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Sono stato attirato all’acquisto e alla lettura di Una lenta marea oscura di Adam Nevill (pubblicato lo scorso 20 novembre da Zona 42) dalla trama palesemente lovecraftiana:

È il 2055 e ormai è troppo tardi: cambiamento climatico, guerre, carestie e una nuova grande estinzione di massa segnano il rovinoso appassire della vita sul pianeta, un disastro annunciato di cui nessuno ha voluto riconoscere le avvisaglie.

Cleo è testimone della tragedia dalla sua casetta nel sud dell’Inghilterra. Ormai è vecchia e stanca e l’entità della catastrofe così grande che nemmeno sente di percepirne più l’orrore.

Eppure, sa che dietro il collasso ecologico si nasconde qualcosa di più antico, un’entità talmente inconcepibile da aver influenzato la vita sul pianeta solo scegliendo di dormire per un po’. Ma il sonno del titano è finito, e mentre la natura morente ha ricominciato a cantarne il nome, la comunità in cui Cleo vive inizia a cambiare.

Non avevo letto e non sapevo nulla di Nevill. Del resto di suo finora era stato pubblicato in Italia solo Il Popolo Rosso da Watson Edizioni nel 2022, anche se su Netflix sono disponibili due film tratti da suoi romanzi (non disponibili in italiano): Il rituale, del 2017, diretto da David Bruckner e Nessuno ne uscirà vivo del 2021, diretto da Santiago Menghini. Nonostante nessuno dei due abbia avuto recensioni entusiastiche e soprattutto il secondo sia stato giudicato deludente, è evidente che il materiale narrativo di partenza deve essere stato giudicato appetibile per la versione cinematografica. Per questo trovo abbastanza strana la mancata attenzione a questo autore da parte delle nostrane case editrici dedite all’horror e al “weird”. Ma vediamo Una lenta marea oscura che non potevo lasciarmi scappare in considerazione della mia passione per tutto quanto è lovecraftiano (non metto neanche link: inserite “lovecraft” nella casella di ricerca del blog).

Intanto è indispensabile premettere che Una lenta marea oscura è una “novella” secondo la descrizione dell’editore. “Novella”, secondo Wikipedia, è “un componimento letterario in prosa di carattere narrativo, meno ampio e complesso del romanzo, generalmente dedicato a una sola vicenda”. Personalmente direi che è sufficente a definire l’opera il termine di “racconto lungo” dato che le sue scarse 50 pagine non rientrano neppure nella categoria di “romanzo breve”. Ma non è un problema: ci sono racconti lunghi che hanno lasciato il segno più di opere ben più poderose (e sto pensando ad esempio al kinghiano Stand by me). Il problema di Una lenta marea oscura mi sembra piuttosto dovuto al fatto che – come storia – è una sorta di coitus interruptus. La Cleo protagonista della storia è la discendente di una serie di donne che hanno studiato le origini della vita sulla Terra per finire la loro esistenza pazze o suicide dopo aver intuito/scoperto che essa deriva dagli inavvertiti residui lasciati da un’entità aliena discesa sul pianeta e addormentatasi. Ma l’inquinamento e l’eccesso di popolazione ne stanno causando il risveglio. Nevill ci guida in maniera narrativamente esperta a seguire le scoperte e le preoccupazioni di Cleo, ma si ferma davati alla rivelazione che chiude il racconto. Intendiamoci: il finale è adeguato ad un racconto presente in una rivista o in un’antologia. Lo è meno in un’opera presentata come “monografia” da cui il lettore è autorizzato ad attendersi uno svolgimento ed una “chiusura” maggiormente soddisfacenti. Forse sarebbe stato meglio per Zona 42 presentare un libro maggiormente corposo aggregando diversi racconti.

Comunque l’approfondimento della conoscenza di Nevill è indispensabile. Appuntamento quindi con un post sui film e con il suo romanzo pubblicato, augurandomi di poter leggere e scrivere di altre sue opere a breve.

nevill

Link nel post:

2 risposte a “Lovecraftiano disastro ecologico”

  1. Avatar Libri letti nel 2024 – ossessioni e contaminazioni by francesco mazzetta

    […] Adam Nevill Una lenta marea oscura (Zona 42, 2024) […]

  2. Avatar Adam Nevill: analisi di un autore horror – ossessioni e contaminazioni by francesco mazzetta

    […] promesso nel mio post in cui ho presentato la recente novella Una lenta marea oscura di Adam Nevill, eccomi tornare […]

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Dove il paradosso contamina i rapporti umani, compare la malattia.

~ Watzlawick, Beavin e Jackson