Ho “conosciuto” Stefano Tartarotti grazie ai suoi due “fumetto-game”: Un giorno da Cana e Una notte da Cana (il primo realizzato assieme a Christian Giove ed entrambi pubblicati da MS Edizioni) dove racconta le avventure del suo cane (femmina: la Cana, appunto). Nella prima tavola di Un giorno da Cana viene mostrato l’arrivo dell’autore assieme alla Cana nella sua nuova casa: a Piozzano. Piozzano (mi chiedo)??? Non sarà il Piozzano che conosco in provincia di Piacenza (e di cui è originaria la famiglia di mia moglie – so che detto così sembra un posto esotico, tipo il Nepal, ma vabbé)? Stalkero biecamente il Tartarotti (in realtà è noto che abitualmente stalkero solo esponenti di sesso femminile mediamente più giovani e attraenti, ma penso che qualche eccezione sia concessa) e scopro che si tratta proprio della Piozzano in provincia di Piacenza (e, d’altra parte, a Google non risulta che esistano da altre parti altre località omonime) in cui l’autore si è trasferito da Rozzano (fa rima, ma è tutt’altra cosa). Da qui a organizzare, assieme alle colleghe, una presentazione in biblioteca è stato un attimo (e nella foto vedete appunto il Tartarotti assieme alla Cana durante detta presentazione lo scorso 14 ottobre) e l’autore ha, per promuovere l’evento, realizzato anche una simpatica vignetta riportata in fondo. Ma in realtà non vorrei qui presentare i suoi due fumetto-game (anche se è giusto ricordare che il primo – Un giorno da Cana – ha vinto il titolo di miglior librogioco dell’anno assegnato nel 2021 a Lucca Comics da Librogame’s Land), ma piuttosto di La Cana spiega cose pubblicato da poco da People.
La Cana spiega cose non è un fumetto-game e, in realtà, non è neppure un fumetto. Per certi versi potrebbe essere considerato un libro divulgativo illustrato anche mediante fumetti. Intanto, cosa divulga? I capitoli sono 8 ed ognuno di essi si occupa un tema spinosetto su cui l’opinione pubblica è divisa e su cui s’infiamma il dibattito politico. Gli 8 argomenti trattati sono:
- la diffusione delle armi da fuoco,
- il risparmio ecologico delle auto elettriche,
- la crisi climatica,
- la legalità dell’eutanasia,
- la gestazione per altri,
- il fenomeno migratorio,
- i vaccini,
- il proibizionismo relativamente al consumo di stupefacenti.
Il tutto raccontato in maniera spassosa dai simpatici animali già presenti nei suoi due fumetto-game (e che fanno compagnia al Tartarotti sulle ridenti colline piacentine). In realtà quando, dopo averlo acquistato, si è trattato di collocare e catalogare il libro per la biblioteca, mi è venuto qualche dubbio: lo mettiamo nella sezione per adulti o in quella per ragazzi (i due fumetto-game sono nella sezione per ragazzi, anche se possono essere giocati da chiunque ed anzi vi sono elementi che solo gli adulti potranno apprezzare, come la bonaria presa in giro di tratti e prodotti tipici della piacentinità, ad esempio i “buslanein”, tipiche ciambelline da inzuppo, di cui viene rimarcata la consistenza cementizia)? Alla fine la decisione è stata “sezione ragazzi”, non perché non possa essere utilmente e piacevolmente letto da un adulto, quanto perché in un adulto si innesca inevitabilmente l’effetto “bolla” (quelli più istruiti lo chiamano “echo chamber”). Ad esempio sui vaccini. Se sono un vaccinista, le cose che scrive il Tartarotti, per quanto documentate storicamente e scientificamente, saranno più o meno quelle che so già e potranno fungere al più da approfondimento. Se sono un “no-vax” rifiuterò in blocco l’argomentazione sostenendo che l’autore si è documentato esclusivamente da fonti pro-vax, ed anzi mi pure arrabbierò perché, con le sue vignette, ha tentato di mettermi in ridicolo. Spero che il Tartarotti non s’adonti se riporto qui una pagina scansionata dal libro che illustra perfettamente la situazione: la minilepre, dopo che ha spiegato, ragionevolmente e con dovizia di dati a supporto, perché la gestazione per altri (o “utero in affitto”, dipende anche in quale bolla/echo chamber state) può essere nella situazione attuale una pratica ragionevole ed adottabile con le dovute precauzioni normative, e notando come la folla di mustelidi non trovi valide contro-argomentazioni, si aspetta un assenso o quanto meno una valutazione maggiormente approfondita, scontrandosi invece con stolido rifiuto a prescindere e con stentorea esibizione di “benaltrismo”.
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Si tratta quindi di un libro “inutile” se proposto agli adulti, mentre può essere un ottimo strumento per instillare dubbi e spunti di riflessione e ulteriore approfondimento in ragazze e ragazzi che non sia siano ancora del tutto blindati in una impermeabile bolla (o echo chamber). Anche perché, se si vive anche senza “buslanein”, non si vive in un mondo irrimediabilmente inquinato, o in cui la forza lavoro scema in misura paurosa a causa del calo di natalità unito all’invecchiamento della popolazione (qualche giorno fa il quotidiano di Piacenza tuonava contro “l’esercito di pensionati” a fronte del numero di occupati in provincia). Un libro quindi da portare a scuola, da promuovere in biblioteca, da regalare (dopotutto stiamo avvicinandoci al periodo natalizio) a bambine e bambini, a ragazze e ragazzi nella speranza non necessariamente che si “schierino” sulle posizioni del Tartarotti (e del sottoscritto), ma che piuttosto imparino a dare giudizi e prendere decisioni in base a riflessioni approfondite e documentate, e non in modo acritico in linea con lo schieramento a cui si è deciso di appartenere.
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