Mi sono imbattuto nel progetto di musica ambient-elettronica della band italiana Molotoy anche grazie al suo titolo e descrizione: MUSIC FOR MINISTERIALI. Qui di seguito la descrizione:

Music for Ministeriali è stato concepito e registrato per essere ascoltato da lavoratori del settore pubblico.

In questo mondo frenetico e instabile gli indeterminati sono gli unici ascoltatori in grado di premere play e dedicarsi con serena attenzione al fluire di un disco.

Le P.Iva non manterrebbero lo stesso grado di concentrazione, intrappolate nel continuo vortice di contatti da coltivare, ansia da inattività, auto-promozione, fatturazioni elettroniche, recupero crediti, crisi esistenziali, etc.

Un Ministeriale, invece, potrebbe dedicarsi all’ascolto addirittura in 2 modi:

1) Music for Ministeriali come sottofondo per letture, cene con amici, meditazione, pomeriggi con l’amante, bricolage e preparazione di ricette. Una musique d’ameublement che trova origine in Satie, aspira al capolavoro di Brian Eno Music for Airports, ammirando l’opera di Hiroshi Yoshimura.

2) Music for Ministeriali come album da scoprire minuziosamente, elettronica con tante stratificazioni da seguire, magari con un buon bicchiere in mano e attraverso un bell’impianto hi-fi. Strumenti analogici e digitali, nastri magnetici, chitarre elettriche, sintesi granulare, processing estremo in the box, insomma tante micro- variazioni e sfumature tese a far sì che non esista una battuta uguale all’altra sul tracciato di Tim Hecker e Alessandro Cortini. Un’elettronica che si ripete e al contempo si rinnova nel suo mantrico incedere.

“Ministeriali” quindi, nell’idea dei Molotoy è inteso nel senso più ampio di “dipendente pubblico” e indubbiamente, da dipendente pubblico non mi dispiacerebbe ascoltare l’album in compagnia dell’amante con un buon bicchiere in mano (magari dopo che il sesso è già stato consumato, altrimenti alcol+musica ambient rischiano di far addormentare la coppia prima che si arrivi all’orgasmo…). Purtroppo (?) devo rinunciare all’amante e mi consolo col buon bicchiere di vino davanti al caminetto accesso (che comunque in questo caso fa la sua porca figura) per ascoltare e apprezzare l’album dei Molotoy. Che – intendiamoci – non è che faccia gridare al miracolo musicale, ma che è indubbiamente una buona colonna sonora per cercare di dimenticare l’assurdità del mondo.

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Dove il paradosso contamina i rapporti umani, compare la malattia.

~ Watzlawick, Beavin e Jackson