172166_9788859026129_y696_giochiamo-in-famigliaLa casa editrice Erickson ha recentemente pubblicato un nuovo manuale dedicato ai giochi da tavolo dopo il libro di Andrea “ludologo” Ligabue e il classico di Bernard DeKoven: Giochiamo in famiglia di Ellie Dix, insegnante e pedagogista inglese. Il sottotitolo dichiara già in maniera eccellente l’obiettivo del libro: Come (dis)togliere i nostri figli dallo schermo con i giochi da tavolo. Prima che come pedagogista, la Dix si rivolge al lettore come madre con l’obiettivo di riallacciare nel contesto familiare i rapporti messi in crisi dalla mancanza di comunicazione, causata anche dalle bolle in cui ci immergiamo grazie all’attenzione preponderante che assegniamo agli schermi. Dix è efficacissima nel proporre strategie (e stratagemmi per far sì che funzionino) al fine di convincere i familiari e soprattutto i figli a dedicarsi ai giochi da tavolo, ad apprendere i benefici di applicarsi analogicamente ad attività comuni avendo la possibilità di sedersi attorno ad un tavolo parlando assieme.

Il libro presenta una selezione di giochi da tavolo che possono essere utilizzati per favorire il graduale accesso di familiari e figli all’attività ludica e come sfruttare i vari elementi al loro interno per attirarne l’attenzione. Lo scenario presentato dalla Dix e le strategie offerte sono pensate per il contesto domestico, ma, opportunamente adattate, possono essere utilizzabili anche in altri, come quello scolastico o bibliotecario.

Suscita solo una perplessità: nella ostilità verso gli schermi comprende anche i videogiochi. Per un attimo a Dix viene un dubbio riflettendo che anche coi videogiochi si può giocare assieme, ma conclude che i videogiocatori che giocano assieme sono affiancati con lo sguardo verso lo schermo, mentre i giocatori di un gioco da tavolo sono seduti uno di fronte all’altro e si possono guardare negli occhi. Forse se Ellie Dix avesse potuto leggere Game Hero. Viaggio nelle storie dei videogiocatori di Viola Nicolucci (Ledizioni, 2021) – cosa che ovviamente non ha fatto perché quest’ultimo è stato pubblicato in italiano e dopo la pubblicazione originale del libro della Dix avvenuta nel 2019 – avrebbe visto come alcune interazioni difficilmente possono avvenire con un setting frontale e sono invece favorite da un confronto indiretto ed altre quasi impossibili in presenza sono invece agevolate dalla distanza e dalla intermediazione del medium elettronico (per una disamina più particolareggiata del libro rimando alla mia recensione che dovrebbe uscire – spero a breve – su Alias/il manifesto). In questo senso più che dare primogeniture ad una o all’altra forma di gioco, sarebbe meglio sottolineare che tutte le forme, se effettuate in forma equilibrata (all’interno del principio di “dieta mediale”) e accompagnata dalla partecipazione attiva dell’educatore (di volta in volta master, insegnante o genitore), non possono che essere positive sia a livello sociale sia a livello formativo.

Videointervista a Viola Nicolucci

Una replica a “Giochiamo in famiglia”

  1. Avatar 2022: libri letti – ossessionicontaminazioni

    […] Giochiamo in famiglia. Come (dis)togliere i nostri figli dallo schermo con i giochi da tavolo di Ell… […]

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Dove il paradosso contamina i rapporti umani, compare la malattia.

~ Watzlawick, Beavin e Jackson