In passato avrei messo il titolo “best of 2021” oppure non avrei messo nulla del tutto. Da un lato troppo spocchioso lo spacciare “meglio dell’anno” quello che è stato meglio per me, dato che comunque ho ascoltato una percentuale minima della musica pubblicata. Dall’altro lato resta il fatto che ho ascoltato molta di più musica di tanti altri: anche rispetto ad appassionati ho il difetto/pregio di avere molti meno steccati rispetto ad altri e di ascoltare musica di svariati generi.
Per questo ripropongo il post annuale senza la pretesa che si tratti del “meglio dell’anno”: semplicemente sono gli album usciti nel 2021 che io ho ascoltato di più. Ovviamente ne ho ascoltati (e anche comprati) tanti altri. Ma questi mi sono rimasti nel cuore e mi permetto di consigliarli a tutti. Sono 10 non perché non avrebbero potuto essere 8, 9, 11 o 12 o altro, ma perché 10 fa comunque “top ten”…
10) Dinosaur Jr. Sweep It Into Space
Non sarà il più bell’album dei Dinosaur Jr, ma sicuramente li vede piacevolmente in forma e non fa rimpiangere i loro album “canonici”.
9) Sadness April Sunset
Pare che i Sadness siano una one-man-band dell’Illinois dedita a “Depressive/Post-Black Metal”. Scoperto/i solo quest’anno, forse ci sono album migliori, ma intanto qui abbiamo un incredibile mix tra qualcosa che si avvicina alla new age per quando meno te lo aspetti stravolgere l’ascoltatore con un rumorismo metal che comunque non rinuncia mai ad inserire elementi melodici.
8) John Hiatt with The Jerry Douglas Band Leftover of Feelings
John Hiatt torna, finalmente, con un album che, se non sta alla pari di Bring the Family, sicuramente non sfigura di fronte a Slow Turning o a Perfectly Good Guitar. Sicuramente c’è in quest’album la canzone dell’anno (ovviamente per me): All the Lilacs In Ohio.
7) Black Sky Giant Planet Terror
Stoner band argentina che in quest’album mixa psichedelia a suggestioni lovecraftiane. (PS: il video è fanmade).
6) Heavy Feather Mountain of Sugar
Band svedese che, in assenza di band americane che sventolino adeguatamente la bandiere dell’hard rock Seventies, promuove adeguatamente il verbo. Da ascoltare religiosamente.
5) Black Label Society Doom Crew Inc.
Non sono mai stato appassionato dai Black Sabbath, perciò non era così scontato che fossi agganciato da un ex chitarrista di Ozzy Osbourne e invece trovo le canzoni di quest’album estremamente azzeccate con la parte solistica delle chitarre semplicemente deliziosa.
4) Luis DeCicco Folk for camera
Mi spiace, ma non ho trovato video dall’ultimo album del geniale multistrumentista italiano (l’unico italiano in questo elenco). Tra jazz, folk, pop, la sua è una musica che accarezza contemporaneamente l’esperto musicofilo per la perizia strumentale, ma contemporaneamente il semplice appassionato di buona musica che si lascia ascoltare accarezzandoci mentre siamo intenti ad altro.
3) Jerry Cantrell Brighten
Ho amato gli Alice In Chain ed ho amato ed acquistato anche i precedenti album solisti di Jerry Catrell. Ma questo rispetto ai precedenti ha qualcosa in più. Non è solamente l’album solista di uno dei componenti di una band di culto. Brighten è un album che si fa apprezzare per le proprie qualità, per la sua capacità di offrirsi con la propria voce piuttosto che come promemoria per i fan della band.
2) Dom La Nena Tempo
Dom La Nena, all’anagrafe Dominique Pinto, pianista e violoncellista brasiliana propone canzoni che più che al pop guardano al “lied”. I testi sono in portoghese, spagnolo e francese e le musiche, realizzate con strumenti acustici della musica classica, sono ipnotiche e dolcissime.
- Steve Earle & The Dukes J.T.
Uscito all’inizio dell’anno, ne ho parlato diffusamente qui. Scrivo solo che dopo anni in cui la vena musicale di Steve Earle si è un po’ affievolita, il riprendere le canzoni del figlio scomparso e riproporle con propri arrangiamenti ha consentito a Steve Earle di ritrovare la freschezza della creazione attraverso la creatività del figlio.
Qui la playlist completa su YouTube.

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