Durante l’edizione 2024 di PLAY, Festival del Gioco, a Modena, e precisamente il 18/05/2024, Carlo Bianchini e Paolo Munini hanno presentato una Proposta per una classificazione dei giochi ad uso di ludoteche e biblioteche, Edizione preliminare (Comune di Udine, 2024). In via preliminare è stata richiesta sulla Proposta il parere del Gruppo di lavoro sul gaming in biblioteca – IGD Italia dell’Associazione Italiana Biblioteche, che coordino. A seguito del confronto sia con colleghe e colleghi che si occupano di servizio giochi in biblioteca e ad appassionati di giochi afferenti ad associazioni ludiche, ho inviato il 30 agosto a Bianchini, Munini e a Claudia Mauro del Comune di Udine le seguenti osservazioni (tra parentesi quadre e in corsivo e grassetto, aggiunte attuali):
Quella che invio è una riflessione personale ma che segue al confronto con colleghe/i e giocatrici/ori, confronto che ha riorientato in alcuni casi anche in modo significativo le mie conclusioni [questa premessa vale anche per il presente post]. Mi scuso per il tempo intercorso ma si concederà che era necessario approfondire la questione e anche lasciarla sedimentare. Resto a disposizione per qualsiasi chiarimento.
Un caro saluto.
In Proposta per una Classificazione dei giochi ad uso di Ludoteche e Biblioteche l’intenzione dichiarata in Introduzione è:
Questa classificazione ha lo scopo pratico di essere utilizzata per l’organizzazione (per esempio, l’accesso, l’utilizzo e la collocazione fisica) delle raccolte di giochi in istituzioni come le biblioteche e le ludoteche. […] La classificazione qui presentata al pubblico di Play Festival del Gioco (Modena, 2024) si propone invece di essere uno strumento pratico per mettere in evidenza le caratteristiche di un gioco che hanno utilità a fini della scelta, ricerca, individuazione e consegna di un gioco, o di una rosa di giochi, a un giocatore o a un gruppo di giocatori che si presentano come utenti di una ludoteca o di una biblioteca con una collezione di giochi. (p. 7, evidenziazioni mie)
Si specifica l’intento pratico di questa classificazione contrapponendolo esplicitamente ad un intento scientifico di indicizzazione dei giochi demandato piuttosto alla catalogazione.
Il sistema classificatorio proposto però a me sembra faccia esattamente l’opposto, cioè tenti una sistemazione scientifica (non sempre felice) a scapito della immediata utilizzabilità pratica. Le faccette a disposizione sono:
- Spazio di gioco
- Materiali
- Ambientazione
- Esito del gioco
- Genere
Ora chiunque sia stato al front office di un servizio bibliotecario con una collezione ludica può, immagino, testimoniare che la prima domanda che gli viene rivolta non sia quella relativa allo spazio di gioco gestito da quello o quell’altro gioco. E neppure quella relativa ai materiali contenuti in uno o nell’altro. Eppure nel sistema di classificazione queste sono le due faccette principali, quelle che preliminarmente suddividono i giochi. È quindi evidente che, nonostante le intenzioni, ha prevalso in questa proposta di classificazione, un intento scientifico. Un intento scientifico, d’altra parte, che in qualche caso ha fallito nell’identificare elementi significativi. E questo lo si può facilmente constatare tentando di classificare i giochi. Faccio qualche esempio.
Zombicide
Tutto sommato non ci sono particolari problemi finché si arriva a dover inserire il genere. Nella proposta di classificazione vi sono 4 generi di base: giochi agonistici, aleatori, di imitazione e di vertigine. Intanto si dichiara che i generi sono mutualmente esclusivi tra di loro, e la cosa non mi torna perché la pletora di giochi che sta uscendo può funzionare proprio anche grazie al mix (più o meno riuscito a seconda dei casi) di generi, meccaniche e tematiche. Per Zombicide si potrebbe applicare il genere “gioco agonistico” dove la competizione non avviene tra i giocatori (del resto l’ho già inserito nei cooperativi nella faccetta Esito del gioco) ma tra il gruppo dei giocatori e il gioco, e il gruppo dei giocatori deve mettere in atto una strategia che gli consenta di conseguire la vittoria sulla base delle proprie abilità (cioè utilizzando al meglio e in modo cooperativo le abilità messe a disposizione per ogni personaggio controllato) per raggiungere l’obiettivo prefissato. Peccato però poi che le sottocategorie messe a disposizione non c’entrino nulla con l’attività di sterminare gli zombie sulla plancia. Perché allora non rivolgersi al genere “imitazione” dato che dobbiamo controllare e quindi “impersonare” uno specifico personaggio con specifiche caratteristiche e abilità? Se non che l’unica voce a disposizione per questo genere è “Giochi con giocattoli (imitazione)”.
Lupus in tabula
Quali materiali? Teoricamente le carte (che assegnano un ruolo segreto ad ogni giocatore). Ma in realtà non è un gioco di carte (le carte potrebbero essere sostituite da segnalini o altro). Non è neppure però un gioco senza materiali perché le carte (o comunque quello che eventualmente si usa al loro posto) sono essenziali per definire il ruolo di ogni giocatore e vanno assegnate a caso. Poi il genere? Gioco di ruolo?
Catan e Puerto Rico
Due classici “german” come Catan e Puerto Rico finiscono “molto distanti” considerando che la prima faccetta (quindi quella che prima e più va a separare la collocazione dei documenti) per il primo è 31. (giochi da tavolo con tavoliere) e per il secondo 33. (giochi da tavolo con plance) [nella nuova versione di ClaG sono cambiati i numeri, ma comunque i due giochi non finirebbero nella stessa classificazione].
Bang!
Qual è il campo? Da un lato è sicuramente un gioco senza uno spazio esattamente delimitato ma d’altra parte la disposizione dei giocatori (del resto come anche in Lupus in tabula) è decisiva per lo svolgimento del gioco. In più la faccetta assegnata (più per disperazione che per convinzione): 1., distanzia in maniera assurda questo gioco dagli altri da tavolo, molto di più ad esempio di quello che faccia la faccetta genere…
Da un punto di vista “scientifico” la faccetta Genere evidenzia poi un enorme problema. In essa viene inserita la sottoclasse Agon e la sotto-sottoclasse Abilità linguistica. In questa sotto-sottoclasse si trovano i giochi di ruolo, anche live. Nella sottoclasse Imitazione sono inseriti i giochi coi giocattoli (macchinine, soldatini, bambole, ecc.). A me pare una scelta poco comprensibile perché il gdr è la quintessenza del gioco imitativo e, per di più, normalmente non è agonistico [questo problema è stato risolto].
Questo – a seguito anche del confronto con colleghe/i e con giocatrici/ori – mi induce a proporre una revisione abbastanza significativa delle faccette della proposta, integrandola con alcune sottocategorie relative ai videogiochi.
ETÀ DEI GIOCATORI
- prescolare (0-2)
- scuola materna (3-5)
- scuola primaria (6-10)
- scuola secondaria di primo grado (11-13)
- scuola secondaria di secondo grado (14-17)
- adulti (18-) [quest’ultima categoria è in particolar modo rilevante per i videogiochi etichettati come PEGI 18]
NUMERO DI GIOCATORI
- solitario
- due giocatori
- giocatori singoli
- squadre
- tre o più giocatori (comprende i giochi con tre o più giocatori che ammettono anche uno o due giocatori)
DURATA
- meno di un’ora
- da un’ora a mezza giornata
- da mezza giornata a una giornata
- necessaria più di una giornata
Le prime tre faccette rispondono ad elementi oggettivi esterni all’analisi “scientifica” del gioco ma fondamentali per rispondere alle esigenze fattuali degli utenti. Non necessariamente l’ordine presentato è quello ideale: si tratta di materia soggetta a verifica e confronto.
TIPOLOGIA DI GIOCO
- gioco sportivo
- gioco sociale strutturato (comprende gioco da tavolo, di carte, tombola, ecc.)
- gioco sociale non strutturato (nascondino, rubabandiera, ce l’hai, ecc.) [non significa che non ci siano regole ma che queste si adattano allo spazio e ai giocatori]
- gioco di ruolo
- videogioco
- libro-game
- giocattoli [giustamente nel video di presentazione di ClaG si sottolinea come i giocattoli non siano giochi e del resto che i giocattoli non siano giochi l’ho sottolineato anch’io tempo fa scrivendo dei “libri-gioco” di Loredana Farina, ma soprattutto per la fascia prescolare e scuola materna è difficile trovare giochi strutturati e il gioco è demandato alla messa a disposizione di giocattoli che possano favorire la creatività dei piccoli giocatori]
ESITO DEL GIOCO
- un solo vincitore
- cooperativo
- una sola squadra vincitrice
- semi-cooperativo
- un solo perdente
- senza vincitore
Genere e Materiali li aggiungerei come suddivisione della Tipologia in quanto entrambi hanno specificità legate ad essa e fondamentalmente specifiche per ogni tipologia.
Ad esempio per Videogioco:
- Materiali
- pc
- gioco locale
- gioco online
- consolle fissa
- gioco locale
- gioco online
- consolle portatile
- dispositivo mobile (smartphone – tablet)
- Genere
- competitivo (agon)
- sportivo
- bellico
- musicale
- strategico-gestionale
- esplorativo (mimicry)
- avventure (testuali, grafiche)
- gdr (anche jrpg)
- azzardo (alea)
- passatempo (vertigo) (Candy Crush, Tetris, ecc.) [i giochi tendenzialmente infiniti]
Non sarà passato inosservato che due delle faccette della proposta – Spazio di gioco e Ambientazione – non sono state considerate nella mia revisione. Non perché considerate non importanti (da un punto di vista di classificazione scientifica), ma perché valutate di scarso rilievo relativamente all’intenzione pratica assegnata allo strumento classificatorio.
A seguire, sul numero 7/2024 (Ottobre) di Biblioteche Oggi è stato pubblicato l’articolo (in open access) ClaG. Una classificazione dei giochi per ludoteche e biblioteche sempre a cura di Carlo Bianchini e Paolo Munini contenente una revisione della proposta, presentata anche in un incontro pubblico presso la Biblioteca Civica “V. Joppi” di Udine che, di cui dallo scorso 5 dicembre è disponibile su YouTube la registrazione.
Rispetto a quanto segnalato è stata inserita la faccetta relativa all’età dei giocatori e il gioco di ruolo è stato spostato nell’ambito pertinente di mimicry. Per il resto però restano invariate le osservazioni.
Nell’articolo citato si ribadisce che:
ClaG ha l’obiettivo di delineare un sistema di classificazione dei giochi basato su premesse scientifiche e allo stesso tempo offrire uno strumento pratico per evidenziare le caratteristiche di un gioco utili per la selezione, ricerca, identificazione e consegna di un gioco, o di un insieme di giochi, a un giocatore o a un gruppo di giocatori che frequentano una ludoteca o una biblioteca con una collezione di giochi.(p. 49, evidenziazione mia)
Ribadisco che se stiamo parlando di un sistema di classificazione che ha una finalità prevalentemente scientifica, ClaG – pur con inevitabili punti di vista alternativi su cui è possibile discutere – è assolutamente uno strumento di valore e dimostra un non comune approfondimento anche rispetto ad altri strumenti di classificazione mediante tag (come funziona anche su BoardGameGeek, pure portato a principale sito di riferimento). Se invece stiamo parlando di uno strumento pratico da utilizzare da parte di bibliotecari/e e ludotecari/e per la gestione e il reference dei giochi verso gli utenti, allora mi sembra che non si sia assolutamente colta la problematicità della proposta.
Tra l’altro in alcuni punti c’è un curioso stravolgimento della logica dato che l’argomentazione porterebbe verso quanto da me proposto, ma poi la conclusione ribalta il ragionamento:
Sapere chi vince o chi perde è un punto fondamentale per la scelta e l’avvio di un gioco, perché è strettamente legato al numero di giocatori che sono disponibili per giocare nel momento della scelta: se ci si ritrova soli, si deve scegliere per forza un solitario, se si è in alcuni, forse non si è in numero sufficiente per fare un gioco a squadre, ecc. (p. 51)
In conseguenza di questa osservazione dovrebbe esserci un criterio legato al numero dei giocatori previsti da un gioco: criterio che invece manca. Al contrario un criterio siffatto, al momento della scelta del gioco, è probabilmente più essenziale del sapere in quanti vincono. Se sono al front office della biblioteca o della ludoteca è più probabile che mi vengano a chiedere un gioco per cinque giocatori o un gioco in cui solo uno vince?
Per quanto riguarda le fonti prescritte per inserire la faccetta relativa all’età prevista dal gioco, ClaG rimanda a: BoardGameGeek, all’Opac del Sistema Bibliotecario del Friuli e a Wikipedia in italiano e in altre lingue. Indicazione sbalorditiva, soprattutto in considerazione che viene affermato che ClaG “è stata sviluppata in modo approfondito soltanto per i giochi da tavolo” (p. 50) e, nei giochi (commerciali) da tavolo è sempre espressa sulla confezione e/o sul regolamento l’età di riferimento (così come accade sui videogiochi). La prima fonte prescritta per questo non può che essere il supporto o il contenitore del supporto da cui del resto si evincono pure i dati per la catalogazione.
In realtà ClaG sembra più un (ottimo) strumento di classificazione proprio per un portale ludico onnicomprensivo come BoardGameGeek piuttosto che uno strumento operativo a disposizione di bibliotecari/e e ludotecari/e in postazioni di front office. E la revisione avvenuta tra maggio e ottobre non cambia tale impostazione. Carlo Bianchini e Paolo Munini – a mio parere – dovrebbero decidere se realizzare davvero uno strumento d’uso quotidiano per chi deve creare e gestire collezioni di giochi da dare in prestito agli utenti o approfondire lo strumento già ora eccellente per una classificazione dei giochi ad uso scientifico di ricerca.
Già che ci sono, da un punto di vista di “classificazione dei giochi ad uso scientifico di ricerca” mi permetto – ai fini di discussione e approfondimento – una sollecitazione. Tra gli autori citati nella bibliografia dell’articolo non c’è il Wittgenstein delle Ricerche filosofiche. Per Wittgenstein “Il concetto di gioco è un concetto dai contorni sfumati. Tutto ciò che si può fare per definire cosa si intende per “gioco” è fare esempi di diversi giochi, in modo che pian piano, attraverso paragoni, sorge un’idea di gioco” (paragrafo 71). I giochi non avrebbero un unico comune denominatore che li definisca, ma piuttosto si raggrupperebbero per “somiglianze di famiglia”: idea a cui si oppone Bernard Suits con la sua celebre definizione di gioco come “tentativo volontario di superare ostacoli non necessari” (ne ho scritto qui) ma al prezzo di togliere dall’ambito ludico praticamente tutti i giochi cailloisiani di Ilinx e anche svariati di Mimicry. Per questo la classificazione (scientifica) del gioco è complicata, soprattutto se si intende ricomprendere “tutti” i giochi possibili. Per questo portali strutturati e di riferimento a livello internazionale come BoardGameGeek non si sono spinti oltre a “folksonomie”. La creazione di un thesaurus utilizzabile (per la creazione di un soggettario ma volendo anche di una classificazione) è un tema che mi ha per molto tempo appassionato, e proprio ClaG potrebbe essere l’occasione per l’apertura di un proficuo dibattito biblioteconomico su un tema fino ad ora del tutto ignorato.
Link nel post:
- Gruppo di lavoro sul gaming in biblioteca – IGD Italia: https://www.aib.it/struttura/ggam/
- mio post su “Libri-gioco o libri-giocattolo?”: https://ossessionicontaminazioni.blogspot.com/2023/04/libri-gioco-o-libri-giocattolo.html
- articolo ClaG. Una classificazione dei giochi per ludoteche e biblioteche su Biblioteche Oggi n. 7/2024: https://www.bibliotecheoggi.it/it/articolo/15587/clag_-una-classificazione-dei-giochi-per
- registrazione della presentazione di ClaG: https://youtu.be/_rI9H0KLgUU?si=bu1zoMzPX3gAWgZi
- BoardGameGeek: https://boardgamegeek.com
- Opac del Sistema Bibliotecario del Friuli: https://www.sbnfvg.it/
- pagina dedicata a Ricerche filosofiche di Ludwig Wittgenstein sul sito di Einaudi: https://www.einaudi.it/catalogo-libri/filosofia/filosofia-contemporanea/ricerche-filosofiche-ludwig-wittgenstein-9788806199036/
- mia recensione su Il Manifesto de La cicala e le formiche di Bernard Suits: https://ilmanifesto.it/il-gioco-al-centro-utopia-fuori-moda-di-bernard-suits

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