Non ci ho messo poco a terminare F.3.A.R.: come si può constatare dal mio post Le paure del Duca (postato il 22 luglio 2011), l’ho iniziato più di un anno fa. Poi, complici alcune difficoltà incontrate – nuovi giochi da provare e recensire, il rinnovato amore per Bioshock 2 che me l’ha fatto rigocare tutto per tornare a provare l’insostenibile pesantezza dell’essere Big Daddy, i vari impegni della vita e del lavoro, non ultima l’evenienza di dover mostrare un amico il livello del centro commerciale, che mi ha fatto tornare indietro di diversi livelli, essendo automatici i salvataggi – l’ho a più riprese interrotto. Ma come dimostrato dal fatto d’averlo ora finito, mai è stato messo nel dimenticatoio di quei giochi che magari hanno all’inizio entusiasmato, ma che non sono riusciti a “sopravvivere” ad altri interessi. Eccomi dunque, in un momento scarso di novità a riprendere il gioco ed ecco che scopro che quell’ennesimo mostro che m’aveva bloccato la settimana scorsa altri non era che il boss finale. Cutscene con l’happy ending finale (un happy ending degno di Carpenter, ma non dirò altro per chi ancora non ci fosse arrivato) e poi i tradizionali titoli di coda… Ed insieme ad essi parte in sottofondo Mother di Danzig.

Decisamente un tocco di stile, una scelta, oltre che perfettamente appropriata, da applausi da parte mia che considero Mother una delle canzoni più belle di Danzig e una delle mie preferite in generale. Ne valeva proprio la pena di terminare F.3.A.R., tanto è vero che l’ho immediatamente ricominciato! 😉

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GOCCIA DI SAGGEZZA

Dove il paradosso contamina i rapporti umani, compare la malattia.

~ Watzlawick, Beavin e Jackson