damian-anton-ojeda-piano-improvisations-Cover-Art

Già nel 2021 avevo inserito tra i miei album dell’anno April Sunset di Sadness. All’epoca non mi ero spinto a cercare chi fosse Sadness se non per trovare indizi che si trattasse di una “one man band”. Ma quest’anno Sadness ha fatto uscire un trittico di album assolutamente delizioso: your perfect hands and my repeated words, i want to make something as beautiful as you e i love you, preceduti dal singolo the most beautiful girl in the world, tutti dedicati a Zam, evidentemente l’amore dell’artista dietro allo pseudonimo Sadness. Dato che anche questo trittico finirà nei miei album dell’anno, mi sono permesso di fare qualche ricerca più dettagliata sul musicista.

Rivelo subito il suo vero nome: Damián (Antón) Ojeda: nato il 31 luglio 1997 a Città del Messico. Cantante e multistrumentista, è attualmente residente negli USA. Ha circa 20 diversi progetti musicali con stili diversi di cui il più famoso è Sadness. È presente su BandCamp con diversi di essi, tra cui anche un account personale dove ha raccolto le prove musicali “giovanili” dal 2008 al 2019, messe a disposizione gratuitamente (ma tutti i suoi album sono disponibili gratuitamente o a prezzo simbolico). Il progetto Sadness è iniziato nel 2014 a Oak Park (Illinois): il 10 luglio ha infatti rilasciato l’album di debutto Close. Inizialmente il suo stile è stato “depressive black metal” per poi progressivamente spostarsi sul “blackgaze” (da Wikipedia: il blackgaze è un sottogenere del black metal che a tale genere mescola elementi post-rock e shoegaze). I Want to Be There del 2019 è stato giudicato su Rate Your Music come uno degli album blackgaze maggiormente popolari.

Nel mio post del 2021 scrivevo a proposito di April Sunset:

un incredibile mix tra qualcosa che si avvicina alla new age per quando meno te lo aspetti stravolgere l’ascoltatore con un rumorismo metal che comunque non rinuncia mai ad inserire elementi melodici

e in questi tre nuovi album l’approccio non è sostanzialmente differente anche se l’aspetto melodico si fa preponderante sulle vocalizzazioni angoscianti di April Sunset: quasi potremmo parlare di “cantato”, anche se l’impressione è più quella di avere un “coro” in una sorta di versione blackgaze dell’Inno alla Gioia. L’evidente realizzazione di questi album come omaggio alla persona amata hanno evidentemente tratto ulteriormente la musica di Sadness/Damian Ojeda dal “depressive” e dal “black” del metal per farne sempre più un genere nuovo e originale: un “Inno alla Gioia metal”. (Ovviamente non sto sostenendo che il trittico sadnessiano sia allo stesso livello dell’immortale opera beethoveniana, ma solo che vi riscontro un comparabile uso della vocalità in una dimensione declamatoria). Ed ora non mi resta che esplorare anche gli altri suoi progetti…

Fonti:

Link nel post:

Una replica a “Finding Sadness”

  1. Avatar La musica del 2024 che ho più amato (e ascoltato) – ossessioni e contaminazioni by francesco mazzetta

    […] Come scritto qui considero questa “love trilogy” un’unica opera. […]

Lascia un commento

GOCCIA DI SAGGEZZA

Dove il paradosso contamina i rapporti umani, compare la malattia.

~ Watzlawick, Beavin e Jackson