Su suggerimento di Roberto Recchioni (dal suo canale Telegram) ho guardato tempo fa l’anime Look Back (su Prime) adattato dall’omonimo manga di Tatsuki Fujimoto (pubblicato da Star Comics). Look Back anime è un mediometraggio di meno di 60’ che adatta il manga di 144 pagine. Siamo di fronte dunque ad un’opera “piccola” ma che mi ha molto emozionato. Per questo ho voluto leggere anche il fumetto di un autore per me ancora sconosciuto. Normalmente non acquisto edizioni speciali – non essendo un collezionista – ma il negoziante mi ha convinto ad acquistare quella del manga di Fujimoto che, alla fine, si è scoperto consistere nel volume cartonato di Look Back più un cofanetto con lo spazio per contenere i due volumi di Short Stories dell’autore. A questo punto cosa potevo fare se non acquistare anche questi ultimi? Le Short Stories sono 8 brevi storie autoconclusive che comprendono i periodi 17-21 e 22-26 intesi come età dell’autore (che è nato il 10/10/1993 e che dunque ora ha 31 anni). Look Back invece è stato originariamente pubblicato nel 2021 quando Fujimoto di anni ne aveva 28. Un autore perciò assai giovane di cui – attraverso questi 3 volumi – è possibile osservare l’evoluzione sia grafica sia narrativa.



Sia chiaro: non voglio e non posso addentrarmi in una critica artistica, tanto scarsa è rapsodica è la mia conoscenza del fumetto giapponese. Mi limiterò a due osservazioni: una che riguarda specificatamente la narrativa di Fujimoto e una più generale sul medium fumetto.
La notazione specifica è la presa d’atto che i personaggi più interessanti creati dall’autore sono quelli femminili. In Look Back praticamente le due ragazze protagoniste sono anche gli unici personaggi (se tralasciamo apparizioni maschili in funzione di minime – per quanto essenziali alla storia – comparse), così come in La sorella maggiore che in qualche modo anticipa il primo narrando di due sorelle che si ritraggono (per dispetto?) nude. Tra le storie brevi le storie più interessanti sono Nayuta, la ragazza della profezia e La sindrome che mi fece risvegliare donna. Nel primo abbiamo la storia di Nayuta, bambina nata con le corna che secondo una profezia distruggerà il mondo. A fianco le è solo il fratello che la protegge in tutti i modi possibili ma il vero mistero è lei: le sue possibilità (magiche) e le sue intenzioni, che il fratello dovrà riuscire a capire per proteggere davvero sia lei dal mondo sia il mondo da lei. Eccezionale pur nella sua brevità La sindrome che mi fece risvegliare donna dove Toshihide improvvisamente si sveglia una mattina “trasformato” in femmina senza più speranza di ritornare ad essere maschio. Più che le prese in giro e la bullizzazione da parte dei compagni di scuola, il problema è il rapporto con la fidanzata e con il fratello di lei che Toshihide inizia a guardare con occhi femminili. La domanda che Fujimoto fa al protagonista e a noi lettori è: Toshihide può continuare a considerarsi maschio nonostante gli attributi sessuali femminili? Nelle altre storie, anche dove apparentemente il personaggio maschile ha una parte predominante, come in La rapsodia delle sirene, Sasaki ha fermato il proiettile o L’amore è cieco, questo riveste un ruolo tutto sommato stereotipato che si esplica nella storia solo tramite il confronto con la immancabile figura femminile.
La notazione generale arriva dal confronto tra la versione manga e quella anime di Look Back. La protagonista della storia è Fujino che crea con successo i fumetti per il giornalino scolastico fino a quando a fianco delle sue storie viene pubblicata anche la striscia di Kyomoto, una ragazzina hikikomori che non esce mai di casa. Benché privi di storia i disegni di Kyomoto sono molto più accurati di quelli di Fujino e quest’ultima se ne dispera. Alla fine però le due si conoscono e Fujino scopre che Kyomoto è una sua fan. Le due decidono allora di unire le forze per creare un manga che vince un concorso facendole diventare ricche e famose. Ad un certo punto però le rispettive strade si separano fino ad una inaspettata tragedia. La storia è tutta giocata sulla forza e sulla debolezza di ciascuna delle due ragazze mostrandoci come queste due caratteristiche finiscono proprio per essere all’opposto di dove ci aspetteremmo di trovarle: in Kyomoto che vuole seguire la propria vocazione artistica nonostante il terrore per la gente e per gli spazi sociali piuttosto che in Fujino che si vede come la vera autrice delle loro creazioni lasciando in ombra gli sfondi completamente creati dall’altra. Ma la storia che è sostanzialmente identica sia nel manga sia nell’anime ha nei due media un peso molto diverso. Nell’anime vengono aggiunte parti riempitive per mostrare – ad esempio – i momenti felici passati assieme dalle due ragazze e la regia indugia nel mostrare le due che corrono dandosi la mano (Fujino davanti che strattona Kyomoto) con le due braccia che sembrano progressivamente allungarsi come elastici a suggerire visivamente la distanza che inizia ad aumentare tra le due. Queste sequenze sono completamente assenti nel manga. Il manga l’ho letto ora dopo due mesi dalla visione dell’anime (che comunque ho subito rivisto dopo la lettura) e sono rimasto impressionato come il mero accennare presente nel primo sia di gran lunga più affascinante del mostrare in modo fin troppo esplicito nel secondo (e del resto è questa la differenza tra erotismo e pornografia). Nel manga l’autore lascia al lettore il compito di collaborare alla creazione della storia “riempiendo” di significato gli spazi tra una vignetta e l’altra e questa partecipazione fa sì che il lettore si senta attivamente coinvolto, trascinato dentro nella storia. Per questo se Look Back è un bell’anime, Look Back manga è un vero capolavoro. E ci fa capire come, a suo modo, il fumetto possa essere considerata una tipologia di “lettura ergodica”: una lettura cioè dove non è sufficiente per il lettore assumere il ruolo di spettatore, ma dove questo si deve attivare per poter fruire in maniera completa della storia che legge. E la capacità dell’autore – in questo caso la grandezza di Fujimoto – è quella di non lasciare tra le vignette né troppo spazio (altrimenti la storia non si capisce più) né troppo poco (altrimenti la storia diventa banale, come in troppi fumetti seriali).






Link nel post:
- Canale Telegram di Roberto Recchioni: https://t.me/rrobegiralechiacchiere
- Link alla pagina dedicata a Look Back sul sito di Star Comics: https://www.starcomics.com/fumetto/look-back-deluxe-limited-edition-con-box

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