
Dopo L’Impero di Azad di Iain M. Banks, ecco il post sul Giuoco delle perle di vetro di Herman Hesse (letto nell’edizione Meridiani Mondadori del 1995), il secondo romanzo preso in considerazione nel libro Il giro del mondo in 80 giochi di Marcus Du Sautoy. A differenza de L’Impero di Azad, il romanzo di Hesse non è un “semplice” romanzo di fantascienza. Per Maryann Wolf il romanzo di Hesse è il prototipo di testo letterario che richiede una “lettura profonda” (vedi il mio post sul libro Lettore vieni a casa). Lettura complicata oltre che dalla raffinatezza letteraria del testo, dal fatto che il romanzo è stato composto e pubblicato durante la follia nazista nella Seconda guerra mondiale (il libro fu originariamente pubblicato in Svizzera nel 1943 perché ne era stata vietata la pubblicazione in Germania). Non tratterò qui (per quanto possibile) del romanzo da un punto di vista letterario e neppure del panorama storico a cui (consapevolmente) rimanda, ma solo del “Giuoco delle perle di vetro” che costituisce l’attività più alta e prestigiosa dell’immaginaria provincia di Castalia e di cui il protagonista, Josef Knecht, arriva a diventare Magister Ludi, cioè il sommo “sacerdote” responsabile dell’organizzazione dell’evento annuale che coinvolge tutti i giocatori non solo nell’immaginaria provincia ma in tutto il mondo.
Che cos’è questo gioco? Proviamo a descriverlo riprendendo passi dal romanzo:
Nelle indicazioni e segnature, nelle chiavi e abbreviazioni del linguaggio del Giuoco, era segnata una formula di matematica astronomica, il principio formale di una vecchia sonata, una sentenza di Confucio, eccetera. Il lettore che dovesse non conoscere il Giuoco delle perle può figurarsi un tale schema simile a quello d’una partita a scacchi, salvo che i significati dei pezzi e le possibilità dei loro reciproci rapporti e influssi si devono immaginare moltiplicati e ad ogni pezzo, a ogni posizione delle figure, a ogni mossa andrebbe attribuito un contenuto effettivo, indicato simbolicamente da quella mossa, da quella posizione e così via. (p. 126-127)
…Bengel comunicò una volta agli amici un suo progetto: sperava di raccogliere e ordinare in un’opera enciclopedica tutto lo scibile del suo tempo in forma simmetrica e sinottica intorno a un centro. Che sarebbe esattamente ciò che fa il Giuoco delle perle. (p. 169)
Il padre: “Siete grandi eruditi ed esteti, voi di Castalia, misurate il valore delle vocali in una poesia antica e ne mettete in rapporto la formula con l’orbita d’un pianeta. Delizioso, ma non è che un giuoco. Giuoco è anche il vostro massimo simbolo e mistero, il Giuoco delle perle di vetro. Voglio anche ammettere che siate tentati di elevarlo a qualche cosa come un sacramento, o per lo meno a un mezzo di edificazione. Ma da simili sforzi non sorgono sacramenti. Il Giuoco è giuoco”. (p. 191-192)
…nel nostro Giuoco delle perle di vetro noi scomponiamo quelle opere dei saggi e degli artisti, ne ricaviamo regole stilistiche, tracciati formali, interpretazioni raffinate che usiamo come fossero pietre per costruire. (p. 288)
Il Giuoco delle perle di vetro nasce come strumento didattico (quindi “gamification” didattica) e progressivamente si espande a comprendere tutte le discipline in una provincia – Castalia – che come finalità somma lo studio di tutte le scienze e le arti ma al prezzo di aver perso la capacità di creare. L’unica creazione, l’unica innovazione portata al mondo da Castalia, è proprio il Giuoco delle perle di vetro, che diventa una sorta di linguaggio in grado di esprimere in simboli qualsiasi scienza o arte e metterli in rapporto tra loro. In questo senso non pare trattarsi di un gioco competitivo, quanto di un gioco in cui tutti i giocatori collaborano a costruire la rappresentazione finale.
Il problema del gioco (e di Castalia) pare essere proprio la sua profondità ed estensione che diventa anche astrazione dal “mondo reale”: non è dunque un caso che il protagonista, Magister Ludi (e quindi giocatore più esperto), una volta nel mondo esterno a Castalia, si trovi a mal partito di fronte ad un ragazzo. Questo può sembrare strano pensando che il gioco è da sempre, prima ancora dell’alba del genere umano, uno strumento di apprendimento. Il punto è allora forse che il Giuoco delle perle di vetro traccia un solco eccessivamente profondo tra gioco e realtà: è da Huizinga che sappiamo che il gioco – per essere gioco – deve essere separato dalla realtà, ma non dobbiamo dimenticare che il gioco è alla radice delle attività umane, additittura Mark Solms nel suo La fonte nascosta individua nel gioco una delle fondi dell’origine del linguaggio (vedi il mio post). Così la separazione non deve essere allora eccessivamente profonda, il gioco – per essere utile sulle competenze del giocatore nel mondo reale – deve essere separato ma non completamente avulso dalla realtà. Il Giuoco delle perle di vetro è allora l’esatto polo opposto della gamification sempre più diffusa e può riassumerne per contrasto i difetti. Dove il primo è eccessivamente distaccato dalla realtà, la gamification rischia di essere troppo aderente ad essa finendo per diventare più uno strumento di distrazione e sfruttamento (far fare a clienti, lavoratori, studenti, ecc. quello che vogliamo piuttosto che quello che a loro serve o interessa realmente) che di formazione e crescita. Il problema è però allora di capire quale sia lo spazio utile per il gioco tra distanza eccessiva o insufficiente dalla realtà quotidiana: auspicabile materia di studio per nuovi “game studies”.
Questi sono i due esempi di narrativa ludica dal libro di Du Sautoy, ma – come già osservato – sono dall’autore stati ignorati i libri di Philip Dick dove giochi sono tematizzati. Il prossimo “appuntamento” di questa “serie” di post sarà dunque con Dick.
Link nel post:
mio post su L’Impero di Azad: https://ossessionicontaminazioni.com/2024/11/08/narrativa-ludica-1-limpero-di-azad/
mio post su Il giro del mondo in 80 giochi: https://ossessionicontaminazioni.com/2024/10/15/il-giro-del-mondo-in-80-giochi/
mio post su Lettore vieni a casa: https://ossessionicontaminazioni.com/2019/02/20/il-cervello-che-legge-e-la-letteratura-ergodica/
mio post su La fonte nascosta: https://ossessionicontaminazioni.blogspot.com/2023/12/coscienza-gioco-linguaggio-suggestioni.html

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