1653406027898.jpg--il_primo_giorno___zombicide_01Con un po’ di ritardo leggo il primo numero della miniserie dedicata da Sergio Bonelli Editore a Zombicide. Ho letto in giro critiche al fumetto (e sostanzialmente proprio per questo l’ho acquistato) come in passato ne ho lette sui fumetti ispirati ai videogiochi. In questo caso torna in azione la premiata ditta Enoch+Vietti, già vista all’opera sulla trasposizione fumettistica di un altro gioco da tavolo: Cthulhu: Death May Die (in entrambi il soggetto è in comune, ma per Cthulhu alla sceneggiatura c’è Enoch e per Zombicide Vietti; ai disegni c’è Riccardo Crosa e Simone Paoloni per Cthulhu e Alessio Morini per Zombicide). Per certi versi il compito per Zombicide pare più semplice: nonostante entrambi infatti siano adattamenti fumettistici di giochi da tavolo, dietro a Cthulhu c’è ovviamente tutto l’immaginario lovecraftiano da rispettare, mentre in Zombicide abbiamo un gioco in cui una squadra di sopravvissuti, ognuno con abilità ed armi speciali, deve esplorare ambienti urbani affrontando ondate di zombi sempre più numerose e sempre più letali. Il divertimento, in Zombicide gioco da tavolo, non sta nella narrazione o nella storia ma nel riuscire a capire come far uscire vivi i propri personaggi dal livello completando nel contempo la missione assegnata. Nonostante la fortuna e la fama ludica di Zombicide con le sue edizioni ed espansioni sia notevolmente più significativa del gioco dedicato all’universo lovecraftiano, l’assenza in esso di un canovaccio narrativo lascia a Vietti spazio per inserire praticamente ciò che vuole con l’unico vincolo di rimanere fedele all’ambientazione urbana e alla rappresentazione dei personaggi. Così nel primo numero – Il primo giorno – (che sarà sostitutito a fine mese dal secondo: Via dall’inferno!) opta per fare un’introduzione alla storia – l’epidemia del batterio zombificante – e contestualmente una presentazione dei personaggi e delle loro caratteristiche. Indovinato nelle sequenze di flashback l’uso del bianco e nero e del rosso come unico colore a caratterizzare gli zombi e la loro fame di carne umana. Per il resto è un prevedibile slasher di non morti con inquadrature plastiche e dinamiche.

1653406146086.jpg--Cthulhu: Death May DieZombicide sono fumetti che rimarranno nella storia del genere, ma sono sicuramente produzioni curate e divertenti, in grado di proporsi all’attenzione del mercato internazionale. Il reale motivo d’interesse però è un altro: che i giochi da tavolo inizino ad essere interessanti anche al di fuori del loro ambito e che inizino a vedersi produzioni crossmediali come queste è indice che il gioco da tavolo sta uscendo da una nicchia di nerd commercialmente irrilevante e sta iniziando ad imporsi come realtà commerciale (e culturale) diffusa.

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GOCCIA DI SAGGEZZA

Dove il paradosso contamina i rapporti umani, compare la malattia.

~ Watzlawick, Beavin e Jackson