si denudano, si dipingono completamente di rosso e, durante celebrazioni avvolte da fumi lisergici, macellano le vittime, in parte divorandole crude, in parte lanciando le carni negli anfratti per alimentare i demoni.
Le protagoniste sono due donne: Kat, una giornalista locale, ritiratasi in campagna per sfuggire all’etilismo e ai ricordi di un ex, e Helena che vuole ripercorrere le ultime tappe compiute dal fratello per compiere registrazioni ambientali nelle campagne e nelle grotte. Entrambe vengono viste come un potenziale pericolo dal popolo rosso e Kat viene costretta ad assistere alla macellazione del nuovo fidanzato. Entrambe però riescono a liberarsi dagli aguzzini solo per scoprire che la loro rete di connivenze all’interno della comunità locale è più profonda di quanto immaginassero. Ma la sconfitta del popolo rosso non avviene per mano delle due donne o della polizia quanto dalla Cesta, l’incarnazione demoniaca da loro adorata, troppo richiamata vicino alla superficie dai loro continui sacrifici.
- Valutazioni
Fatta salva la possibile distanza tra i romanzi originali e le opere cinematografiche ad essi ispirati, vedo un grande pregio e due non trascurabili problemi nelle opere di o tratte da Nevill. Il pregio è sicuramente la descrizione credibile e avvincente dei luoghi, dei personaggi e delle relazioni che legano questi tra di loro e ai primi. L’angoscia nel seguire i loro percorsi accidentati è palpabile e innegabile. Ma – e qui intervengono i problemi – né in Il rituale né in Il popolo rosso la lettrice e il lettore riescono ad immedesimarsi in un eroe o almeno ad essere affascinati dall’anti-eroe: tanto Luke quanto Kat ed Helena sono scialbi e anche le prodezze che queste due riescono a compiere per liberarsi/salvarsi presto vengono annegate nell’apatia e nella paura che le immobilizza. E non va meglio a mostri/cattivi, tanto la gente del bosco che il popolo rosso sono tratteggiati quasi come subumani dominati dalle divinità del male che poi quasi non si mostrano (nel romanzo) o che comunque restano senza alcuna spiegazione vagamente plausibile sia relativamente alla loro origine, sia relativamente ai loro poteri, sia relativamente ai loro limiti (sia film sia romanzo). Una protagonista eccellente sarebbe in realtà Ambar, ma qui il film viene minato dalla conclusione assolutamente implausibile: come può liberarsi Ambar? Come può portare Red sull’altare prima di essere “risanata”? In Il popolo rosso la narrazione poi rallenta e presenta cospicui flashback proprio quando invece – verso la conclusione – dovrebbe farsi più serrata e adrenalinica.
Sicuramente Nevill ha delle buone frecce nel suo arco narrativo. Tutte le opere sue che ho visto o letto meritano una sufficienza piena: le scene gore in Il popolo rosso sono davvero qualcosa di disturbante. Ma resto però in attesa di una sua storia che si pianti come un chiodo nel cervello impedendomi di dimenticarla non appena chiudo l’ultima pagina.

Link nel post:
- Mio post su Una lenta marea oscura: https://ossessionicontaminazioni.com/2024/12/06/lovecraftiano-disastro-ecologico/
- Sito personale di Adam Nevill: https://adamlgnevill.com
- Pagina dedicata a Il popolo rosso sul sito di Watson edizioni: https://watsonedizioni.it/catalogo/il-popolo-rosso/

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