Secco come il fumo delle sigarette che i due hanno perennemente in bocca, tagliente come un rasio, cinico e malato. Perfetto. Alla faccia di chi li pensa cloni di qualche altro gruppo più famoso.
BLUES AND LAMENTATION Kate Campbell (Large River Music)
La musica del largo fiume, il Mississippi, è country, ma delle origini, è blues, ma dell’anima. Intenso e sensuale.
AND EVERYTHING ELSE… Nobody (Plug Research)
Il mix tra elettronica ed ambient non è certo nuovo, ma Nobody riesce a catturare uno stato di grazia che non capita sovente di ascoltare.
IN THE REINS Calexico/Iron And Wine (Touch And Go)
I Calexico sono sempre più stitici, e questa volta si fanno aiutare pure da un altro gruppo, ma quello che distillano è sempre sopraffino, e perciò non c’è troppo da disperarsi se sul cd ci sono solo 7 canzoni dato che sono comunque canzoni magnifiche. Al tex-mex a cui i Calexico hanno lavorato finora fa ora maggiore posto un country cantautorale che aggiunge vette di lirismo assoluto in Sixteen, Maybe Less, una delle 2 canzoni più belle dell’anno.
CHAVEZ RAVINE Ry Cooder (Nonesuch)
All’epoca della sua uscita hanno tutti gridato al capolavoro e poi quando è arrivata l’ora di compilare le liste di fine anno nessuno sembra essersene ricordato. Peste li colga, perché il concept di Cooder (anche qui siamo dalle parti del tex-mex) è davvero un capolavoro.
DI KORPU KU ALMA Lura (Lusafrica)
Arriva da Capoverde, Lura, e canta in portoghese e in inglese canzoni che solo qualcuno che viene da un angolo sperduto del terzo mondo può cantare ancora come se fossero fresche e originali: un mix tra musica brasiliana e balli che sembrano uscire da una nostra festa paesana piegati però a forma luminosa e nuova. E’ bello ogni tanto scoprire angoli di mondo che non sono ancora vecchi e malati. La seconda canzone dell’anno: To’ Martins.
THE ILLOGICAL CONSEQUENCE Planet Funk (EMI)
Dancefloor da Napoli. Zero sperimentazione ma una serie di canzoni una più bella dell’altra. E quando sembra di essere arrivati al top si scopre che la canzone successiva è più bella ancora.
CHAOS AND CREATION IN THE BACKYARD Paul McCartney (EMI)
PRAIRE WIND Neil Young (Reprise)
Quando i vecchi leoni ci danno dentro sanno ancora mordere e graffiare. Più di tanti giovanotti. E stavolta McCartney (era da un po’ che non gli succedeva) e Young (che invece ha un po’ più spesso il magic touch) mordono e graffiano nell’anima alla grande.
TATI Enrico Rava (ECM)
Era già uscito qualche anno fa un omaggio a Chet Beker in cui Rava e Fresu si alternavano e si contrapponevano a ricercarne lo spirito. Ma in quel caso il risultato era troppo una competizione tra i due per riecheggiare davvero fino in fondo le ombre di Chet. Stavolta invece il solo Rava, accompagnato da Bollani e Motian riesce a centrare in pieno il mood notturno, tra l’assolata California e e la vecchia Europa che pervade il lirismo jazz di Chet Beker.
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