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Claudio Imprudente parla di sé stesso come “scandalo” e invita i suoi lettori e le sue lettrici ad essere nella società odierna “scandalo” al pari di lui. Ma cos’è lo “scandalo”? Wikipedia definisce così questo termine:

Uno scandalo è un’azione che causa turbamento della sensibilità morale, inclusi comportamenti illegali, abusi politici ed episodi di corruzione di grande risonanza dal punto di vista sociale.

Ma Imprudente risale piuttosto all’origine greca di tale termine (sempre da Wikipedia):

Il termine deriva dal greco σκάνδαλον (skàndalon), che significa “ostacolo”, “inciampo”, il cui significato rinvia ad azioni o discorsi che danno cattivo esempio. Nell’accezione corrente, uno scandalo è l’effetto di un’azione che, divenuta di pubblico dominio, turba la sensibilità morale, prevalentemente in materia di sesso, denaro ed esercizio del potere. Il turbamento in genere deriva più che dall’infrazione di singole norme, dal fatto che le azioni considerate “scandalose” sono caratterizzate da una commistione impropria delle categorie citate, che tale commistione è stata resa pubblica o che le azioni “scandalose” hanno come protagonisti personaggi pubblici.

Questo mi ha ricordato che sono stato testimone di un atto “scandaloso” di Claudio Imprudente nel 2021 alla Fiera del libro accessibile Lettori alla Pari organizzata a Terlizzi (BA). Ho scritto all’epoca del suo intervento a quella Fiera ma non ho raccontato quell’episodio. Prima che iniziasse la sessione pomeridiana delle relazioni, si è messo con la sua carrozzina di traverso nel non ampio accesso principale della sala dove si svolgevano le relazioni più seguite. Le persone che rientravano in sala erano costrette a “scavalcarlo”, per lo più totalmente imbarazzate. Ecco lo scandalo: costringere i partecipanti della Fiera – una fiera sull’accessibilità, e quindi teoricamente più sensibili sul tema di altri – a confrontarsi fisicamente col suo corpo piegato sulla carrozzina, col suo volto non corrispondente ai canoni della “normalità”. Senza poter con lui potere avere un dialogo (“per favore, si può spostare?”) perché Claudio Imprudente può comunicare solo attraverso la sua tavoletta di plexiglass dove il suo sguardo si fissa su una lettera alla volta che deve essere individuata dal suo assistente per costruire la frase che vuole esprimere. Eccolo, lo “scandalo”, l’azione che ha turbato la sensibilità (di molti) dei presenti.

Eppure Claudio Imprudente era (ed è) una personalità più conosciuta e culturalmente rilevante delle persone che stava scandalizzando: nonostante la grave lesione cerebrale per cui alla nascita i medici avevano pronosticato ai genitori che la sua vita sarebbe stata quella di un vegetale (e ad un geranio si paragonò lui stesso in seguito), nonostante le scuole speciali che i “diversi” come lui nati negli anni ‘60 dovevano seguire, ha imprudentemente disatteso le aspettative diventando educatore e giornalista, presidente del Centro Documentazione Handicap di Bologna, ha scritto diversi libri e ha ricevuto la Laurea “honoris causa” su interessamento del “padre” della “pedagogia speciale” in Italia Andrea Canevaro (vedi Wikipedia). Il suo ultimo libro, da poco pubblicato dalla casa editrice La Meridiana nella collana i libri di accaParlante (accaparlante è la cooperativa che gestisce il Centro Documentazione Handicap), è Scritti imprudenti. Idee e riflessioni intorno alla disabilità ed è la raccolta di una selezione di articoli scritti da Claudio Imprudente per Messaggero di Sant’Antonio e per il portale SuperAbile dal 2008 al 2022. Anche grazie al lavoro di sensibilizzazione di Claudio Imprudente, l’Italia è passata dalle scuole speciali all’inclusione scolastica, alla realizzazione e all’uso nelle biblioteche e nelle scuole di strumenti accessibili che permettono l’inclusione come i libri in simboli della Comunicazione Aumentativa Alternativa (cosa per cui il nostro Paese ha il primato a livello mondiale), alla sensibilità sempre maggiore al fatto che l’accessibilità favorisce la partecipazione di tutti e non solo dei “disabili” (anche perché tutti siamo almeno in alcuni periodi della nostra vita “disabili”: ad esempio quando siamo molto giovani o anziani).

Personalmente mi è piaciuto molto, nella sezione Chiesa e fede (gli articoli sono organizzati tematicamente), l’articolo Per favore, alzati e cammina! (sul Messaggero di Sant’Antonio del gennaio 2009). In questo articolo Imprudente commenta il passo del Vangelo di Marco (Mc, 2, 1-12) dove a Gesù, attorniato da una folla che attende le sue parole, si rivolge ad un paralitico che dai parenti per farlo arrivare fino a lui superando la folla è stato issato su un tetto. Gesù inizialmente non guarisce il paralitico ma gli perdona i peccati (e solo dopo, di fronte allo sconcerto dei sacerdoti, lo libera dalla paralisi: “miracolo”, per Imprudente, “residuale”). Imprudente interpreta la priorità di Gesù come una priorità della “relazione” sull’“azione”. E spiega che la Chiesa stessa è spesso più attenta all’azione (l’opera pia e caritatevole, la beneficenza, l’assistenza, ecc.) che alla relazione. Ma è la relazione che serve di più alla persona disabile, il riconoscimento della sua umanità, in grado di offrire il proprio contributo alla società, in alcuni casi anche solo con la propria presenza che costringe a ripensare modi di vita e di progettazione della società e dei suoi luoghi e strumenti.

Imprudente nei suoi articoli però non parla solo ai “normodotati” ma anche alla vasta e diversificata galassia dei disabili spronandoli a non essere i primi a nascondersi, a riversare su di sé la paura sociale per lo scandalo di corpi, pensieri non allineati a quella che viene considerata la normalità, marginalizzandosi e facendosi da parte. Dovete essere imprudenti, esorta Imprudente, e dare scandalo nel senso di essere pietre di inciampo per impedire ai passanti di passare indifferenti oltre. E come? Prima di tutto con l’ironia, che non ha mai abbandonato lo stesso Imprudente.

Nella conclusione, don Matteo Zuppi (cardinale e presidente della Conferenza Episcopale Italiana) scrive:

È, forse, una contraddizione paradossale considerare una persona cieca felice? Quando Claudio era piccolo certamente lo era.

Probabilmente si tratta di una formulazione infelice perché sono sicuro che don Zuppi sia certo che Claudio Imprudente non è stato felice solo da bambino ma lo è anche ora a 64 anni ancora impegnato a girare per l’Italia e non solo presentando il suo libro e educando all’accessibilità e all’inclusione.

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Claudio Imprudente

Link nel post:

Una replica a “Imprudente Scandalo”

  1. Avatar Libri letti nel 2024 – ossessioni e contaminazioni by francesco mazzetta

    […] Claudio Imprudente Scritti imprudenti. Idee e riflessioni intorno alla disabilità (La Meridiana, 20… […]

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GOCCIA DI SAGGEZZA

Dove il paradosso contamina i rapporti umani, compare la malattia.

~ Watzlawick, Beavin e Jackson