
Era il 1989. Con un ritardo di 11 anni uscì per la casa editrice Leonardo il romanzo di Tim O’Brien Inseguendo Cacciato, la storia di un soldato americano in Vietnam che disertava per andare a Parigi a piedi inseguito da un gruppo di commilitoni che, nell’atto di sconfinare, diventavano anche loro disertori. All’epoca scrissi entusiasta di questo apparentemente strano romanzo sulle pagine del Mucchio Selvaggio, ignaro di come – col passere degli anni – sarebbe sempre più stato considerato una delle opere fondamentali sulla guerra del Vietnam. In realtà non ho più in seguito incrociato le opere di questo autore fino ad oggi quando, 35 anni dopo, mi imbatto nell’appena uscito (nello scorso novembre) nuovo romanzo (negli Stati Uniti è stato pubblicato nel 2023) di O’Brien: America Fantastica (così anche il titolo originale). Ne intercetto l’esistenza grazie alla recensione su Talpa libri del Manifesto dello scorso 15 dicembre di Tommaso Pincio. Ad oggi (31/12) non mi risultano recensioni su altri quotidiani. Il libro stesso, pubblicato da Mondadori, esce direttamente in “paperback” negli Oscar. Non fatevi però ingannare da questa assenza d’attenzione da parte dei critici o alla sottovalutazione da parte della casa editrice: America Fantastica è una stupenda storia sull’America di oggi, che tutti in Occidente – e non solo – viviamo di riflesso. È la rappresentazione di come, oltre alla pandemia, gli USA in primis e il mondo in generale siano stati vittima di un’altra pandemia: quella della mitomania, ovvero della creazione di verità di comodo che potessero essere più utili e gradite delle verità cosiddette fattuali. Per intenderci, sto parlando dell’epidemia di “fake news”, giustificata e “nobilitata” dall’impietoso uso fattone dal Commander in Chief che nel romanzo è chiamato solo col nickname usato su (ex) Twitter: POTUS (che ovviamente sta per President of the United States).
Le vicende del romanzo si svolgono tra il 2019 e il 2020 e hanno per protagonista Boyd Halverson, direttore di una filiale dei grandi magazzini JCPenney nella minuscola cittadina di Fulda in California. All’improvviso decide di stravolgere la sua ordinata e fin troppo quieta esistenza rapinando l’unica banca della cittadina (senza averne reale bisogno economico) e fuggire prendendone in ostaggio la cassiera Angie Bing. Da qui prende il via un divertente “road movie”… pardon, un “road novel” che vede i due variamente inseguiti e sfuggiti da diversi personaggi, tra cui: Randy, il fidanzato di Angie (che comunque sembra preferirgli Boyd), professionista di rodeo e criminale a tempo perso; Evelyn, la ex moglie di Boyd, che cerca di liberarsi dalle sue attenzioni; Jim Dooney, padre di Evelyn e prototipo dello squalo aziendale che Boyd odia e per cui conserva una pistola da usare al momento del loro incontro; Henry Speck, il tuttofare del nuovo marito di Evelyn e dirigente delle imprese del suocero, inviato a mandare all’ospedale Boyd per convincerlo a lasciare in pace Evelyn. Fin qui sembrerebbe una quasi banale storia di gangster che però si ribalta subito in quanto i due coniugi che dirigono la banca decidono che a loro conviene non denunciare il furto di ottantunomila dollari da parte di Boyd rischiando che vengano scoparti gli ammanchi parecchio maggiori che hanno operato loro direttamente. Anzi, questa storia del furto fa loro venire in mente l’idea che un furto potrebbero organizzarlo loro stessi per coprire la loro gestione “allegra” coinvolgendo Randy e lo sceriffo di Fulda.
E qui mi sia concesso svelare una delle ispirazioni di O’Brien: per la rapina in banca inspiegabilmente messa sotto silenzio sicuramente si rifà al film di Don Siegel Chi ucciderà Charley Varrick? del 1973, a sua volta trasposizione del romanzo The Looters di John Henry Reese, che non mi risulta pubblicato in Italia. Nel film l’ex pilota acrobatico Charley Varrick organizza assieme ad alcuni complici la rapina della piccola banca di Tres Cruces. Il problema è che il bottino è molto più ingente non solo di quel che si aspettavano, ma soprattutto di quel che viene denunciato. Il motivo è che la banca derubata è un deposito della malavita organizzata e i soldi rubati sono proprio quelli depositati “in nero”. Da lì in poi Chi ucciderà Charley Varrick? è uno splendido noir (che mostra tutta l’abilità di un grande artigiano del cinema come Siegel) che mette in scena il duello di abilità tra Charley “l’ultimo degli indipendenti” Varrick e lo spietato killer inviato dalla mafia a recuperare i soldi. In America fantastica il lato noir è sostituito da quello comico per cui anche il personaggio più terribile – Randy mentre massacra a zappate due gaglioffi che volevano costringerlo a farli partecipare alla “sua” rapina, Dooney che vende gas venefico alle dittature africane, Speck che valuta quale sia l’attrezzo migliore per rompere le ossa a Boyd – ci costringe a ridere ai suoi inciampi sulle bucce di banana che l’autore semina sul loro percorso – Randy continua a correre come un cagnolino dietro ad Angie, Dooney fa le coccole al suo compagno barbiere, Speck si fa fregare da un’adolescente bipolare -.
E il povero Boyd, che all’inizio sembrava quello messo peggio con la sua assurda rapina per compensare una vita fatta di bugie – dal nome cambiato, al curriculum completamente inventato, agli scoop fasulli, al figlio assurdamente perso – in realtà scopriamo essere forse il personaggio meno pazzesco. Creatore di fake news tanto assurde e convincenti ma rovinato per lo scoop che avrebbe potuto fargli vincere il Pulitzer (ai danni di Dooney e dei suoi loschi ma remunerativi traffici): l’unica notizia assolutamente vera della sua carriera. Su tutto, durante l’inverno tra il 2019 e il 2020, calano le due pandemie: quella del Covid e quella delle bufale presidenziali, da cui non tutti i personaggi del romanzo emergeranno.
Paradossalmente il romanzo esce con miglior tempismo in Italia piuttosto che negli Stati Uniti: nel 2023 le elezioni statunitensi erano ancora al di là da venire, mentre ora ci sono già state e “contrariamente a quanto molti pensavano 4 anni fa, la parentesi accidentale non è stata la presidenza Trump, ma quella di Biden” (come scrive Francesco Strazzari sul Manifesto del 31 dicembre) e siamo ora tutti qui ad aspettare di vedere quali saranno gli effetti della tempesta di bufale in arrivo.

Larry D. Moore, CC BY 4.0, Wikimedia Commons.
Post nel blog:
- Recensione di Tommaso Pincio: https://ilmanifesto.it/tim-obrien-fuga-dal-fronte-delle-fake
- Pagina dedicata a America fantastica sul sito di Oscar Mondadori: https://www.oscarmondadori.it/libri/america-fantastica-tim-obrien/
- Voce di Wikipedia dedicata al film Chi ucciderà Charley Varrick?: https://it.wikipedia.org/wiki/Chi_ucciderà_Charley_Varrick%3F
- Articolo Donald Trump non porta la pace di Francesco Strazzari sul Manifesto del 31 dicembre: https://ilmanifesto.it/anno-nuovo-trump-non-ferma-le-guerre-e-non-porta-la-pace

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